martedì 2 febbraio 2016

#SPILLI / Facebook, ogni tanto c'è chi 'sbrocca' (M. Ferrario)

Frequento i social network da anni. Su 'facebook' ci sono solo da dicembre dell'anno scorso e sto ancora cercando di capire la fauna cui mi trovo ad appartenere.
Non ho ancora capito se ho superato certi pregiudizi ideologici che avevo verso questo specifico 'social'. E non so, per ora, se e quanto continuerò questa esperienza (e uno pensa: embe', ma chi se ne frega di quello che pensi o senti...? Rispondo: sullo 'stato' del diario c'è scritto "a cosa stai pensando?" e io sto obbedendo alla domanda ...).

Quello che è certo, però, è che sto notando un fenomeno che altrove non mi era capitato di osservare. E lo racconto perché magari è capitato anche ad altri.

Mi riferisco al fatto che ogni tanto qualche 'amico' (ho imparato da 'facebook' che così debbo chiamare i miei 'contatti') sbrocca. Sì, sbrocca. Nel senso che parte con una intemerata, tanto 'incazzzata' che le due zeta non bastano, contro chi legge il suo post: il dito è chiaramente puntato in modo accusatorio, si intuisce un viso ghignante nel corso della digitazione, la pancia ha chiaramente sequestrato la testa e il 'voi' (voi tutti: non qualcuno in particolare, ma tutti) che esce puntuto e logorroico, insieme al grilletto pronto per essere schiacciato contro il mondo dei malcapitati che lo stanno (forse) leggendo, appare urlato a mille decibel come fosse scritto a tutte maiuscole.

Uno dice: be', i 'troll' ci sono dappertutto. No, qui i 'troll' non c'entrano. Perché i 'troll' sono chiaramente stupidi: sanno solo insultare e non conoscono pensiero. Ci sono, ovviamente, anche su 'facebook'. Ma ci siamo abituati. E se si vuole, si evitano. 

No, qui le persone che ogni tanto imbracciano il fucile e sparano all'impazzata, sempre in base a quanto ho notato, in genere sanno argomentare: sono capaci di dipanare un filo di ragionamento, condivisibile o meno (spesso per me poco condivisibile: ma è una opinione), e ne hanno dato prova in post e commenti. E' che in alcuni momenti, inspiegabili, non solo gli scappa la frizione, ma è come se, con la frizione che slitta, cercassero di dirigere la macchina ad acceleratore tutto schiacciato contro tutti quelli che pensano gli stiano attorno: magari non fanno una carneficina (anche perché il motore è imballato), tuttavia è come volessero. E il rumore spacca le orecchie: non le loro, purtroppo.

Aggiungo: tutto questo avviene per ruminazione intima e segreta del titolare dell'incazzatura e, naturalmente, per chi ne è incolpevole oggetto, in forma del tutto gratuita e incomprensibile. Infatti: non è che l'incazzatura segue una conversazione pubblica, da cui si possa comprendere la ragione di uno scambio tanto aggressivo. No: avviene all'improvviso. Un lampo a ciel sereno. Per chi legge, naturalmente. Perché per chi produce all'improvviso tuoni fulmini e saette e se la prende con l'intero orbe terracqueo tranne che con se stesso (in un empito di narcisismo incontenibile ma, per lui almeno, salvifico), lo 'sbroccamento' pare essere giustificato. Più che giustificato: il mondo è coglione e bisogna dirglielo in faccia, tutti voi siete coglioni e io, unico, no.

Non so spiegare perché avvenga questo fenomeno. E chiederei lumi: sperando di non ricevere fulmini.
Forse, azzardo, deriva dal fatto che la dipendenza dalla rete ci ha imprigionati dietro uno schermo, di computer o di smartphone. Soli, davanti al flusso dei post che si 'scrollano' e magari non facendo altro da ore, si finisce per pensare che l'universo sia tutto lì.
Se si avesse anche altro da fare o si facesse una camminata si eviterebbe di sbroccare. 
Però è pur vero che incazzarsi ha un suo fascino. Per chi si incazza, almeno.
Comunque, non è una cosa grave. Si può sempre saltare il post incazzoso. O cancellare l'incazzato che si rivela poco 'amico': avendoti messo insieme ai coglioni del mondo. 
Viva la libertà.

*** Massimo Ferrario, Facebook, il fenomeno di chi 'sbrocca', 1 febbraio 2016, qui

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