venerdì 31 maggio 2019

#SGUARDI POIETICI / Prologo (Marcello Fois)

Tu mi chiedi cose strane, figlio.
Cose difficili da spiegare:
come fece il primo uomo a sapere che aveva fame, e sete?
E chiedi se sia lecito pensare che aver quella contezza
sia costato vittime innocenti.
E chiedi quale adulto avesse capito per poter insegnare,
e, se solo, a chi insegnasse?
Tu chiedi chi fu il primo dei primi.
E io non so rispondere.
Posso solo tentare di raccontarti che i millenni
e i millenni di millenni son stati attimi.
E crescerai senza percepire la brevità della tua
permanenza.

Per questo fai queste domande,
immaginando che all’uomo bastasse guardarsi intorno
vedere le bestie che spalancavano le fauci e ingoiavano
quanto con i denti, con le zanne, depezzavano.
Pensi che per questo capì come cibarsi.
Dici che capì la morte e la vita insieme.

Parti da te figlio, da quello che sei…

*** Marcello FOIS, 1960, Prologo, da L’infinito non finire, Einaudi, 2018, in 'ipoetisonovivi.com', 27 maggio 2019, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Marcello_Fois


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#VIDEO / Un artigiano di Ulm (Enrico Finzi)


Un artigiano di Ulm
Enrico FINZI, 1946
sociologo, saggista, già presidente di Astraricerche, fondatore di Sòno Human Tuning, 
youtube, 22 maggio 2019
video 5min17

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#SPOT / Sindrome della superiorità illusoria

via facebook, 27 maggio 2019, qui

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#EX_LIBRIS / La povertà è la vera ricchezza dei ricchi (Luca Di Fulvio)

«Te lo ricordi cosa mi rispose tua madre il giorno che ti presi a servizio?» le chiese il Barone, con un’aria ambigua. 
La ragazza era timida. Annuì a testa bassa. 
«Sei muta?» fece Bernardo alle sue spalle. 
«Parla. Porta rispetto al signor Barone.» 
«Idda disse… che avrei fatto… qualsiasi cosa… mi avreste addimandato» rispose la ragazza. 
«Perché se non porti tu da mangiare a casa… tua madre muore, vero?» chiese il Barone, con una specie di gioia nella voce. 
La ragazza annuì. 
Bernardo le diede una botta sulla schiena. «Parla!» 
«Sì, eccellenza» fece la ragazza. 
Il Barone amava la povertà. La povertà era la vera ricchezza dei ricchi. Perché la povertà era l’unica chiave magica che costringeva la gente ad accettare quello che mai avrebbe accettato. 
«Brava, Rosetta» disse.

*** Luca DI FULVIO, 1957, scrittore, La figlia della libertà, Rizzoli, 2019


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#VIGNETTE / Ma in che Paese vivete voi italiani? (Altan)

Repubblica delle Idee 2019
'la Repubblica', 22 maggio 2019, qui

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giovedì 30 maggio 2019

#SENZA_TAGLI / In metro, il suonatore, l'euro, il lei (Irene Facheris)

Sono in metropolitana. Un signore, che avrà almeno 60 anni, si avvicina con un’armonica a bocca fissata con lo scotch a un microfono. Dice che dorme in stazione centrale e che ha bisogno di una mano. Si mette a suonare. Io stoppo Spotify e decido di ascoltare quella musica, così malinconica. Qualcuno butta una moneta nel bicchiere che ha in tasca, lui si ferma, ringrazia, augura buon viaggio, buona serata e buona fortuna, ricomincia a suonare. In cambio, il silenzio (forse per timidezza, forse perché è difficile entrare in relazione con una persona che è davanti a te e ti chiede una mano, anche quando gliel’hai data). Finisce la sua canzone, lo guardo negli occhi e gli do 1€, sapendo che non sarà certo quello a risolvergli i problemi. Lui mi ringrazia, mi augura buon viaggio, buona serata e buona fortuna. Continuo a guardarlo e dico “anche a lei”. Vedo il suo sguardo stupito e so perché. 
L’ho visto succedere tante volte. Le persone hanno questo brutto vizio di dare del tu quando si sentono superiori, anche in buona fede. Al cameriere, alla donna straniera allo sportello, al senzatetto che suona in metropolitana. Ma a me hanno insegnato che ogni essere umano ha un valore infinito e che se non conosco qualcuno (soprattutto se più grande di me), io devo dare del lei come segno di rispetto. Perché non sono migliore o peggiore di nessuno (“finché sarò diverso” cit). 
Quindi buon viaggio, buona serata e buona fortuna a lei, signore. So che non sarà il mio euro a migliorare la sua condizione, spero che almeno il mio sguardo le ricordi che lei è visibile. Esiste. (Sto piangendo in metro scrivendo queste parole e non mi importa, piangessimo un po’ di più insieme, miglioreremmo il mondo.)

*** Irene FACHERIS, 1989, psicologa, formatrice, fondatrice e coordinatrice di Bossy, facebook, 29 maggio 2019, qui


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#VIGNETTE / Il destino di Di Maio appeso al voto su Rousseau (Natangelo)

NATANGELO, 1985
Facebook, 30 maggio 2019

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#SGUARDI POIETICI / Se si impedisce al ricordo (Marilina Giaquinta)

Se si impedisce 
al ricordo 
di cambiare,
smette di esistere: 
l’ho letto in un libro 
scritto da chi sapeva 
e ci ho creduto,
ma solo per un istante 
così incerto
che non ho saputo 
riconoscerlo 
e non l’ho tenuto.

Perché niente 
smette di te,
quando manchi,
mentre esisti 
da qualche parte 
e non mi vedi.

E non smette 
e non cambia 
e non basta 
il mio ricordo 
senza di te.

*** Marilina GIAQUINTA, poetessa, facebook, 29 aprile 2019, qui


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#MOSQUITO / Sempre più dipendenti dalla 'sindrome del benessere' (Svend Brinkmann)

La nostra epoca secolare è attraversata da un’angoscia e da un’incertezza esistenziale di fondo: stare fermi in un posto è sempre più difficile. Il risultato è che molti di noi diventano facili bersagli per ogni sorta di consulenza, terapia, coaching, mindfulness, psicologia positiva e qualsiasi altro mezzo per realizzare se stessi. In ambiti come l’alimentazione, la salute e l’esercizio fisico c’è ormai una vera e propria religione, che sforna di continuo nuovi editti da seguire e sacri precetti a cui attenersi. Un attimo prima la dieta dipende dal tuo gruppo sanguigno, un attimo dopo dalle abitudini alimentari dei tuoi antenati del Paleolitico. Sembra che a tutti noi – e non ho paura di includere anche me nel “noi” – manchino uno scopo e una direzione, e questo ci fa correre di qua e di là alla ricerca dell’ultima ricetta della felicità, del progresso e del successo. Dal punto di vista psicologico, ciò assomiglia a uno stato di dipendenza collettivo. Carl Cederström e André Spicer la chiamano “sindrome del benessere”. Alcuni (sempre meno) sono dipendenti dalle sigarette o dall’alcol, ma una maggioranza sempre più numerosa di persone sembra invece aver sviluppato una dipendenza dai consigli dei mentori dello stile di vita, dei professionisti dello sviluppo delle capacità e dei guru della salute. È comparsa una pletora di coach, terapeuti, esperti dello sviluppo di sé e consulenti del pensiero positivo per aiutarci a gestire il cambiamento e la transizione tipici della cultura dell’accelerazione. È stato scritto un numero incalcolabile di manuali di autoaiuto e guide “in sette passi” per incoraggiare e promuovere il nostro sviluppo personale. Basta guardare la classifica dei bestseller: c’è sempre almeno un libro che parla di cibo e salute, uno di autoaiuto e la biografia di qualche vip.

*** Svend BRINKMANN, 1975, professore danese di psicologia presso il Dipartimento di Comunicazione e Psicologia dell'Università di Aalborg, Danimarca, Contro il Self Help. Come resistere alla mania di migliorarsi, Raffaello Cortina Editore, 2019

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#SENZA_TAGLI / Niente di nuovo sul fronte occidentale (Enrico Finzi)

Nell’esame dei risultati elettorali provo a proporre qualche osservazione fuori dal coro. Parto dalla domanda, che angoscia molti: l’Italia sta diventando fascista? La mia risposta è che, in una certa misura, lo è sempre stata.

Non nascondiamoci dietro un dito: per oltre quarant’anni la DC, spesso tra il 35% e il 40% dei consensi, è stata – elettoralmente – l’erede del fascismo, raccogliendo il voto dei clericali e dei sanfedisti, dei reazionari non estremisti, dei moderati egoisti ed evasori fiscali, del ceto medio impaurito: il collante è stato l’anticomunismo, vera e persistente ideologia del nostro semi-fascismo eterno. Poi, con le stesse percentuali, le sono succedute Forza Italia, poi i 5 Stelle e oggi la Lega, che già con Bossi si era inserita nelle aree ‘ex-bianche’ delle Prealpi veneto-lombarde. Il peso nelle urne del PD zingarettiano e delle liste minori alla sua sinistra corrisponde esattamente a quello che per decenni fu proprio del PCI e delle liste rivoluzionarie. E oggi la Meloni, con i corpuscoli d’altra destra, vale come il MSI.

Certo, ci sono state brevi eccezioni, legate a eventi e movimenti straordinari (come il PD renziano, per un attimo partito anche della borghesia europeista). Così come – è indubbio – nei vari schieramenti sono state presenti minoranze perbene e antifasciste, per esempio coi cattolici democratici, coi socialisti non corrotti, coi repubblicani non infiltrati dalla mafia.

Ma ciò che conta davvero è la storia di lungo periodo, che vede più della metà del Paese ignorante, volgare, maschilista, egoista, conservatrice, misoneista, superficialmente cattolica e in realtà incompatibile con l’Evangelo, non empatica e anzi dichiaratamente cattiva, razzista, schiava servile ed entusiasta del potente di turno. Meno di un terzo è ostile al capitalismo e coltiva speranze di cambiamento radicale. Un ottavo fa scelte minoritarie, per lo più liberal e liberiste, o stravaganti.

L’Italia profonda è ancora quella Duce, di Pio XII terrorizzato dal bolscevismo, dei Comitati Civici, del filo-americanismo illiberale, dell’odio di classe, del rifiuto dei diritti, della supremazia ieri colonialista e oggi anti-migranti. Con un peggioramento: la farsa prevale sulla tragedia, mentre per ora è sconfitto lo sforzo di far evolvere l’Italia e l’Europa, che molti di noi ha coinvolto e appassionato. Ma la vecchia talpa continua a scavare… 

*** Enrico FINZI, 1946, sociologo, saggista, già presidente di Astraricerche, fondatore di Sòno Human Tuning,  Niente di nuovo sul fronte occidentale, 'Sòno-Tuning', 28 maggio 2019, qui


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#VIGNETTE / I cinquestelle hanno sperimentato una prima assoluta (Passepartout)

PASSEPARTOUT
 (Pietro Gorini e Gianfgranco Tartaglia)

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mercoledì 29 maggio 2019

#IMMAGINId'IMPATTO / L'aquila che guarda il mondo (Steve Biro)

foto di Steve BIRO
fotografo canadese
'corriere.it', 28 maggio 2019, qui

La foto ritrae un’aquila calva o aquila di mare testabianca (Haliaeetus leucocephalus) che è il simbolo degli Stati Uniti dal 1782. Può raggiungere fino a 6 kg di peso e un’apertura alare di 2,3 metri.
Uno scatto perfettamente simmetrico. Entrambe le ali toccano l’acqua. Ma non avrei mai creduto che avrebbe avuto tutto questo successo. 
Ero appostato molto vicino e lei si è levata in volo per mandarmi via. Ho sentito la brezza delle sue ali mentre volava sopra di me. E’ stato davvero esaltante. (Steve Biro)

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#SPILLI / Di Maio, l'aggravante (Massimo Ferrario)

Luigi Di Maio: "Non mi sono mai risparmiato, ce l'ho messa sempre tutta" ('HuffPost', 29 maggio 2019, qui)

E' come la madre con il professore che le comunica gli insuccessi del figlio. Tenta di scusarlo: "Ma si impegna tanto. E' sempre lì a studiare: non fa altro."
Il professore serio dovrebbe risponderle che allora è più grave: almeno si dedicasse a divertirsi. "Signora, l'impegno con risultati pessimi è un aggravante."

Se con questa dedizione tanto vantata il M5S, dopo appena un anno, è crollato, in percentuale di voti espressi, dal 32,7% al 17,1% (-15,6 punti) e in percentuale di aventi diritto al voto, dal 23,8% al 9,3% (-14,5 punti), meglio un impegno minore. O, piuttosto, un impegno 'diverso': meno di quantità e più di qualità. 
Contano i risultati, non le buone intenzioni, o il tempo in cui ti applichi. E se ti applichi a far male, meglio non applicarsi.

Banale. Eppure...

Vale per Di Maio, oggi. 
E per Renzi, ieri. Che ha preceduto Di Maio nel campionato dei Grandi Perdenti della (pseudo)politica da anni di moda.
In fila di attesa, si spera, c'è un altro Matteo.

*** Massimo Ferrario, Di Maio, l'aggravante, per Mixtura


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#VIGNETTE / Salvini (Edoardo Baraldi, Natangelo, Stefano Rolli)

NATANGELO,  1985
facebook, 27 maggio 2019, qui

° ° °

Edoardo BARALDI
via flickr, 27 maggio 2019, qui

° ° °

Stefano ROLLI
'Il Secolo XIX', 28 maggio 2019, via facebook, qui

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#SGUARDI POIETICI / Ci accorgeremo, un giorno (Massimo Salvadori)

Ci accorgeremo, un giorno
magari verso sera
che per quelli che vorranno avere
anche per noi
la volontà della memoria 
resteremo nella loro vita frammentari 
differenze ineguagliabili di modi.
Potevamo essere occasione
forse lo saremo ancora
oppure rimanere solo l'urto imprevedibile
del caso, la sensazione quotidiana
di un passante sulla strada
che non ricorderà 
nient'altro, quasi niente
al di fuori di un inciampo
di una foglia morta.
L'esistenza ha molti inconvenienti
la viviamo per quello che succede
eventualmente
la viviamo
per come non riusciamo.

*** Massimo SALVADORI, poeta e insegnante, facebook, 28 marzo 2019, qui


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#MOSQUITO / Parri, Monicelli e il giovane di sinistra (Andrea Scanzi)

Proprio durante i suoi anni da senatore a vita, verso la metà dei Settanta, il mediatore suo malgrado Parri anticipò suo malgrado Monicelli. Parri amava incontrare giovani deputati e intellettuali, per cercare di capire che cosa li muovesse. Erano quasi sempre politici in erba, di sinistra. A un certo punto ne accolse uno nel suo studio. La vista su Roma era bellissima, il giovane era molto felice e molto emozionato. Parri, con lineamenti d’altri tempi già quando aveva vent’anni, cercò di metterlo a suo agio. «Seguo con piacere i suoi lavori, lei mi piace, le sue battaglie sono meritorie.» Il giovane di sinistra era sempre più felice. 

Poi Parri fece una pausa. Una di quelle pause che parlano. Parlano tanto. Abbassò la voce, quel tanto che basta perché sia chiaro che le parole che verranno non saranno parole qualsiasi. A quel punto, uno dei padri dimenticati della Patria disse: «Mi dia retta, lasci stare. Gli italiani non hanno speranza». Il giovane di sinistra cadde dalle nuvole. Cadde e si fece male. Perché Parri parlava così? Sperò d’aver frainteso, ma niente. Parri andò avanti. «Io lo so che lei è in buona fede, ma creda a me: io gli italiani li conosco. Li conosco bene. Non c’è niente da fare: non cambiano, e se lo fanno è solo in peggio. Lasci stare, è tempo perso: con gli italiani non c’è proprio speranza.» Esattamente come Monicelli trentacinque anni dopo.

*** Andrea SCANZI, 1974, giornalista, saggista, scrittore, La politica è una cosa sera, Rizzoli, 2019


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#VIDEO / Ma Formazione non è Sensibilizzazione (Stefano Facheris)


Formazione vs Sensibilizzazione
Stefano FACHERIS 
consulente, formatore
youtube, 28 maggio 2019
video, 24min17

Meno di una trentina di minuti di sano e utile apprendimento sulla differenza fra 'formazione' e 'sensibilizzazione'. 
Uno stimolo senz'altro adatto per 'formatori' alle prime armi, ma un 'ripassino' non scontato anche per chi 'è' del mestiere (o 'crede' di esserlo...). 
Un ottimo video di Stefano Facheris. (mf) 

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#VIGNETTE / Di Maio si pente (Natangelo)

NATANGELO, 1985
facebook, 28 maggio 2019, qui

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martedì 28 maggio 2019

#SPILLI / Elezioni 2019, un confronto storico che integra gli astenuti (Massimo Ferrario)

Sarà una mia fissazione, ma credo che l'unico modo per evidenziare le reali dinamiche dei voti elettorali sia quello di fare confronti, negli anni, tra le scelte degli 'aventi diritto' più ancora che dei 'votanti'
I voti espressi, infatti, rappresentati dai votanti, sono importanti, ma hanno il difetto di non tenere conto degli astenuti: che, come tutti sappiamo ma ogni volta dimentichiamo, anche in Italia come altrove, specie in alcune elezioni, stanno dimezzando il corpo elettorale.

Come già mi è capitato di fare negli anni scorsi, metto quindi in fila, per le elezioni Europee 2014, Politiche (Camera) 2018 e Europee 2019, le scelte, per i singoli partiti principali, espresse in percentuale degli aventi diritto, ricordando le percentuali di astenuti per ogni diversa elezione.

* Astenuti
41,3 (2014); 27,1 (2018); 45,5 (2019)
* Lega
3,6 (2014); 12,7 (2018); 18,7 (2019)
* PD 
23,9 (2014); 13,6 (2018); 12,4 (2019)
* M5S
12,4 (2014); 23,8 (2018); 9,3 (2019)
* FI
9,9 (2014); 10,2 (2018) 4,8 (2019)
* FdI
2,2 (2014); 3,1 (2018); 3,3 (2019)
* Sinistra
Tsipras: 2,3 (2014); LeU+PaP: 3,3 (2018); LaSinistra: 1,0 (2019)
+Europa
1,8 (2018); 1,7 (2019)

Da questo confronto basato sui voti degli aventi diritto possiamo notare che:

(1) Il successo della Lega, certamente netto e innegabile e di impatto determinante sull'intero sistema politico (oltre 9 milioni di voti, di cui oltre 3 milioni conquistati in 1 anno), si ridimensiona: il 34,3% dei voti espressi (oltre 1 voto su 3) rimpiccolisce al 18,7% degli aventi diritto al voto: meno di 1 avente diritto su 5. Il che significa che 4 aventi diritto su 5 non l'hanno votata.

(2) Il Pd perde oltre 1 punto percentuale rispetto a un anno fa, quando fu segnata la disfatta storica del partito: forse un risultato che non dovrebbe far gridare a quella vittoria cui invece pare che alcuni stiano gridando.

(3) In un anno il M5S perde oltre 14 punti (circa 6 milioni di voti) e FI perde oltre 5 punti (circa 2 milioni di voti): un tracollo (tragico soprattutto per il M5S) ancor più evidente di quanto non appaia dal confronto tra i voti espressi.

(4) FdI, se pure conquista l'ingresso al parlamento europeo, comunque cresce di appena due decimali: un po' poco per parlare di un miracolo.

(4) La sinistra, in qualunque modo autodenominata, resta più inconsistente e inutile che mai

(5) +Europa, in un anno, peggiora di un decimale la sua trascurabilità.

Per chi comunque volesse avere sotto occhio il riferimento dei voti espressi, ecco il confronto in percentuali tra le tre elezioni (Europee 2014, Politiche 2018, Europee 2019).
Europee 2014, affluenza 58,7%
* M5S: 21,1%: * PD: 40,8%; * Lega: 6,2%; * FI: 16,8%; * FdI: 3,7%; * Tsipras: 4,0%
Politiche 2018 (Camera), affluenza 72,9
* M5S: 32,7%; * PD: 18,7%; *Lega: 17,4%; *FI: 14,0%; *FdI: 4,3%; *Leu+PaP: 3,4%+1,1%; *+Eu ropa: 2,5%
Europee 2019,  affluenza 54,5% 
* Lega: 34,3%; *Pd: 22,8%; *M5S: 17,1%; *FI: 8,8%; *FdI: 6%; *+Europa: 3,1%; *Sinistra: 1,8% 

*** Massimo Ferrario, Elezioni, un confronto storico che integra gli astenuti, per Mixtura


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#VIGNETTE / Intanto nell'alto dei cieli (Antonio Cabras)

Antonio CABRAS, 1980
facebook, 27 maggio 2019, qui

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#SPOT / Tv vs libro

via pinterest

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#SGUARDI POIETICI / Dal cassetto (Konstantinos Kavafis)

Volevo appenderla a un muro della stanza.

Ma l’umidità del cassetto l’ha guastata.

Non la metto in un quadro questa foto.

Dovevo conservarla con più cura.

Queste le labbra, questo il viso –
ah, per un giorno solo, per un’ora
solo tornasse quel passato.

Non la metto in un quadro questa foto.

Mi fa soffrire vederla così guasta.

Del resto, se anche non fosse guasta,
che fastidio badare a non tradirmi –
una parola o il tono della voce –
se mai qualcuno mi chiedesse chi era.

*** Costantino KAVAFIS, 1863-1933, poeta e giornalista greco, Dal cassetto, da Poesie erotiche, Crocetti Editore, 1983, traduzione di Nicola Crocetti
https://it.wikipedia.org/wiki/Konstantinos_Kavafis


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#SENZA_TAGLI / Sinistra europea, la batosta (Giacomo Russo Spena)

La Caporetto della sinistra italiana era abbastanza annunciata. Ma qui, se guardiamo all'Europa, è un disastro generale nel mondo della sinistra: Podemos arretra, Ada Colau perde Barcellona per 4mila (fottuti) voti, sindaca Carmena perde a Madrid, Corbyn prende una scoppola in Gran Bretagna, idem Melenchon in Francia. Il Gue è ridimensionato e ai margini.
Le forze europeiste, pro austerity, come l'Alde crescono. Intanto le socialdemocrazie catturano il voto come argine ai nazi-pop. Incredibile il successo di Sanchez in Spagna.

La vera riflessione che va fatta è sul Terzo Spazio che tanto viene invocato: quello alternativo sia ai sovranisti che all'establishment europeista.

Oggi, questa opzione, prende una batosta.

*** Giacomo RUSSO SPENA, giornalista, facebook, 27 maggio 2019, qui


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#BREVITER / Il M5S perde 6 milioni di voti (Matteo Capponi)

via facebook, 27 maggio 2019, qui

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#VIGNETTE / Dai, l'Italia è meglio (Mauro Biani)

Mauro BIANI, 1967
'il manifesto', 27 maggio 2019, via facebook, qui

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lunedì 27 maggio 2019

#SPILLI / Elezioni Europee 2019, un'Italia sempre più problematica (Massimo Ferrario)

Sono elezioni europee. E dunque i voti dovrebbero valere per l'assetto europeo. Ma dappertutto, e in Italia in particolare, la campagna è stata tutta imperniata sul nostro ombelico italiano. 

E' quindi ovvia conseguenza che gli italiani abbiano votato, o si siano astenuti, pensando soprattutto ai problemi di casa nostra: premiando e punendo chi è al governo e chi è all'opposizione da poco più di un anno. 

I risultati definitivi, dopo le imprecisioni degli exit poll di domenica notte (scontate: ma perché si buttano soldi per farli e tempo per discuterli nelle varie 'maratone' televisive?), sono questi: 
* Lega: 34,3%; 
* Pd: 22,7%; 
* M5S: 17,1%; 
* FI: 8,8%; 
* FdI: 6,5%, 
* +Europa: 3,1%; 
* Europa Verde: 2,3%; 
* Sinistra: 1,7%. 

Proiettando i dati sull'Italia e immaginando varie combinazioni praticabili, i numeri parlano da soli:
* Governo (ormai decisamente 'nero-giallo' e non più 'giallo-verde'): 51,4%; 
* Centro-Destra (Lega+FdI+FI): 49,6%; 
* Destra-Destra (Lega+Fdi): 40,8%; 
* Centro-Sinistra (Pd++Europa): 25,8%. 
* Tutto il resto (sinistra compresa): frattaglie inconsistenti.

Traggo tre brevissime considerazioni, che mi paiono peraltro banali. 

1) La destabilizzazione del governo, iniziata mesi fa, è destinata a procedere esponenzialmente fino, probabilmente, ad esplodere: o domani, o tra qualche mese, o comunque entro l'anno. E un'altra possibile campagna elettorale è destinata a trasformare definitivamente la nostra democrazia in una 'democrazia elettorale', fondata sul principio della propaganda infinita e sul dolce e suadente meccanismo del 'vellicamento continuo della pancia del popolo'. Questo, senza contare, che 'dietro l'angolo' (e forse già 'davanti all'angolo') si annuncia una 'democrazia plebiscitaria', interamente affidata all'Uomo della Provvidenza (in questo caso pure della ...madonna), che promette di risolvere ogni problema anche 'scantonando' o 'piegando' a proprio vantaggio leggi, regole, procedure (del resto in linea con il menefrego tanto vantato).

2) Al di là della discussione sul pericolo 'fascismo sì / fascismo-no', il processo di deriva culturale verso i valori della ultradestra, dopo l'esperienza storicamente conclusa dell'altro secolo, non è mai stato tanto rigoglioso (e precipitoso) come oggi: lo stiamo percorrendo a passo di corsa, 'felici e contenti' come nel finale delle favole. 
Senza cadere nel catastrofismo, temo che il finale non sarà quello delle favole: anche perché non siamo nelle favole. E la madonna cui qualcuno ci ha affidato, quasi perché interpreti il ruolo, appunto delle favole, della Bella Principessa Salvatrice, ha dimostrato, nei tanti eventi tragici dell'umanità di cui gronda la Storia, che, se esiste, è stata, è e sarà in tutt'altre faccende affaccendata. 

3) Scomparsa la sinistra, il voto pare emettere timidi segnali di una possibile ripresa di un Centro-Sinistra che smetta di imitare il Centro-Destra. Ma è ancora prematuro immaginare che nasca un'alternativa di questo tipo in questo campo: anche perché i numeri, se dicono che il renzismo, con la sua autosufficienza orgogliosamente e stupidamente orientata a destra, esce sconfitto, comunque restano ad oggi isolati e ultraminoritari, nel pieno a mani basse accaparrato dalle destre, e perché possano diventare 'usabili' in una logica di governabilità richiedono alleanze, se non con partiti, almeno con gli elettori astenuti o fuggiti altrove, al momento poco ipotizzabili e certamente non percorribili nell'immediato.

Massimo Ferrario, Elezioni Europee 2019, un'Italia sempre più problematica, per Mixtura


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#VIGNETTE / Non avere paura (Mauro Biani)

Mauro BIANI, 1967
facebook, 27 maggio 2019, qui

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#SGUARDI POIETICI / Lettera a Enrico (Matteo Fantuzzi)

Caro Enrico, spero tu stia bene.
Qua le cose vanno fino a un certo punto
e poi si fermano. Tu non crederesti a quello
che è accaduto in questi giorni
e non ti parlo solo del partito, le cose
non si sono ricucite ovunque, qua si cambia
per non cambiare niente e nelle stanze buie
se ne stanno ancora tutti quanti.
Io non so che dirti Enrico
non sappiamo nulla delle stragi dopo così tanti anni
che si perdono nella memoria luoghi, eventi,
fatti: e tutto vale quanto il suo contrario
ci accontentiamo di mangiare giorno dopo giorno
le bucce che ci scendono dal tavolo per terra
e che si sporcano di polvere. Enrico adesso
non si crede e basta, si pensa solo a respirare
a pelo d’acqua salendo sopra gli altri morti,
s’infierisce sopra i corpi senza compassione, senza pianto.
Enrico spero che a te almeno tutto vada meglio,
spero tu non soffra, spero tu non sappia perché credo
non vivresti come non facciamo noi nel quotidiano.
Ti saluto come con un padre e un fratello
assieme, con l’affetto di chi non si conosce
eppure ti cammina accanto. Salutami Pier Paolo.

Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista negli anni delle contestazioni e delle stragi, morto a Padova l’11 Giugno 1984 dopo essere stato colpito quattro giorni prima da un ictus durante un comizio che comunque volle portare a termine. Al suo funerale parteciparono un milione di persone, quasi tutte con l’Unità sotto braccio.

*** Matteo FANTUZZI, 1979, poeta, Lettera a Enrico, da La stazione di Bologna, Feltrinelli, 2017, in 'ipoetisonovivi.com', 15 maggio 2019, qui


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#VIGNETTE / Volete il reddito di cittadinanza? (Natangelo)

 
NATANGELO
facebook, 27 maggio 2019, qui

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domenica 26 maggio 2019

#SPOT / Voto europeo 2019 (Trik)

TRIK
artista olandese
'cartoonmovement.com', 23 maggio 2019, qui
"Fai attenzione a ciò che desideri"

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#PIN / Se darai tempo al tempo (MasFerrario)


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#VIDEO / Così i postnazisti si sono infiltrati nella Lega (Claudio Gatti)

Claudio GATTI, 1955
giornalista
“Così i postnazisti si sono infiltrati nella Lega”
intervista di Silvia De Santis 
'michelesantoro.it', 22 maggio 2019
 video 5min31

Silvia De Santis: ""Chiedersi se Matteo Salvini sia fascista non è solo un esercizio inutile, è un grave errore. Perché vuol dire cercare quel che non c’è. Il fascismo è finito con Mussolini. Quella che non si è mai spenta è la fiamma culturale e ideologica che lo ha alimentato”. Il giornalista d’inchiesta Claudio Gatti racconta alle telecamere di Servizio Pubblico di come, dai tempi di Bossi fino ai giorni nostri con Matteo Salvini, la Lega Nord sia sempre stato un partito infiltrato dai movimenti di ultradestra, postnazisti.

“Avevano capito che la strada per il neofascismo era un vicolo cieco, che si sarebbero scontrati con gli anticorpi democratici della società. Serviva loro una terza via, un corpo politico senz’anima da contaminare. Il veicolo perfetto si rivelò la Lega, con un leader opportunista come Umberto Bossi che fatto salvo l’etnoregionalismo, ovvero la superiorità dei Padani, non era ideologicamente connotato”.

Attraverso i racconti della gola profonda Alberto Sciandra, “quasi un eroe della democrazia”, lo definisce il giornalista, Gatti ricostruisce alcune pagine della storia italiana ancora rimaste nell’ombra, fino ad arrivare a Matteo Salvini. “Un postnazista? No, così come non lo era neppure Bossi. È un banchiere politico, un utilizzatore e venditore di derivati fascisti con cui si è arricchito, usandoli cinicamente per emergere e rimanere al centro dell’attenzione nazionale”. ""

Claudio Gatti, I demoni di Salvini. 
I postnazisti e la Lega. La più clamorosa infiltrazione politica della storia italiana
Chiarelettere, 2019

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#QUADRI / Ira Tsantekidou

Ira TSANTEKIDOU, 1967
artista greca

° ° °

Ira TSANTEKIDOU, 1967
artista greca

° ° °

Ira TSANTEKIDOU, 1967
artista greca

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#VIGNETTE / L'ultimo ritrovato italiano (Altan)

ALTAN, 1942
Repubblica delle Idee 2019, 'la Repubblica', qui

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#SGUARDI POIETICI / Rom (Sara Ferraglia)

Le ho dato qualche soldo e mi ha sorriso
con la bocca intagliata fra le rughe
come fessura sopra una corteccia.
Un fazzoletto nero e dentro un viso
che un tempo forse ha visto fame e fughe, 
dove il sorriso ora ha fatto breccia.

Curvo sotto l'ingombro dei vestiti, 
troppo pesanti per il caldo estivo, 
un corpo indefinito e consumato
dal disamore e dagli sguardi ostili
che lento avanza solo perché è vivo,
che esiste solo perché l'ho guardato.

E serra una signora la borsa di Vuitton
e ancor di più le labbra, come un ghigno, 
come se avesse visto Belzebú. 
Si avvicina di un passo, sempre più. 
La mano che alla bocca fa da scrigno 
mentre sussurra "Brucerei i rom".

*** Sara FERRAGLIA, poeta, Rom, facebook, 18 maggio 2019, qui

disegno di Walter D'agostino

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#RACCONTId'AUTORE / Giacomo di cristallo (Gianni Rodari)

Una volta, in una città lontana, venne al mondo un bambino trasparente. Attraverso le sue membra si poteva vedere come attraverso l’aria e l’acqua. Era di carne e d’ossa e pareva di vetro, e se cadeva non andava in pezzi, ma al più si faceva sulla fronte un bernoccolo trasparente.

Si vedeva il suo cuore battere, si vedevano i suoi pensieri guizzare come pesci colorati nella loro vasca.

Una volta, per sbaglio, il bambino disse una bugia, e subito la gente poté vedere come una palla di fuoco dietro la sua fronte: ridisse la verità e la palla di fuoco si dissolse. Per tutto il resto della sua vita non disse più bugie.

Un’altra volta un amico gli confidò un segreto, e subito tutti videro come una palla nera che rotolava senza pace nel suo petto, e il segreto non fu più tale.

Il bambino crebbe, diventò un giovanotto, poi un uomo, e ognuno poteva leggere nei suoi pensieri e indovinare le sue risposte, quando gli faceva una domanda, prima che aprisse bocca.

Egli si chiamava Giacomo, ma la gente lo chiamava “Giacomo di cristallo”, e gli voleva bene per la sua lealtà, e vicino a lui tutti diventavano gentili.

Purtroppo, in quel paese, salì al governo un feroce dittatore, e cominciò un periodo di prepotenze, di ingiustizie e di miseria per il popolo. Chi osava protestare spariva senza lasciar traccia. Chi si ribellava era fucilato. I poveri erano perseguitati, umiliati e offesi in cento modi.

La gente taceva e subiva, per timore delle conseguenze.

Ma Giacomo non poteva tacere. Anche se non apriva bocca, i suoi pensieri parlavano per lui: egli era trasparente e tutti leggevano dietro la sua fronte pensieri di sdegno e di condanna per le ingiustizie e le violenze del tiranno. Di nascosto, poi, la gente si ripeteva i pensieri di Giacomo e prendeva speranza.

Il tiranno fece arrestare Giacomo di cristallo e ordinò di gettarlo nella più buia prigione.

Ma allora successe una cosa straordinaria. I muri della cella in cui Giacomo era stato rinchiuso diventarono trasparenti, e dopo di loro anche i muri del carcere, e infine anche le mura esterne. La gente che passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, come se anche la prigione fosse di cristallo, e continuava a leggere i suoi pensieri. Di notte la prigione spandeva intorno una grande luce e il tiranno nel suo palazzo faceva tirare tutte le tende per non vederla, ma non riusciva ugualmente a dormire. Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano.

*** Gianni RODARI, 1920-1980, scrittore, pedagogista, giornalista e poeta, Giacomo di cristallo, da Favole al telefono, Einaudi 1962, riprodotto in Giovanni De Mauro, Muri, 'internazionale', n. 1307, 17 maggio 2019, qui


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#VIGNETTE / E allora, mamma...? (Natangelo)

NATANGELO, 1985
'Il Fatto Quotidiano', 25 maggio 2019, via facebook, qui

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sabato 25 maggio 2019