lunedì 30 settembre 2019

#QUADRI / Viale con pioppi in autunno (Vincent Van Gogh)

Vincent van GOGH, 1853-1890
pittore olandese
Viale con pioppi in autunno, 1884

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#CIT / Limite (Haruki Murakami)

Tamura Kafka, 
nella vita c’è un punto 
in cui non si può tornare indietro. 
E poi c’è un punto, 
ma i casi sono molto più rari, 
in cui non è più possibile andare avanti. 
Quando questo accade, 
che sia un bene o un male, 
l’unica cosa che possiamo fare 
è accettarlo in silenzio.

***  Haruki MURAKAMI, 1949, scrittore giapponese, Kafka sulla spiaggia, 2002, Einaudi, 2008


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#SPOT / Che sia più intelligente di noi?

via facebook, 22 settembre 2019, qui

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#VIGNETTE / Le due questioni del giorno (Passepartout)

PASSEPARTOUT 
(Pietro Gorini e Gianfranco Tartaglia)
facebook, 28 settembre 2019, qui

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#SGUARDI POIETICI / Spiegami tutte le cose, amore (Thanassis Lambru)

Spiegami tutte le cose, amore,
la luce e l’oscurità, la morte e la vita,
come si abbracciano nell’abbraccio più armonico
e danzano vorticando in un frullo d’ali,
spiegami amore, come ritrovare
l’anima perduta nella violenza del mondo,
come aggirarmi con fiducia nudo sulla terra
nei sentieri che il raggio non perfora.

*** Thanassis LAMBRU, poeta greco, Spiegami amore, da 'Poesia', n. 327, giugno 2017, traduzione di Nicola Crocetti, in 'il canto delle sirene', 22 settembre 2019, qui


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#FILASTROCCHE / Acqua mia, acqua tua (Germana Bruno)

Senza acqua non c’è seme che germogli
senza acqua, dove nuotano i capodogli?
Senza acqua resta sporco il tuo visino,
uno spruzzo lo risveglia ogni mattino.

Studi, corri e giochi ancor di più,
un sorso d’acqua fresca, poi, ti tira su.

Nell’acqua del mare,
quant’è bello nuotare!
Senz’acqua no, non si può stare!

Acqua nei fiumi, acqua nei laghi,
acqua dal cielo, acqua del mare,
acqua che Dio ci ha voluto donare.
Per questo l’acqua è tua come è mia,
Diritto che nessuno può portarci via!

*** Germana BRUNO, insegnante e scrittrice, Acqua mia, acqua tua, facebook, 29 settembre 2019, qui


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#MOSQUITO / Essere gentili con gli arroganti (Maria Venturini)

Non è facile essere gentili con gli arroganti, gli stupidi presuntuosi, i supponenti, i bugiardi colti in flagrante. Non è necessario esserlo, a ben vedere; costoro hanno diritto ad una nostra pedagogica scortesia che li aiuti a capire i loro errori. Un eccesso di gentilezza - vendetta di aristocratica raffinatezza il cui significato ultimo è l'assoluta sottovalutazione dell'interlocutore maleducato - va riservata a casi rarissimi, altrimenti è dannosa e male interpretata. Ma con tutti gli altri, esseri normali pieni degli stessi difetti normali da cui noi stessi non siamo esenti, perché non essere gentili?

La gentilezza scioglie le difficoltà piccole e prepara il terreno d'intesa per quelle pili grandi. Mantiene una temperie morbida nei rapporti con gli altri e fa bene alla salute poiché il sangue scorre senza turbolenze nelle vene ed arterie. Non costa nulla, o molto poco, se diventa un abito mentale, una costante di comportamento, e genera, non sempre ma spesso, reciprocità. Con gentilezza si possono pronunciare anche giudizi poco caritatevoli verso il prossimo, ma ciò appartiene ad un altro capitolo, e qui se ne accenna con riprovazione.

Le nuove generazioni sono poco gentili poiché nessuno ha loro insegnato ad esserlo. I vecchi lo sono di più, anche per paura di essere maltrattati. Se siete donna, in quell'età di mezzo che espone i primi capelli bianchi e ricevete una scortesia, magari da un giovanotto al guinzaglio di una sgallettata che vi sorpassa in coda per il taxi con il passo lungo e scosciato, non mancate, gentilmente, di ricordare ad ambedue che il tempo passa per tutti, inesorabilmente anche per loro.

*** Maria VENTURINI, giornalista, Non è facile essere gentili con gli arroganti, in Dizionario delle felicità, Piero Lacaila Editore, 1998, da 'libriantichionline', qui


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#VIGNETTE / E in più è pieno di plastica (Stefano Rolli)

Stefano ROLLI
facebook, 28 settembre 2019, qui

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domenica 29 settembre 2019

#ANIMALI / Scoiattolo che annusa un fiore (Dick van Duijn)

foto di Dick van Duijn
fotografo naturalista olandese
da 'Corriere della Sera', 9 settembre 2019, qui

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#HUMOR / Primo meeting annuale...

dalla rete

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#BREVITER / Comunismo e nazismo

via facebook, 24 settembre, 2019, qui

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#VIGNETTE / Signore, come si chiama questo? (Massimo Cavezzali)

Massimo CAVEZZALI, 1950
facebook, 28 settembre 2019, qui

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#SGUARDI POIETICI / Chiamano progresso (Franco Arminio)

Chiamano progresso,
crescita, democrazia,
questa follia del guadagno
che in un colpo solo ha ucciso
il sacro e l’intensità
e la poesia e i canti e il silenzio,
la dolcezza, la devozione.
Solo gli alberi e gli animali
resistono all'inganno.
Ora io credo solo alla luce,
alle rondini e ai cardi.
Quando sfioriscono le rose
annuso i sassi sulla spiaggia.

*** Franco ARMINIO, 1960, poeta, paesologo, scrittore, 'Corriere della Sera', 27 settembre 2019, via facebook, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Arminio


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#RACCONTId'AUTORE / Il corvo e la volpe (Esopo)

«Un corvo aveva trovato sul davanzale della finestra un bel pezzo di formaggio: era proprio la sua passione e volò sul ramo di un albero per mangiarselo in santa pace. Ed ecco passare di là una volpe furbacchiona, che al primo colpo d'occhio notò quel magnifico formaggio giallo. Subito pensò come rubarglielo. "Salire sull'albero non posso" si disse la volpe, "perché lui volerebbe via immediatamente, ed io non ho le ali… Qui bisogna giocare d'astuzia!".

- Che belle penne nere hai! - esclamò allora abbastanza forte per farsi sentire dal corvo; - se la tua voce è bella come le tue penne, tu certo sei il re degli uccelli! Fammela sentire, ti prego! Quel vanitoso del Corvo, sentendosi lodare, non resistette alla tentazione di far udire il suo brutto crà crà!, ma, appena aprì il becco, il pezzo di formaggio gli cadde e la volpe fu ben lesta ad afferrarlo e a scappare, soggiungendo: "Se poi, caro il mio corvo, tu avessi anche il cervello, non ti mancherebbe proprio altro, per diventare re".

Morale: chi si compiace degli elogi altrui troppo adulatori, finisce col pentirsene vergognandosi.»

*** ESOPO, 620-564 A.c, scrittore greco, Il corvo e la volpe, in 'wikipedia', qui - La favola è stata ripresa da Fedro e poi da La Fontaine.
https://it.wikipedia.org/wiki/Esopo


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#SENZA_TAGLI / Insomma, ragazzi, tranquilli (Paola Ronco)

Quando mia madre è scesa in piazza, nel sessantotto, le hanno detto che invece di fare casino i ragazzi avrebbero dovuto pensare a studiare e obbedire, e che le donne avrebbero dovuto pensare solo a sposarsi e fare figli.

Quando io sono scesa in piazza per la prima volta, contro la guerra del Golfo, mi hanno detto che tanto non sarebbe cambiato nulla, che noi eravamo degli ignoranti, che volevamo solo saltare la scuola, che quelli del sessantotto sì che avevano fatto le lotte giuste.
Quando siamo andati a farci massacrare a Genova, ci hanno detto che eravamo dei teppisti, degli ingenui, dei sognatori, dei pericolosi irresponsabili.

Ogni volta che siamo scesi in piazza per farci sentire contro un sistema criminale e moribondo che ci sta ammazzando in ogni senso, per una società più umana e plurale, per il diritto al lavoro, per i diritti civili, ogni volta ci hanno dato dei buonisti, dei teppisti, dei violenti, dei radical chic. Ci hanno detto che facevamo parte dell'élite (!), dei poteri forti, dell'establishment e di 'staceppa.

Insomma, ragazzi, tranquilli. Qualsiasi cosa facciate, incontrerete sempre qualche genio che lui la rivoluzione l'avrebbe saputa fare meglio, se solo fosse riuscito ad alzarsi da quel divano da cui pontifica ininterrottamente.
Lasciatelo parlare, lasciatelo perdere, andate avanti.
Siete bellissimi, ragazzi. Siete sensibili, agguerriti, a volte superficiali, pieni di assoluti, contraddittori, appassionati, un po' cialtroni e un po' sublimi. Proprio come tutti quelli della vostra età.
Che possiate, almeno voi, riuscire dove noi abbiamo fallito. Che possiamo, noi che abbiamo ancora voglia di lottare, stare al vostro fianco senza diventare dei vecchi tromboni buoni solo a lamentarsi.

*** Paola RONCO, facebook, 27 settembre 2019, qui


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#VIGNETTE / E Cappuccetto Rosso (Natangelo)

NATANGELO, 1985
 'Il Fatto Quotidiano', via facebook, 28 settembre 2019, qui

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sabato 28 settembre 2019

#SPOT / La società di oggi

dalla rete, autore e fonte non identificati

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#CIT / Adattarsi (Orsola Nemi)

Adattarsi significa invecchiare; 
un cadavere si adatta perfettamente. 
Brutto segno stancarsi di dire di no, 
quando occorre.

*** Orsola NEMI, 1903-1985, scrittrice e traduttriceTaccuino di una donna timida, Bompiani, citato da Cristina Taglietti, Aforismi e poemetti intrisi di ironia, rubrica 'libri', 'Sette', 27 settembre 2019.
https://it.wikipedia.org/wiki/Orsola_Nemi


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#HUMOR / Soluzione tacchi

dalla rete

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#VIGNETTE / Venerdì per il futuro (Stefano Rolli)

Stefano ROLLI
'Il Secolo XIX', via facebook, 27 settembre 2019, qui

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#SGUARDI POIETICI / Lungo il vecchio sobborgo (Sandro Penna)

Lungo il vecchio sobborgo
non vive malinconia.
Vivon gli stracci una vita gentile
indorati dal sole. E così sia.

*** Sandro PENNA, 1906-1977, poeta, Lungo il vecchio sobborgo, da Poesie, Parenti, 1939, segnalato in 'il canto delle sirene', 15 settembre 2019, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Sandro_Penna


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#SENZA_TAGLI / Il bene è come il lievito madre (Catia Donini)

Se fai qualcosa per i cani, ah ma se lo faceste pure per i gatti.
Se fai qualcosa per i gatti, ah ma se lo faceste pure per i bambini.
Se fai qualcosa per i bambini, ah ma agli ornitorinchi nani strappati alle mamme non ci pensate.
Se fai qualcosa per gli ornitorinchi nani strappati alle mamme, ah ma allora i poveri koala che si stanno per estinguere.
Se fai qualcosa per i bambini che muoiono di fame in Africa, ah ma se lo faceste per i bambini italiani poveri.
Se fai qualcosa per i bambini italiani poveri, ah ma se lo faceste per i bambini malati.
Se fai qualcosa per i profughi, ah ma agli italiani penZionati che frugano nei cassonetti chi ci pensa.
Se fai qualcosa per gli italiani penZionati che frugano nei cassonetti, ah ma almeno loro la penZione sono riusciti ad averla e invece ai terremotati chi ci pensa.
Se fai qualcosa per i terremotati, ah ma quelli almeno una casa l'avevano e ora gliela ricostruiscono e allora quelli che non hanno una casa e dormono in auto.
Se fai qualcosa per quelli che non hanno una casa e dormono in auto, ah ma almeno quelli hanno la macchina mentre c'è chi non ha niente.
Se fai qualcosa per chi non ha niente, ah ma
1) quelli sono venuti col barcone e hanno laifon e le catenine d'oro e sono muscolosi (extracomunitarian edition)
2) potrebbero andare a lavorare che io mi son sempre fatto un mazzo così e non ho mai chiesto nulla a nessuno e porc di qua e di là (Italian remix).

Poi chiedi cosa hanno fatto loro, quelli che benpensano, per una a caso di queste categorie, anche una estratta a sorte col notaio che certifica, e ti rispondono "ah ma io già ho da pensare ai fatti miei e poi questi soldi che uno dà non si sa mai dove vanno a finire".
Nemmeno i 2 euro di un SMS solidale?
No, manco quelli, che "tanto se li intascano sempre i soliti".

Ragazzi, il bene non è una torta, che ha un tot di fette e finite quelle c'è il nulla, è più tipo lievito madre. Chi è portato ad essere compassionevole e generoso lo è nei confronti di tutto e tutti: il bene si moltiplica, nessuna cosa esclude l'altra.
Siete voi che trovate delle scuse. Smettiamo di ragionare a compartimenti stagni.
Il bene è tipo i peli del gatto: potete spazzolare quanto volete, comprare tutti i rulli antipelucchi del mondo, ma troveranno sempre il modo di infilarsi ovunque.

*** Catia DONINI, giornalista, facebook, 23 settembre 2019, qui


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#BREVITER / Salvini ha detto che la vita è sacra (Dario Clemente)

via facebook, 26 settembre 2019, qui

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#VIGNETTE / La Consulta apre al suicidio assistito (Natangelo)

NATANGELO,  1985
'Il Fatto Quotidiano', 26 settembre 2019, qui

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venerdì 27 settembre 2019

#HUMOR / Rapinare banche

dalla rete

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#IMMAGINId'IMPATTO / Cascata di glicine

dalla rete

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#VIGNETTE / Vita e fine-vita (Makkox)

MAKKOX(Marco Dambrosio), 1975
via facebook, 26 settembre 2019, qui

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#SGUARDI POIETICI / A me basta (Giordano Ruini)

Davvero avete bisogno
di sapere se il clima è impazzito
se quella ragazzina è manovrata
se è vero che i ghiacciai si sciolgono
se l’Amazzonia brucia
se la plastica soffoca gli oceani
se il pianeta collasserà nel 2050
se le emissioni di Co2 sono sopra il livello di guardia?

A me basta
osservare la fila di auto al mattino sulla statale
per finire almeno otto ore al giorno in contesti tossici
costretti in ansie e doveri
vedervi fare quello che anestetizza l’anima
e non quello che vi libera
per tornare la sera cinici ingrigiti

A me basta vedere i vicini di casa
che sono più irritati dalle foglie della quercia in autunno
che dal rumore e dalla polvere dei camion

A me basta
sapere che vi sembra normale
lasciarvi imbruttire da un’altra banalità
incazzarvi per un commentino sui social
ma ignorare il continuo sperpero della vostra vita
e non cantare mai

A me basta
vedere quel ragazzino che si chiude in casa per sempre
perché non ne vuole sapere di questa infelicità
di questa burocratizzazione dell’umano
di questi adulti così marci che non comprendono
che la vera emergenza
è non saper riconoscere la meraviglia di un fiore

A me basta
vedere un esercito di depressi che bramano psicofarmaci e ansiolitici
riempiendo le tasche velenose di chi gli sta rubando la vita
e sentire dentro di me che questa depressione
è una ovvia risposta del corpo a tutto quello che non va e a cui non dico di no

A me basta
essere allergico al polline e far fatica a respirare
per l’aria tumorale di questa pianura
che cresce come il vostro Pil

A me basta
vedere i tuoi parenti che muoiono di cancro
per Augusta, per l’Ilva, per l’acqua contaminata, per il cibo guastato dal profitto
e sentire gli schiavi degli schiavi che dicono
“meglio morire di lavoro che di fame”

A me basta vedere
quanti soldi buttate per la ricerca contro le malattie
quando è questo costringersi alla falsità
che ci fa esplodere il pancreas
distrugge la cistifellea e annerisce il colon
e che le cellule diventano tumorali
perché la bellezza è oscurata e la gioia non trova spazio

Avete ancora bisogno di ascoltare i dibattiti e ragionare sui dati
per sapere che la casa è in fiamme
che l’inquinamento fuori è identico a quello dentro l’umano
che tu per primo stai bruciando

e che basta
la tua attenzione gentile
che ti fermi adesso, che respiri, che ti vedi
che basta
il tuo cuore aperto e vulnerabile
per curare tutto il mondo?

A me basta

*** Giordano RUINI, scrittore, educatore, A me basta, facebook, 25 settembre 2019, qui
http://www.giordanoruini.com/


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#PIN / Credere nella Politica nonostante (MasFerrario)


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#SENZA_TAGLI / Le religioni stiano al loro posto, nei templi e nelle coscienze (Anna Mallamo)

Mia madre morì dopo due mesi di atroci sofferenze, in seguito all'intervento e al coma di tre giorni. Oggi io non metterei più la firma, autorizzando quell'intervento. Oggi io vorrei che mio figlio non autorizzasse nulla per me. Vorrei essere libera di decidere se e quando morire.

Non riesco davvero a comprendere per quale motivo un signore con la sottana deve decidere per me, e dirmi che non posso disporre della mia vita e dei miei giorni e della mia sofferenza (come non capirei mai perché un altro signore con la sottana e la barba lunga dovesse, eventualmente, decidere che devo indossare il velo per camminare per strada o che non posso studiare o guidare la macchina: non capisco perché il secondo vi sembra assurdo e inconcepibile, solo perché è islamico, e il primo no, solo perché è cattolico).

Le religioni stiano al loro posto: nei templi, dentro le coscienze. Non le vogliamo dentro i codici, dentro i tribunali, dentro i Parlamenti, dentro le scelte delle nostre vite.
Inoltre, sappiate che trovo davvero vergognoso che ci sia pia gente che non dice una parola sui bambini migranti annegati, sulle violenze nei lager libici, sulle pie comunità che hanno fatto (letteralmente) le barricate per respingere donne incinte e bambini e ora insorge contro suicidio assistito ed eutanasia "in difesa della vita".

Siete sepolcri imbiancati. E io voglio venire con lo spray a scrivere quanto siete ipocriti.

*** Anna MALLAMO, giornalista e blogger, facebook, 26 settembre 2019, qui


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#VIGNETTE / Mi puoi anche fare l'impeachment (Mauro Biani)

Mauro BIANI,  1967
'il manifesto', 26 settembre 2019, via facebook qui

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giovedì 26 settembre 2019

#SPOT / Proveremo senza di voi stavolta

autore non identificato
via facebook, 24 settembre 2019, qui

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#QUADRI / Autunno, sentiero nel bosco (Camille Pissarro)

Camille PISSARRO,  1830-1903
pittore francese
Autunno, sentiero nel bosco, 1876
via facebook, 22 settembre 2019, qui

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#VIGNETTE / NoFutureFordFriday (Massimo Riera)

Massimo RIERA
via facebook, 24 settembre 2019, qui

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#SGUARDI POIETICI / Quel qualcuno di noi (Massimo Ferrario)

Capita. 
Anche senza che la maledetta malattia fisica
prenda la forma del Grande Mostro 
che tortura il corpo e sconcia la dignità: 
quando il vivere è diventato solo un automatico 
funzionare
e l'anima se n'è andata
lasciandoci disfatti e appesi alle macchine 
accese al nostro posto.

Capita.
E non sempre c’è l'incubazione
che trapana nel tempo: 
lenta, lunga, tortuosa, travagliata. 
Può anche essere un disagio sottile, 
acuminato e persistente: 
che lievita impercettibile ma dolente, 
come un cancro mai riconosciuto
che fa a pezzi l'anima e divora l'esistenza: 
da tanto, che più non ricordiamo.

Capita.
Allora il gesto può essere improvviso: 
ed è l’ultimo, quello definitivo. 
Perché basta poco per vivere, 
ma quel poco, qualche volta, 
è tantissimo. 
Troppo. 
E se nessuno sceglie l’inizio, 
qualcuno di noi ce la fa a scegliere 
la fine.

Capita.

Ma quel qualcuno di noi meriterebbe 
rispetto.

Quel qualcuno di noi meriterebbe 
il silenzio 
che non azzarda parole,
perché ogni parola qui è stupro: 
tanto il giudizio supponente 
- che ignora, 
quanto il compatimento falsamente benevolo 
- che non comprende.

Quel qualcuno di noi meriterebbe 
l'inchino
di chi devotamente sa ospitare il mistero
e non s'arrischia a interpretare un atto 
che affonda in un pozzo 
nero e profondo come l'infinito: 
e che rende il senso di quel gesto di fine
forse nebuloso, sfuggente e non pienamente decifrabile
anche a chi non ha retto la vita 
non ritenendola vita.

*** Massimo Ferrario, Quel qualcuno di noi, 2019, per Mixtura


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#SENZA_TAGLI / La speranza affidata al tango (Anna Mallamo)

E poi dite "ma come mai balli il tango?". E io vi devo raccontare di ieri sera: ultima milonga estiva in riva allo Stretto, col vento fresco sulle spalle e la luna velata, nel lido nudo sul litorale spopolato. Arrivo tardissimo, e già non sono tante le coppie in pista. Mentre ballo la prima tanda - ballerino fantasioso, milioni di giri e di voleos - comincia a piovere. Gocce rade, piccolissime, e le ignoriamo tutti. La tanda dopo, una foresta di bandoneon e violini, la ballo con uno dei miei preferiti. La pioggia aumenta, ora è vera: gocce fredde, più grosse, che scoppiano sulle braccia nude. Il pavimento diventa appiccicoso, il gestore del lido smonta i faretti. Ma chi è nella ronda continua fino alla fine: completare la tanda è un fatto di etica, è il patto fondamentale (una volta un tanguero a cui avevo chiesto "Tu cosa fai nella vita?" mi ha risposto: "Io completo le tande". Ed è un programma esistenziale, in effetti).

Alla fine della tanda la milonga è conclusa. Delusi - avremmo continuato pure dentro un monsone - andiamo a cambiarci le scarpe. Ma uno di noi resiste, e chiede "La cumparsita", che è l'atto necessario, la certificazione della fine della milonga, il sortilegio che richiude lo spazio, rimbocca il tempo, ci restituisce al resto della vita. Non può mancare. Ce la devono.

E quando si alzano le note - è una marcetta insopportabile, ma è imprescindibile, è un manifesto, una costituzione - torniamo in pista, a interpretarla tutta (è una versione lunghissima con un sacco di cambi di tempo e pause e altri agguati).

Io e il mio ballerino - uno dei miei preferiti, abbiamo fatto il Vietnam insieme, portiamo cose inconfessabili, nel nostro abbraccio, e siamo così bravi da lasciarle chiuse lì - ci aggrappiamo l'uno all'altra, balliamo come se fosse l'ultima notte della Terra, l'ultimo tango disponibile per l'umanità intera, per sempre (è ogni volta un poco così, ma stanotte di più). Balliamo contro la sorte, contro l'autunno, contro tutto ciò che accade e ci separa, ci porta via da quel luogo chiuso, in cui ogni dolore è sotto controllo, ogni gioia raggiungibile.

Balliamo contro la pioggia, contro ogni elemento di questo e altri mondi, contro ogni forza maggiore. Balliamo con la foga di ogni disperazione, ma semmai è il suo opposto, una speranza interamente umana, interamente affidata a quel miracoloso sorreggerci, accompagnarci, volerci bene (tutto il bene, per sempre) che è l'abbraccio. Balliamo fino a sconfiggere la pioggia e forse il male. Chissà.

*** Anna MALLAMO, giornalista e blogger, La speranza affidata al tango, facebook, 21 settembre 2019, qui


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#VIDEO / La ginnastica di Atlas (Boston Dynamics)


La ginnastica di Atlas
BostonDynamics
youtube, 24 settembre 2019
video 0min38

La BostonDynamics ha rilasciato un nuovo video di Atlas, il suo spettacolare robot bipede. Qui Atlas esegue una breve routine di ginnastica, composta da una serie di salti.
La cosa più impressionante è vedere Atlas legare insieme tutte queste mosse in un'unica routine coerente. Boston Dynamics afferma che il robot sta usando un "controller predittivo del modello" per integrare una manovra nell'altra. Ogni salto mortale dà al robot una buona quantità di slancio in avanti, senza che questo faccia perdere al robot il suo equilibrio. Atlas è in grado di rotolare con grazia lungo la schiena senza che nessuno dei suoi macchinari venga schiacciato o ingarbugliato.
Il robot ha un tasso di successo di circa l'80%, il che significa che per ogni cinque tentativi è probabile che il robot fallisca una volta. Un risultato ovviamente migliorabile, ma già incredibile.

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#VIGNETTE / And then, on the fifth day (Alessio Atrei)

Alessio ATREI
via facebook, 25 settembre 2019, qui

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mercoledì 25 settembre 2019

#HUMOR / Senza glutine

via facebook, 24 settembre 2019, qui

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#SENZA_TAGLI / Fortunatamente, non miro a cariche elettive (Alessandro Gilioli)

Sono favorevole a tassare esageratamente non solo le merendine fatte di merda e non solo gli aerei ma anche le sigarette (minimo 10 euro a pacchetto: ah, fumo), le bistecche, le autostrade, le auto private in città, gli edifici non coibentati, i prodotti con packaging carta-plastica incollati e molto altro - e non mi dispiacerebbro nemmeno 48 ore in guardina per chi lascia i materassi accanto ai cassonetti o la macchina in seconda fila.

Fortunatamente, non miro a cariche elettive.

*** Alessandro GILIOLI, giornalista, facebook, 23 settembre 2019, qui


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#SPOT / La bomba-pianeta (John Holcroft)

John HOLCROFT
illustratore statunitense
via facebook, 24 settembre 2019, qui

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#VIGNETTE / Casa Thunberg (Natangelo)

NATANGELO
'il Fatto Quotidiano', 25 settembre 2019, qui

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#SGUARDI POIETICI / Il peggior veleno (Franco Marcoaldi)

In sogno ho incontrato un vecchio
saggio al quale ho domandato:
“Sapresti dirmi, tra tanti
sentimenti, quello che più di ogni
altro avvelena l’esistenza?”
“Ahimé, lo spettro è ampio. Però
dovendo scegliere, per quanto
ti riguarda, direi l’ambivalenza”.

*** Franco MARCOALDI, Il peggior veleno, da Il tempo ormai breve, Einaudi, 2008.


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#PIN / Ovviamente un diritto che non è per tutti (MasFerrario)


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#SENZA_TAGLI / Autunno, io e la foglia (Alice Basso)

Io guardando dalla finestra che dà sul bosco: "Quanto mi piace l'autunno. Non vedo l'ora che diventi tutto rosso e oro."

Foglia: "C'è una pazza assassina che mi fissa dalla finestra e mi augura di morire in fretta."

Noi amanti dell'autunno passiamo per anime poetiche ma dentro siamo dei fito-serial killer.

*** Alice BASSO, scrittrice, facebook, 24 settembre 2019, qui


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#VIGNETTE / Ci avete rubato il futuro (Mauro Biani)

Mauro BIANI, 1967
'il manifesto', 24 settembre 2019, via facebook, qui

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martedì 24 settembre 2019

#IMMAGINId'IMPATTO / Resistenza

facebook, 7 settembre 2019, qui

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#ANIMALI / Tre caprioli (Simon Caldwell)

foto di Simon CALDWELL
via facebook, 22 settembre 2019, qui

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#CIT / Ringraziare l'Armata Rossa (Ernest Hemingway)

Ernest HEMINGWAY
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#VIGNETTE / Trump e il pianeta (Luca Garonzi)

Luca GARONZI  (Luc Garçon), 1973
facebook, 20 settembre 2019, qui

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#SPILLI / Sociopatia politica (Massimo Ferrario)

E continuano gli elogi.
Anche quando li criticano, o più spesso fingono di farlo, opinionisti di ogni tendenza ripetono entusiasti che comunque siamo di fonte a veri e propri 'animali politici'. 

Basta questa espressione per assolverli da qualunque colpa. Come a dire: è la politica, bellezza.
E allora ecco l'accettazione supina e indiscussa di ogni più squallida degenerazione del convivere politico passata per realpolitik (e se dissenti, non hai capito nulla di come gira il mondo oggi): dalle panzane più mirabolanti, fatte credere verità nonostante la loro assoluta incredibilità, alle improvvise e impudenti giravolte che contraddicono platealmente mesi di spergiuri in direzione contraria; dallo sfoggio orgoglioso di una post-ideologia che spaccia svergognato opportunismo per nobile pragmatismo alla più imperturbabile messa in campo, dalla sera alla mattina, dei trasformismi più funambolici; dalla retorica più frusta, vuota e smielata che strumentalizza il 'bene del Paese' per meglio prendere per i fondelli il Paese alla più becera e sfrontata corsa a perseguire i personali obiettivi affaristici di 'potere&successo', sbattendo in faccia a tutti la propria egolatria senza freni.
Eccetera eccetera.

Domando: quando capiremo che non di 'animali politici' si tratta, ma di 'delinquenti politici' (perché compiono il peggiore dei reati politici: sviluppare qualunquismo), oppure (e spesso è lo stesso) di 'casi psichiatrici' mai risolti? 

Insisto: quando capiremo che i televenditori di fumo, o di arrosto bruciato, e gli agitatori ossessivi di odio, che mirano a convincerci di essere i 'nuovi messia del cambiamento' soltanto per poter dare sfogo alla loro pulsione patologica di onnipotenza, meriterebbero l'ostracismo per i raggiri, tentati o compiuti, oppure, a voler essere comprensivi, quanto meno avrebbero bisogno di un  immediato intervento di TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio)?

Se e quando lo capiremo, avremo  realizzato una delle condizioni, insufficienti ma indispensabili, perché il campo della politica tossica venga liberato.
E sia finalmente (ri)consentito a politici 'normali', forniti di quel 'giusto' narcisismo che stimola l'affermazione personale, ma ne contiene lo straripamento prevaricante, di indirizzare le loro energie e ambizioni, sane, verso obiettivi il più possibile e davvero di 'bene comune': così (ri)provando, una buona volta, a restituire la Politica alla politica.

Spetterebbe a loro farlo: a chi è ancora, faticosamente, 'normale'. 
E spetterebbe a noi liberarci di questi imperversanti miserevoli sociopatici.

Perché questo avvenga, tuttavia, dovremmo vincere due 'se': di cui non abbiamo sufficientemente consapevolezza.

(1) Il primo 'se: se non fossimo patologicamente attratti da chi è affetto da questa sociopatia politica: nascosta, ma chiara, evidente e arrembante.

(2) Il secondo 'se': se, sempre più spesso disgustati dallo spettacolo osceno, non insistessimo nel disinteressarci di 'politica&politici', pensando che il binomio non ci riguardi.

E' purtroppo in questo secondo modo che rinforziamo lo stato della nostra ostinata 'insensibilità civico-politica', di fatto riducendoci all'impotenza: fissi a guardarci l'ombelico e magari impegnati con l'ultima tecnica di sviluppo psicologico, meglio se di meditazione orientaleggiante, che ci promette il paradiso interiore. 
Mentre fuori di noi il mondo (vicino e lontano, in Italia e non solo) si dibatte tra il diventare, definitivamente, sempre più melma o inferno.

*** Massimo Ferrario, Sociopatia politica, per Mixtura


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