Mia madre morì dopo due mesi di atroci sofferenze, in seguito all'intervento e al coma di tre giorni. Oggi io non metterei più la firma, autorizzando quell'intervento. Oggi io vorrei che mio figlio non autorizzasse nulla per me. Vorrei essere libera di decidere se e quando morire.
Non riesco davvero a comprendere per quale motivo un signore con la sottana deve decidere per me, e dirmi che non posso disporre della mia vita e dei miei giorni e della mia sofferenza (come non capirei mai perché un altro signore con la sottana e la barba lunga dovesse, eventualmente, decidere che devo indossare il velo per camminare per strada o che non posso studiare o guidare la macchina: non capisco perché il secondo vi sembra assurdo e inconcepibile, solo perché è islamico, e il primo no, solo perché è cattolico).
Le religioni stiano al loro posto: nei templi, dentro le coscienze. Non le vogliamo dentro i codici, dentro i tribunali, dentro i Parlamenti, dentro le scelte delle nostre vite.
Inoltre, sappiate che trovo davvero vergognoso che ci sia pia gente che non dice una parola sui bambini migranti annegati, sulle violenze nei lager libici, sulle pie comunità che hanno fatto (letteralmente) le barricate per respingere donne incinte e bambini e ora insorge contro suicidio assistito ed eutanasia "in difesa della vita".
Siete sepolcri imbiancati. E io voglio venire con lo spray a scrivere quanto siete ipocriti.
*** Anna MALLAMO, giornalista e blogger, facebook, 26 settembre 2019, qui
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