La Principessa Mei, figlia unica del Grande Imperatore, compie diciottanni e in tutto l'impero sono proclamati solenni festeggiamenti per un mese.
L'ultimo giorno è dedicato alla scelta del futuro sposo, cui sarà trasmessa l'eredità del trono.
Ovviamente, nel corso del mese, innumerevoli sono stati i pretendenti, accorsi dai Paesi di ogni parte d'Oriente, ed è stata necessaria una lunga e dura selezione operata dai dignitari di corte, sotto attenta e continua supervisione, in ogni passaggio, del Grande Imperatore in persona.
Sono rimasti in lizza tre candidati ed è il momento della decisione.
Il primo offre ricchezze immense, raccolte in secoli di tradizione nobiliare di altissimo lignaggio; il secondo garantisce una forza guerriera di migliaia di soldati usciti vittoriosi da conflitti con nemici altrettanto valorosi; il terzo vanta un'abilità diplomatica di incredibili successi, esercitata in numerose negoziazioni su questioni internazionali delicatissime.
Gli uomini, in comune, hanno vigore, bell'aspetto, intelligenza, cultura: non sono più giovanissimi, ma l'età adulta li ha forniti di equilibrio e assennatezza. Si propongono con convinzione come sposi che sapranno fare la felicità della principessa.
La giovane Principessa Mei, tuttavia, pur dicendosi onorata della loro richiesta, con educazione e grandi sorrisi ma con fermezza, dice di no ad ognuno.
E presenta invece al padre un giovane di vent'anni, Cheng, figlio del più vecchio falegname della città: l'aveva conosciuto un giorno di primavera in cui era uscita in carrozza per andare a raccogliere fiori nei prati sulla collina. Si era rotta la stanga del calesse, il cocchiere aveva chiesto aiuto e il giovane, che lavorava in bottega lì vicino con il padre, aveva riparato il legno con maestria e rapidità.
Cheng non è di una bellezza particolare, anche se ha tratti aggraziati e seducenti. Ma colpisce soprattutto il suo viso: perché esprime, come mai si è visto in un uomo, una profonda e disarmante bontà d'animo.
Il Grande Imperatore prima oppone un po' di resistenza perché vorrebbe che la Principessa scegliesse uno dei tre candidati che le ha proposto. Ma poi cede e acconsente alla scelta della figlia per l'immenso bene che le vuole.
E così si celebra il matrimonio tra Mei e Cheng.
Dopo pochi anni, alla morte del Grande Imperatore, Cheng assume il comando dell'impero.
Lo governerà per oltre cinquant'anni con saggezza, equilibrio e infinita bontà verso tutti, assicurando al popolo il periodo più lungo di tranquillità e di prosperità. L'affetto dei sudditi è sincero e intenso: Cheng da chiunque è chiamato l'Imperatore Buono.
Lo governerà per oltre cinquant'anni con saggezza, equilibrio e infinita bontà verso tutti, assicurando al popolo il periodo più lungo di tranquillità e di prosperità. L'affetto dei sudditi è sincero e intenso: Cheng da chiunque è chiamato l'Imperatore Buono.
Oggi l'Impero è in lutto.
Cheng, a 94 anni, è morto: fino alla fine sereno e buono come era vissuto.
Il corpo giace sul letto in attesa della vestizione.
Mei piange silenziosa, mentre le donne si muovono nella stanza per preparare olii e profumi e approntare gli abiti.
Il corpo giace sul letto in attesa della vestizione.
Mei piange silenziosa, mentre le donne si muovono nella stanza per preparare olii e profumi e approntare gli abiti.
E' in questo momento che la donna più vecchia, avvicinandosi al corpo dell'Imperatore Buono, emette un urlo: con la mano gli ha sfiorato la faccia e ha notato come una pellicola che la ricopriva.
"Una maschera, una maschera" ripete con sgomento. "L'imperatore aveva una maschera: la sua faccia non era la sua. Ci ha ingannati."
"Una maschera, una maschera" ripete con sgomento. "L'imperatore aveva una maschera: la sua faccia non era la sua. Ci ha ingannati."
La Principessa si precipita accanto alla donna e si china su Cheng.
E' terrorizzata: il viso del suo sposo, amato con tanto amore, era in realtà una maschera?
Con un dito, pronunciando il nome di Cheng sottovoce, quasi a volerlo richiamare in vita, disegna il volto del marito, come tante volte aveva fatto quando era sopraffatta dalla bontà che la sua immagine esprimeva.
E ha un colpo al cuore: la pelle di Cheng prima si screpola, poi si apre, frantumandosi e disperdendosi.
Ma non è pelle: è seta.
Che fa comparire, sotto, altra pelle: la pelle vera.
Mei, sempre delicatamente ma con insistenza, bacia ogni punto della faccia di Cheng e in ogni punto la seta cede, disfacendosi.
Attorno alla Principessa le donne guardano: ammutolite, esterrefatte.
Adesso Mei, con dolcezza infinita, ha tolto ogni frammento di seta che componeva la maschera dal viso dell'imperatore Cheng.
Impossibile negare: Cheng portava una maschera di seta purissima e leggerissima e la maschera della bontà è ora sbriciolata, ridotta a minuscoli brandelli ai piedi del letto.
Mei è ritta in piedi che contempla il corpo di Cheng disteso nel letto.
L'imperatore adesso giace con la faccia finalmente nuda.
L'imperatore adesso giace con la faccia finalmente nuda.
Priva di maschera: solo la sua faccia naturale.
La Principessa fissa a lungo il viso di Cheng.
Poi chiede a coloro che sono nella stanza di avvicinarsi, facendo corona al capezzale dello sposo.
E a voce alta e ferma, con solennità, invita tutti a imprimersi bene in mente la vera faccia dell'Imperatore, perché non la dimentichino mai.
La faccia dell'Imperatore Buono è perfettamente identica alla maschera della bontà che Cheng ha indossato per 94 anni.
*** Massimo Ferrario, L'imperatore e la maschera della bontà, per Mixtura. Riscrittura di un racconto antico.
In Mixtura ark #Favole&Racconti di Massimo Ferrario qui
Poi chiede a coloro che sono nella stanza di avvicinarsi, facendo corona al capezzale dello sposo.
E a voce alta e ferma, con solennità, invita tutti a imprimersi bene in mente la vera faccia dell'Imperatore, perché non la dimentichino mai.
La faccia dell'Imperatore Buono è perfettamente identica alla maschera della bontà che Cheng ha indossato per 94 anni.
*** Massimo Ferrario, L'imperatore e la maschera della bontà, per Mixtura. Riscrittura di un racconto antico.
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