giovedì 31 ottobre 2019

#ANIMALI / Un Oxpecker rosso tra le corna di un Impala (Sunil Gopalan)

foto di Sunil Gopalan
Un Oxpecker rosso tra le corna di un Impala
facebook, 30 ottobre 2019, qui

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#HUMOR / Non capisco perché capiti sempre a fagiolo

@silloski
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#SPOT / Hallowen (Filippo Spinelli)

Filippo SPINELLI (Phil)
facebook, 30 ottobre 2019, qui

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#VIGNETTE / Ossessione (Diego Parés)

Diego Parés
disegnatore argentino
facebook, 30 ottobre 2019, qui

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#SGUARDI POIETICI / L'era dell'automobile (William Bronk)

Verso la fine, ciò che spaventa non è la morte ma la vita
che era sembrata, come si dice, un’auto che guidavamo
o in cui viaggiavamo; ma ora l’auto – usata –
viene cannibalizzata nel cimitero delle automobili
e ad ogni modo non è che prima andasse da qualche parte.

*** William BRONK, 1918-1999, poeta statunitense, L'era dell'automobile, da Motori diVersi, Crocetti, 2001, a cura di D. Piccini, in 'internopoesia', 15 ottobre 2019, qui


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#SPILLI / Il campanone dell'Umbria (Massimo Ferrario)

Sarà inelegante citarsi, ma mi serve per rafforzare le poche cose (banali) che voglio dire (e ridire). 

Scrivevo quasi due mesi fa, il 6 settembre scorso, alla nascita del governo Conte 2: «Se i risultati, nel giro di breve, non saranno davvero da 'svolta', e osservabili in modo il più possibile oggettivo e non opinabile, alle prossime elezioni, specie se non saranno a fine legislatura, l'estrema destra farà sicuramente il pienone: con centrosinistra e 5S ridotti al lumicino, accusati entrambi di essere a difesa dell'establishment più o meno europeo e 'nemici del popolo sovrano'. E nessuno più, per anni, ci salverà da un nazionalpopulismo fascistoide che potrà smantellare dall'interno (senza carri armati) la democrazia che conosciamo, intossicando definitivamente, più di quanto già non sia avvenuto, ogni cultura di convivenza civile.» (vedi L'azzardo del governo giallo-rosso, in #Spilli, 'Mixtura', qui).

Il voto umbro, checché se ne dica (alcuni tra gli sconfitti si vogliono consolare richiamando la specificità locale e la modesta consistenza del campione su scala nazionale, neppure superiore al 2%), non è un campanello d'allarme: ma un campanone che assorda pure i sordi.

Matteo Salvini, contro il quale è nato l'azzardo del governo attuale (non c'era, e tuttora non c'è, altra ragione che abbia 'convocato insieme' l'accozzaglia giallo-rossa che, appunto in quanto accozzaglia, sta dimostrando di non riuscire a stare insieme), è più rigoglioso che mai: dopo un leggero appannamento per il suicidio post-Papeete, vola nei numeri. E al suo volo si è unita Giorgia Meloni, più arrembante che mai: in Umbria ha superato la soglia magica del 10%. E qualcuno azzarda che domani possa addirittura insidiare il collega in voti ed estremismo.

Se non si blocca il trend nazional-populista estremo (subito, ora), una cosa sola non sappiamo: quando avverrà. 
Ma se il governo non diverrà alleanza in grado di produrre un'anima e una visione condivise, su contenuti sociali concreti e di rottura rispetto al passato e di sfida vera e radicale all'elettorato popolare, finora 'costretto' a tifare destra estrema per mancanza di competizione da parte di una sinistra che non c'è e di un centro sempre più arroccato ed elitario, la premiership di Salvini, supportata dalla Meloni, è ineluttabilmente all'orizzonte. 
E l'abisso prossimo venturo sarà stato favorito, grazie alla costruzione di un'autostrada iperveloce a dieci corsie graziosamente offerta chiavi in mano all'opposizione, proprio dall'esperimento del malriuscito Conte 2: che nelle dichiarazioni, reboanti e retoriche come sempre, aveva promesso una 'svolta' epocale e che nei fatti neppure ha saputo comunicare quel pochissimo di buono che pure è riuscito a mettere in campo.

Tutto ciò è grave sempre. Ma soprattutto è imperdonabile oggi. Come pure dovremmo tutti sapere ma, almeno dalle nostre parti politiche, non abbiamo imparato, la comunicazione conta ancora di più dei fatti: se è vero che c'è chi vende, tra gli applausi e il tifo della gente, insieme a problemi inventati e a soluzioni semplicistiche che non risolvono i problemi veri, un'infinità di fatti mai fatti.

Una sana etica dovrebbe impedirci di raccontare panzane: ma, a maggior ragione in un mondo di narratori di falsità, la battaglia politica non può limitarsi a stigmatizzare le turlupinature altrui. Deve contrapporre azioni precise e chiare che cambino la realtà nella sua materialità, oltre che nelle sue percezioni, dando risposte non illusorie ai bisogni fondati degli ultimi e dei penultimi della società: disoccupati, lavoratori precari, emarginati, ceto medio impoverito. Tutto un 'popolo', questo sì specifico e omogeneo, che da troppo tempo è dimenticato da chi una volta provava ad ascoltare e a rispondere e oggi è solo strumentalmente coccolato da imbonitori aventi come unico fine l'aumento ossessivo di potere in proprio: tanto sbavanti, per questo, da cedere al lapsus di invocare i "pieni poteri", perfetti per svuotare qualunque democrazia costituzionale, magari lasciandone intatto l'involucro.

Uno scenario aiutato dai troppi gonzi che non vedono. E che, se vedono, non capiscono: così assorbiti dal tifo per chi li prende in giro da non vedere e da non capire la presa in giro.
Ma questo è lo scenario che ci è dato vivere e che peraltro ci siamo costruiti, o abbiamo lasciato che altri costruissero. 
In questo contesto chi fa politica in contrasto con la deriva dominante è chiamato ad agire, mettendo in atto al più presto contenuti che portino a risposte, anche radicali, che gli interessati 'vedano davvero' nei loro effetti e siano capaci di mitigare la sofferenza e il rancore fin qui accumulati. 
Urge porre fine all'epoca delle parole vuote, uguali alla retorica vuota venduta fino ad oggi, per la quale milioni di cittadini, arrabbiati, si sono rifugiati nell'astensionismo, o hanno 'dovuto' credere ai miraggi del nazional-populismo creduto ultima spiaggia.
E ripetere che gli altri sono brutti-e-cattivi non serve: anzi, in un periodo in cui bruttura e cattiveria sono di moda, serve solo a rinforzare l'avversario, che ama viversi e farsi trattare come nemico per 'giustificare' la sua  compiaciuta e assoluta alternatività.

Non si può non aver sentito il campanone umbro: e non c'è bisogno di richiamare Ernest Hemingway e John Donne per ricordarci per chi suona la campana.

*** Massimo Ferrario, Il campanone dell'Umbria, per Mixtura


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#PANORAMI / Cascate di Nomizo, Giappone

Cascate di Nomizo, Giappone
foto di @Dera_e_mon
instagram, 17 novembre 2018, qui
via facebook, 27 ottobre 2019, qui

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#VIGNETTE / Oddioguarda, un elettore di sinistra (CharlieComics)

CharlieComics
facebook, 30 ottobre 2019, qui

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mercoledì 30 ottobre 2019

#ANIMALI / Old English Sheepdogs al vento (Cees Bol)

Bobtail (Old English Sheepdogs)
foto di Cees Bol (@dewollewei)
fotografo olandese
via facebook, 27 ottobre 2019, qui

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#HUMOR / I compleanni fanno bene alla salute

dalla rete

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#IN_LETTURA / Fernand Toussaint, William Stott of Holdham, Edward Minoff

Fernand TOUSSAINT, 1873-1956
pittore belga

° ° °

William STOTT of OLDHAM, 1857-1900
pittore inglese
via pinterest, qui

° ° °

Edward MINOFF, 1972
pittore statunitense
via pinterest, qui

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#VIGNETTE / Signore, perché ha creato la donna? (Massimo Cavezzali)

Massimo CAVEZZALI, 1950
facebook, 29 ottobre 2019, qui

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#SGUARDI POIETICI / Mi scrive il Barbanera di Foligno (Maria Luisa Spaziani)

Mi scrive il Barbanera da Foligno
che ogni ferita in terra ha la sua pianta
capace di guarirla, e che ogni male
così rientra nella sinfonia
del dare e dell’avere, vita e morte
danzanti insieme come due libellule.
Io l’ho cercata la segreta formula,
la bacca, il succo, la mitica polvere.
Ma ora aspetto da te qualche ingrediente
che sciolga e catalizzi la mistura:
capello biondo, lacrima, parola
per quella musica che dura.

*** Maria Luisa SPAZIANI, 1923-2014, poetessa, Mi scrive il Barbanera di Foligno, da L'occhio del ciclone, Mondadori, 1970, in 'il canto delle sirene', 21 ottobre 2019, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Luisa_Spaziani


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#INEDITI / Voto in Umbria, una provocazione, due sospetti (Renzo Modiano)

Sul voto in Umbria del 27 ottobre 2019.
E’ solo una teoria che non potrà mai essere provata, ma io sospetto che a determinare il trionfo della destra non sia stata l’incompatibilità genetica di PD e Cinque stelle, ma sia stato il fatto che il governo in carica sembra voler combattere seriamente l’evasione fiscale. Per la prima volta nella storia d’Italia.
Nessun sondaggio lo preconizzava? Certo, perché neppure ad un sondaggista qualcuno risponderebbe rivelando quell’intenzione disonesta.

E poi, mi viene il sospetto che il successo della Meloni coincida con i voti dei renziani. Più 5%,  esattamente il peso che viene stimato avrebbe Italia Viva se si votasse alle Politiche.

*** Renzo MODIANO, 1936, scrittore, già direttore di Personale e Organizzazione in una grande azienda, Una provocazione, due sospetti, per Mixtura
http://mimesisedizioni.it/renzo-modiano/


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(MasFerrario) - Per valorizzare la provocazione di Renzo Modiano qui sopra riportata mi permetto una breve annotazione. 
Il suo secondo sospetto (riguardante la crescita di FdI della Meloni nella misura dei voti stimati oggi dai sondaggi per il neo-partito renziano di ItaliaViva), è ardito nelle dimensioni numeriche evocate (5%), ma forse non così fantasioso nella sostanza: almeno se si legge lo studio sui flussi dell'Istituto Carlo Cattaneo (vedi commento a cura di Rinaldo Vignati, Elezioni regionali Umbria 2019. I flussi a Perugia, Istituto Carlo Cattaneo, 28 ottobre 2019, qui).
Nell'analisi, infatti, pur con mille cautele, si stima che possano essersi verificate perdite non trascurabili del Pd verso il centrodestra ("ma, significativamente, non verso la Lega"): quindi verso le liste civiche e, in parte, anche verso FdI (nella misura dell'1%). Questi flussi, si legge nel breve rapporto, potrebbero essere «il segnale che una parte degli elettori che nel 2018 votò centrosinistra ha trovato “innaturale” l’alleanza col M5s ed ha quindi preferito dirigersi altrove (l’assenza dalla coalizione di ItaliaViva, ossia della componente renziana, potrebbe in qualche misura aver inciso su questa dinamica)».

#PANORAMI / Leiden, Olanda

Leiden, Olanda
facebook, 28 ottobre 2019, qui

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#VIGNETTE / E adesso? (Mauro Biani)

Mauro BIANI, 1967
'la Repubblica', 29 ottobrer 2019, qui

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martedì 29 ottobre 2019

#BREVITER / Cari italiani (Fabio Pontefice)

facebook, 28 ottobre 2019, qui

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#FUMETTI / Il wifi non riprenderà a funzionare (Mirko's Scribbles)

Mirko's Scribbles (mirkoscribbles)
instagram, 16 ottobre 2019, qui

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#ARTE / La sposa (Ralph Brown)

Ralph BROWN, 1928-2013
scultore britannico
La sposa
facebook, 27 ottobre 2019, qui

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#VIGNETTE / Salvini, grazie a tutti (Stefano Tartarotti)

Stefano TARTAROTTI
facebook, 28 ottobre 2019, qui

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#SGUARDI POIETICI / Così trasporti gli anni (Patrizia Cavalli)

Così trasporti gli anni
tra falsi amori
perché nulla cambi,
riducendo in pigrizia
ogni terrore: nel punto fermo
senza distorsioni, tra due inaccessibili
passioni, che nulla si avvicini
veramente, che nulla se ne vada.


*** Patrizia CAVALLI, 1947, da Poesie, Einaudi, 1992, in 'ipotetisonovivi.com', 7 ottobre 2019, qui


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#SENZA_TAGLI / Tema di V elementare, all'amico benestante che vuole abbandonare gli studi (Antonio Gramsci)

Tema: "Se un tuo compagno benestante e molto intelligente ti avesse espresso il proposito di abbandonare gli studi, che cosa gli risponderesti?"

Svolgimento di Antonio Gramsci (Ghilarza, addì 15 luglio 1903) 

Carissimo amico, poco fa ricevetti la tua carissima lettera, e molto mi rallegra il sapere che tu stai bene di salute. Un punto solo mi fa stupire di te; dici che non riprenderai più gli studi, perché ti sono venuti a noia. Come, tu che sei tanto intelligente, che, grazie a Dio, non ti manca il necessario, tu vuoi abbandonare gli studi? Dici a me di far lo stesso, perché è molto meglio scorrazzare per i campi, andare ai balli e ai pubblici ritrovi, anziché rinchiudersi per quattro ore al giorno in una camera, col maestro che ci predica sempre di studiare perché se no resteremo zucconi. Ma io, caro amico, non potrò mai abbandonare gli studi che sono la mia unica speranza di vivere onoratamente quando sarò adulto, perché come sai, la mia famiglia non è ricca di beni di fortuna.
Quanti ragazzi poveri ti invidiano, loro che avrebbero voglia di studiare, ma a cui Dio non ha dato il
necessario, non solo per studiare, ma molte volte, neanche per sfamarsi.
Io li vedo dalla mia finestra, con che occhi guardano i ragazzi che passano con la cartella a tracolla, loro che non possono andare che alla scuola serale.
Tu dici che sei ricco, che non avrai bisogno degli studi per camparti, ma bada al proverbio "l'ozio è il
padre dei vizi." Chi non studia in gioventù se ne pentirà amaramente nella vecchiaia. Un rovescio di
fortuna, una lite perduta, possono portare alla miseria il più ricco degli uomini. Ricordati del signor Francesco; egli era figlio di una famiglia abbastanza ricca; passò una gioventù brillantissima, andava ai teatri, alle bische, e finì per rovinarsi completamente, ed ora fa lo scrivano presso un avvocato che gli da sessanta lire al mese, tanto per vivacchiare.
Questi esempi dovrebbero bastare a farti dissuadere dal tuo proposito. Torna agli studi, caro Giovanni, e vi troverai tutti i beni possibili.
Non pigliarti a male se ti parlo col cuore alla mano, perché ti voglio bene, e uso dire tutto in faccia, e non adularti come molti.
Addio, saluta i tuoi genitori e ricevi un bacio dal Tuo aff.mo amico Antonio

*** Antonio GRAMSCI, 1891-1937 , filosofo e leader politico, tema di 5^ elementare, citato da Sandra Amurri, Il piccolo grande Gramsci, 'Il Fatto Quotidiano', 12 novembre 2011, qui, riprodotto in 'movimentoesseresinistra', 12 aprile 2017, qui

Sulle origini di questo documento, scrive Sandra Amurri (qui): 
«La fotocopia di questo “tema d’autore” appartiene a Giovanni Cocco, giovane ricercatore dell’Università di Sassari, segretario provinciale del Pdci, che a sua volta l’ha ricevuta da suo padre Agostino, per oltre 20 anni segretario della scuola elementare intitolata ad Antonio Gramsci nel 1985, occasione in cui a tutti i bambini, venne regalato L’albero del riccio (di Antonio Gramsci, postumo 1948, Editori Riuniti, 2007). 
Ma l’originale dove si trova, visto che all’Archivio di Stato di Oristano, dove Agostino Cocco lo aveva inviato assieme a tutti gli altri, non è  mai arrivato? Un giallo che siamo riusciti a risolvere a patto che il nome di chi lo conserva - con la stessa gelosia con cui si ha cura di un tesoro - resti misterioso. L’originale del tema di quarta elementare di Gramsci ce l’ha il figlio della domestica del maestro di Antonio Gramsci, che ha ereditato la sua casa.
Nella Biblioteca, nascosto tra le pagine di un libro, c’era il tema di quel bambino che a dieci anni dava lezione di latino ai compagni del ginnasio. Una sola volta lo ha prestato alla Casa Museo Gramsci di Ghilarza perché fosse esposto durante un convegno, ma restando di guardia finché non gli è stato restituito. “È un vecchio compagno, cresciuto come me a pane e Gramsci”, dice Giovanni Cocco “che grazie ad Antonio ha appreso le cose veramente importanti per ognuno di noi, come il senso critico, e ha imparato - per fare un esempio di attualità stretta - che bisogna guardare alla speculazione finanziaria dando priorità alla speculazione mentale”».


In Mixtura i contributi di Antonio Gramsci qui
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#SPOT / Cile, gente pobre con uniforme

facebook, 24 ottobre 2019, qui

"Gente povera in uniforme
che va colpendo gente povera con fame 
per beneficiare gente ricca senza uniforme e senza fame"

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#VIGNETTE / Sono un fascista per bene (Gianni Allegra)

Gianni ALLEGRA
facebook, 28 ottobre 2019, qui

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lunedì 28 ottobre 2019

#ANIMALI / Sottocoperta

facebook, 27 ottobre 2019, qui

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#BRICIOLE / Complessità, da abbracciare (MasFerrario)


La complessità 
è 'nella' realtà: è 'la' realtà.
In noi c'è l'arzigogolo. 
Oppure la semplificazione semplicistica.
Quasi mai la 'com-prensione'
Che è accoglimento rispettoso, 
non violenza riduttiva. 
Ed è quindi, anche etimologicamente, 
l'abbraccio'
(da 'complector') 
di una realtà che è, 
per sua natura intrinseca,
'com-plessa'.
*** MasFerrario *** 

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#SPOT / Cambiamento (@decade2doodles)

@decade2doodles
instagram, 25 ottobre 2019, qui

"Penso di essere finalmente pronto per un cambiamento qui dentro."
"Guardare fuori sembra così bello dopo aver guardato dentro."

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#PANORAMI / Autunno nel Vermont

facebook, 26 ottobre 2019, qui

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#VIGNETTE / Non tutto il male (Altan)

ALTAN, 1942
'la Repubblica', 27 ottobrw 2019

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#SGUARDI POIETICI / Bella città (Misuzu Kaneko)

All’improvviso ricordo questa città:
i tetti rossi lungo la riva del fiume.

E nelle acque azzurre di questo grande fiume,
una vela bianca che si muoveva silenziosa.

Tra l'erba sulla riva del fiume
un giovane artista guardava
l'acqua, distratto.

E io? Io cosa facevo?
Quando ci penso, non posso ricordarlo,
mi rendo conto che era l’illustrazione  di un libro preso in prestito.


*** Misuzu KANEKO, 1903-1930, poetessa giapponese, Bella città, da Sei un’eco? La poesia perduta di Misuzu Kaneko, Chin Music Pr, 2016, in 'il canto delle sirene', 20 ottobre 2019, qui
https://en.wikipedia.org/wiki/Misuzu_Kaneko


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#MOSQUITO / La ricerca deve accrescere la proporzione del bene (Margherita Hack)

La ricerca dovrebbe essere libera, non dovrebbe essere guidata da nessuno. In fondo se ci si pensa bene, da che essa esiste è frutto dell’istanza del singolo piuttosto che risultato collettivo. Dovrebbe essere libera da vincoli religiosi e soggiogata a un unico precetto: progredire nelle sue applicazioni in funzione del benessere degli esseri viventi, uomini e animali. Ecco questa credo sia la regola e l’etica dello scienziato: la ricerca scientifica deve accrescere nel mondo la proporzione del bene. Le applicazioni della scienza devono portare progresso e non regresso, vantaggio e non svantaggio. Certo è anche vero che la ricerca va per tentativi e di conseguenza non ci si può subito rendere conto dell’eventuale portata negativa; in tal caso bisognerebbe saper rinunciare. 

*** Margherita HACK, 1922-2013, astrofisica, saggista, intervistata da Alessandra Carletti, Roma Tre News, n. 3/2007, citata in 'corriere.it/scuola', 20 giugno 2012, qui


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#QUADRI / Bosco con primo piano floreale (Léon Bonvin)

Léon BONVIN, 1834-1866
pittore francese

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#VIGNETTE / Francesco e le elezioni in Umbria (Mauro Biani)

Mauro BIANI, 1967
'la Repubblica', 27 ottobre 2019, qui

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domenica 27 ottobre 2019

#FOTO / Autunno alla Foresta del Cansiglio

Foresta del Cansiglio
dalla rete, qui

° ° °

Foresta del Cansiglio
dalla rete, qui

° ° °

Foresta del Cansiglio
dalla rete, qui

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#SCRITTE / Il cane è buono ma

via facebook, 20 ottobre 2019, qui 

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#QUADRI / _bccc (Fabio Bacchini)

_baccc (Fabio Bacchini)
illustratore
instagram, 21 gennaio 2018, qui

_baccc (Fabio Bacchini)
illustratore
25 febbraio 2019, qui

_baccc (Fabio Bacchini)
illustratore
31 maggio 2017, qui

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#VIGNETTE / Pane e sangue (Vauro)

VAURO, 1955
vignettista, scrittore, giornalista
'Il Fatto Quotidiano', 26 ottobre 2019, qui

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#SGUARDI POIETICI / Le cose della domenica (Corrado Govoni)

L’odore caldo del pane che si cuoce dentro il forno.
Il canto del gallo nel pollaio.
Il gorgheggio dei canarini alle finestre.
L’urto dei secchi contro il pozzo e il cigolìo della puleggia.
La biancheria distesa nel prato.
Il sole sulle soglie.
La tovaglia nuova nella tavola.
Gli specchi nelle camere.
I fiori nei bicchieri.
Il girovago che fa piangere la sua armonica.
Il grido dello spazzacamino.
L’elemosina.
La neve.
Il canale gelato.
Il suono delle campane.
Le donne vestite di nero.
Le comunicanti.
Il suono bianco e nero del pianoforte.
Le suore bianche bendate come ferite.
I preti neri.
I ricoverati grigi.
L’azzurro del cielo sereno.
Le passeggiate degli amanti.
Le passeggiate dei malati.
Lo stormire degli alberi.
I gatti bianchi contro i vetri.
Il prillare delle rosse ventarole.
Lo sbattere delle finestre e delle porte.
Le bucce d’oro degli aranci sul selciato.
I bambini che giuocano nei viali al cerchio.
Le fontane aperte nei giardini.
Gli aquiloni librati sulle case.
I soldati che fanno la manovra azzurra.
I cavalli che scalpitano sulle pietre.
Le fanciulle che vendono le viole.
Il pavone che apre la ruota sopra la scalèa rossa.
Le colombe che tubano sul tetto.
I mandorli fioriti nel convento.
Gli oleandri rosei nei vestibuli.
Le tendine bianche che si muovono al vento.

*** Corrado GOVONI, 1884-1965, poeta, Le cose che fanno la domenica, Gli aborti. Le poesie d’Arlecchino. I cenci dell’anima, San Marco dei Giustiniani, 2008, in 'interno poesia', 11 ottobre 2019, qui


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#HUMOR / E tu cosa fai nella vita? (@valemille)

@valemille
dalla rete

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#MOSQUITO / Merito come fedeltà all'impresa (Bruno Trentin)

Nella mia storia di sindacalista ho dovuto fare ogni giorno i conti con la meritocrazia, e cioè con il concetto di “merito”. Soprattutto negli anni 60, quando mi sono confrontato con la struttura della retribuzione, alla Fiat e in altre grandi fabbriche, e ho scoperto la funzione antisindacale degli «assegni» o «premi» di merito. Quando questi, oltre a dividere i lavoratori, finirono per rappresentare un modo diverso di inquadramento, di promozione e di comando della persona. E sancivano la garanzia del posto di lavoro e quindi la fedeltà all’impresa.

*** Bruno TRENTIN, 1926-207, sindacalista, Chi comanda nell'impero della meritocrazia, 'l'Unità', '13 luglio 2006, citato in Francesca Coin, Valutatemi!, 'roars', 2 luglio 2018, qui, e in 'strisciarossa', 23 ottobre 2019, qui


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#VIGNETTE / E vi prometto (Fabio Magnasciutti)

Fabio MAGNASCIUTTI
facebook, 26 ottobre 2019, qui

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