Un giorno un lupo emaciato dalla fame incontrò un cane ben pasciuto.
Fermatisi, dopo essersi salutati, il lupo chiese:
"Dimmi, come fai ad essere così bello? Con quale cibo sei ingrassato tanto? Io che sono di gran lunga più forte, muoio di fame".
Il cane rispose schiettamente:
"Puoi stare così anche tu, se presti ugual servizio al mio padrone".
"E che dovrei fare?", chiese il lupo.
"La guardia della porta, la custodia della casa dai ladri della notte. Mi danno il pane senza che lo chieda; il padrone mi getta le ossa dalla sua mensa; gettano pezzi i servi e quel che avanza del companatico. Così, senza fatica, la mia pancia si riempie".
"Ma io sono pronto! Ora conduco una vita grama sopportando nei boschi neve e piogge; quanto è più facile vivere sotto un tetto, starsene in ozio, saziandosi di abbondante cibo!".
"Vieni dunque con me".
Mentre camminano, il lupo nota il collo del cane spelacchiato dalla catena.
"E questo cos'è, amico?".
"Non è niente".
"Ma ti prego, dimmelo".
"Dato che sembro troppo vivace, mi legano di giorno, affinché riposi quando è chiaro e sia sveglio quando viene la notte; al tramonto, slegato, me ne vado in giro dove voglio.
"Ma se ti viene voglia di andartene, ti è permesso?".
"Questo no assolutamente", rispose il cane.
"Allora goditi pure tutto quello che stai lodando, o cane. Neanche un regno vorrei, se non sono libero".
*** FEDRO, 20 (15) a.C-51 d.C, scrittore romano, Il lupo e il cane, VII favola del III libro delle 'Fabulae' (testo riscritto ma con traduzione fedele)
https://it.wikipedia.org/wiki/Fedro
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_lupo_e_il_cane
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_lupo_e_il_cane
Cave canem
Mosaico rinvenuto a Pompei, casa di Orfeo
foto di Massimo Finizio
(dal web)
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