tag:blogger.com,1999:blog-90280029424609246592024-03-16T19:50:37.885+01:00Mixturadi tutto un po', a modo mio // seriamente, ironicamente // per (far) pensareMassimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.comBlogger18728125tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-47792417889900246172024-02-28T14:58:00.002+01:002024-02-28T14:58:42.786+01:00#SPILLI / Pensiero 'eretto' (Massimo Ferrario)<p style="text-align: justify;">Follia sempre più folle.</p><p style="text-align: justify;">Si comincia a tastare il terreno per mandare uomini sul campo in Ucraina. L'invio di armi è stata la premessa. Ora la guerra va fatta sul serio.</p><p style="text-align: justify;">Macron si prenota: al momento tutti dicono no. Ma se e quando diranno sì, Macron sarà in posizione di vantaggio per vantare la primogenitura della follia. E avere un ruolo da protagonista.</p><p style="text-align: justify;">E' così che ci si avvicina al baratro. E non sarà solo il suicidio dell'Occidente.</p><p style="text-align: justify;">Siamo nelle mani di questa gente. Innominabile. Inqualificabile. Non sanno più cosa sia il 'pensiero retto'. Raggiungono l'orgasmo solo con quello 'eretto': a pene di cane. </p><p style="text-align: justify;"><b>*** Massimo Ferrario, </b><i>Pensiero 'eretto',</i> Mixtura e 'Facebook', 28febbraio2024</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJOyhGcim33SCYWsPZJHg9WgGfki1MrIrTGv-9br7X6jkaqfhKpEYLY7UPWSKk6at5cO6skSyAZ-hhl_dIrJzJt-2okS8ijFNOwIQXv3DkJVomYblLy8IkS4WZ5sGwW1Zr5ZHgFMj98COGi_uYeh0RTmuHg5Xhbmue-C0fynHZxq8KHHfiUE14KcgcmWo/s486/Mix_jpg,%20armamenti%20nucleari.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="316" data-original-width="486" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJOyhGcim33SCYWsPZJHg9WgGfki1MrIrTGv-9br7X6jkaqfhKpEYLY7UPWSKk6at5cO6skSyAZ-hhl_dIrJzJt-2okS8ijFNOwIQXv3DkJVomYblLy8IkS4WZ5sGwW1Zr5ZHgFMj98COGi_uYeh0RTmuHg5Xhbmue-C0fynHZxq8KHHfiUE14KcgcmWo/s320/Mix_jpg,%20armamenti%20nucleari.png" width="320" /></a></div><br /><p><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Spilli di Massimo Ferrario, <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Spilli">qui</a></span></b></p>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-68984783797429959732024-02-08T07:00:00.005+01:002024-02-08T07:00:00.137+01:00#FAVOLE & RACCONTI / Moshé e l'orologio d'oro (Massimo Ferrario)<div style="text-align: justify;">Moshé non trova più il suo orologio d’oro. Ha un sospetto che non riesce ad allontanare: deve essere stato Avrahàm, invitato a casa l’altro giorno insieme a tanti altri amici per la festa di compleanno. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Moshé non sa come comportarsi e si rivolge al rabbino Meir, che è famoso nel villaggio perché capace sempre di suggerire soluzioni intelligenti a ogni problema. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il rabbino Meir ascolta con attenzione Moshé. Poi gli consiglia di invitare i suoi amici, Avrahàm compreso, per una riunione di riflessione teologica. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">“Provate a commentare i Dieci comandamenti: ognuno esprimerà il suo pensiero e dirà quali comandamenti nella vita ha trovato più difficili da applicare. Quando arrivate a ‘Non rubare’, il settimo comandamento, guarda bene negli occhi il tuo amico Avrahàm e vedi che reazione ha”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tempo dopo Moshé incontra il rabbino Meir alla sinagoga: è tutto felice e gli mostra il suo orologio d’oro al polso. </div><div style="text-align: justify;">“Bene, sono contento per te, Moshé. Hai seguito il mio consiglio?”. </div><div style="text-align: justify;">“Sì, ho invitato gli amici e abbiamo discusso dei Dieci comandamenti. Solo che… </div><div style="text-align: justify;">“Solo che… ?</div><div style="text-align: justify;">“Non ho avuto bisogno di arrivare al settimo comandamento, ‘Non rubare’…</div><div style="text-align: justify;">“Non capisco”.</div><div style="text-align: justify;">“E’ bastato arrivare al sesto, ‘Non commettere adulterio’. E’ stato lì che mi sono ricordato dove avevo dimenticato l’orologio”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>*** Massimo FERRARIO, </b><i>Moshé e l’orologio d’oro,</i> ‘Mixtura’, 8 febbraio 2024. Riscrittura di una famosa storiella di tradizione ebraica. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVjh1oS4ayKqRnZo4s0g0-3LTbjJPutG8Uls3iF9midbJzdAwmiHD0XgCi2JLDYFadDvipNxPWr-unSIdZTgCVnz5Uvt6DYbdlVfUyRNksAfEH4Ye_HfpK0sUHGCeQFoYNzE2vhChb6I8Z4K7zvvTxK5bTaRiUEksb-uW82a1juawCzlnQRIGBAZtgmoY/s331/Mix_jpg,%20orologio%20d'oro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="279" data-original-width="331" height="169" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVjh1oS4ayKqRnZo4s0g0-3LTbjJPutG8Uls3iF9midbJzdAwmiHD0XgCi2JLDYFadDvipNxPWr-unSIdZTgCVnz5Uvt6DYbdlVfUyRNksAfEH4Ye_HfpK0sUHGCeQFoYNzE2vhChb6I8Z4K7zvvTxK5bTaRiUEksb-uW82a1juawCzlnQRIGBAZtgmoY/w200-h169/Mix_jpg,%20orologio%20d'oro.jpg" width="200" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Favole&Racconti di Massimo Ferrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Favole%26Racconti">qui</a></span></b></div>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-4902930631767371312024-02-07T07:00:00.032+01:002024-02-07T09:14:44.196+01:00#FAVOLE & RACCONTI / L'uovo e il pulcino (Massimo Ferrario)<div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;">«Sono infelice, dottore: non ne posso più. Ho bisogno di lei: farò tutto ciò che mi dirà di fare».</div><div style="text-align: justify;">Il terapeuta sorrise. </div><div style="text-align: justify;">«Vuole cambiare vita?».</div><div style="text-align: justify;">«Voglio cambiare me. Ci ho provato, ma non ci sono riuscito. Sono venuto da lei perché mi hanno parlato bene della sua competenza. Le chiedo di cambiare il mio io: i miei atteggiamenti verso il mondo, i miei comportamenti. Tutto ciò che mi riguarda. Voglio essere un altro».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il terapeuta pregò di attendere. Uscì dallo studio e rientrò dopo mezzo minuto. Aveva in mano un uovo. Lo depose sulla scrivania. Chiese:</div><div style="text-align: justify;">«Le farò alcune domande che le appariranno banali. Cos'è questo?».</div><div style="text-align: justify;">«Un uovo, ovviamente.»</div><div style="text-align: justify;">«Se lo rompessi, cosa ci potrei fare?»</div><div style="text-align: justify;">«Beh, potrebbe farsi un uovo all’occhio di bue... Oppure una frittata.»</div><div style="text-align: justify;">«Perfetto. E se nell'uovo ci fosse un pulcino, cosa accadrebbe se lo rompessi?»</div><div style="text-align: justify;">«Il pulcino morirebbe» disse l'uomo, sempre più infastidito dalla ovvietà delle domande.</div><div style="text-align: justify;">«Esattamente». </div><div style="text-align: justify;">Il terapeuta lasciò trascorrere qualche secondo.</div><div style="text-align: justify;">«Cosa le dice questo esempio?».</div><div style="text-align: justify;">L'uomo cercò di superare l’irritazione. Si fece silenzioso per almeno un minuto: rifletteva.</div><div style="text-align: justify;">«Dovrebbe essere qualcosa che ha a che fare con il mio cambiamento?»</div><div style="text-align: justify;">«Certo. Con il cambiamento suo e di tutti.»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L'uomo attese ancora qualche secondo prima di rispondere.</div><div style="text-align: justify;">«Forse...».</div><div style="text-align: justify;">«Forse?».</div><div style="text-align: justify;">«Forse vuol dire che se l’uovo viene rotto dall’esterno, la morte del pulcino è sicura: la sua vita finisce prima ancora di cominciare. Se invece l'uovo viene rotto da dentro, il pulcino si libera dal guscio e dà inizio alla sua vita.» </div><div style="text-align: justify;">«Già, è così. Lei mi sta chiedendo di cambiarle la vita: non gliela posso cambiare io e non gliela può cambiare nessuno. Chi ci provasse, farebbe solo danni. Solo lei, da 'dentro', può rompere il guscio che imprigiona la sua vita attuale e darsi una nuova vita. Per il cambiamento, ognuno di noi è pulcino e nessuno può sostituirsi a noi nel fare quello che il pulcino deve fare se vuole rompere la corazza in cui si sente ingabbiato». </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L'uomo rimuginava. </div><div style="text-align: justify;">«Quindi lei non può fare nulla per me?».</div><div style="text-align: justify;">«Posso fare molto, ma nulla di quello che mi chiede».</div><div style="text-align: justify;">«Cioè?».</div><div style="text-align: justify;">«Posso aiutarla a rompere il guscio. Ma, anche qui, solo se lei lo vuole e solo se insieme, una volta stabilito un rapporto di fiducia, riusciamo ad avviare un percorso di piccoli passi. Il pulcino resta lei, non io: almeno per ciò che chiamiamo 'psiche' (ma c’è qualcosa che non ricada alla fine nella 'psiche?') i grandi cambiamenti, le trasformazioni più importanti, cominciano sempre da ‘dentro’. E se non è il ‘dentro’ a deciderli, nulla avviene.»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>*** MASSIMO FERRARIO</b>, <i>L’uovo e il pulcino,</i> ‘Mixtura’, 7 febbraio 2024. Libera riscrittura di una suggestione nota agli psicologi e ripresa anche da Maxi Costales, psicologo e psicoterapeuta spagnolo, <i>Cambiare dall'interno, </i>blog 'maxicostales.es', 28 luglio 2014. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEij554PB89MI2m5O0B4xrVZexGBWzaDAFTp8QhyT2MswI_ljp6bupBN5SQ5nGrznQ2ad_k5H_GMILfywURCRr8TjexU_Ynjua154jGkHu_7A58CtUbXA4-XpW7D8SscsV7xo_crxY0e3X426x121RQFynbMJPibvT6o4ZdUB4iRWaMIdFmin8inZEP1Pro/s294/Mix_jpg,%20lettino%20psicanalitico.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="157" data-original-width="294" height="157" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEij554PB89MI2m5O0B4xrVZexGBWzaDAFTp8QhyT2MswI_ljp6bupBN5SQ5nGrznQ2ad_k5H_GMILfywURCRr8TjexU_Ynjua154jGkHu_7A58CtUbXA4-XpW7D8SscsV7xo_crxY0e3X426x121RQFynbMJPibvT6o4ZdUB4iRWaMIdFmin8inZEP1Pro/s1600/Mix_jpg,%20lettino%20psicanalitico.jpg" width="294" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Favole&Racconti di Massimo Ferrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Favole%26Racconti">qui</a></span></b></div></div>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-58216438865710209092024-01-26T12:00:00.002+01:002024-01-26T12:13:48.496+01:00#FAVOLE & RACCONTI / Riccardo e il Pagliaccio Nasorosso (Massimo Ferrario)<div style="text-align: justify;">Guglielmo il Magnifico regnava su un regno pacifico e prospero. Il re cercava di essere giusto e clemente, ma spesso si lasciava trascinare dal potere attribuitogli dal ruolo, perdeva la calma necessaria per governare con equilibrio e equità e rischiava di essere autoritario e impositivo. </div><div style="text-align: justify;">Un giorno, il re decise di organizzare una festa per i suoi vent’anni di regno. Invitò tutti i sudditi, compresi nobili, contadini e bambini.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Alla festa, il re si divertiva a parlare con i sudditi. Si fermò a conversare anche con Nasorosso, un pagliaccio che per tutta la mattinata aveva fatto ridere tutti con le sue barzellette e le sue prese in giro.</div><div style="text-align: justify;">Quel pagliaccio lo affascinava: lo seducevano la sua libertà, la sua leggerezza, la sua ironia. Gli chiese come facesse ad apparire sempre così felice. </div><div style="text-align: justify;">Nasorosso rispose: "È semplice, maestà. Io non ho potere. E chi non ha potere, non ha nulla da perdere".</div><div style="text-align: justify;">Il re rimase colpito da queste parole.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Un altro giorno, mentre camminava per strada, re Guglielmo il Magnifico si fermò a parlare con un bambino che giocava tutto solo con un pallone di stracci legati insieme da una corda: era visibilmente felice e si impegnava come stesse facendo la finale di una coppa del mondo. “Come ti chiami?”, gli chiese il re. “Riccardo”, rispose il bambino. “Mi pare che tu ti stia molto divertendo, Riccardo. Posso chiederti il segreto di questa tua gioia? Tra l’altro, non credo tu sia uno tra i bambini più ricchi del regno…”. </div><div style="text-align: justify;">Il bambino annuì: "E’ vero, maestà: sono l’ultimo di dieci fratelli e non sempre a casa abbiamo da mangiare per tutti. Ma sono felice perché sono libero. Io sono un bambino: i bambini non hanno responsabilità e possono fare quello che vogliono".</div><div style="text-align: justify;">Anche stavolta il re rimase colpito da queste parole. E decise che avrebbe riflettuto sul suo rapporto con il potere e su come migliorare il suo stile di governo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La settimana successiva il re fu chiamato a risolvere una disputa tra due nobili. I due nobili erano entrambi arroganti e prepotenti: ognuno si era intestardito a voler avere ragione e voleva vincere contro l’altro per dimostrare il suo potere. Il re cercò di mediare tra loro, fornendo consigli e invitandoli a trovare un accordo, ma i due nobili volevano fosse il re, con la maestà del suo ruolo, a decidere chi di loro dovesse prevalere. Insomma: accettavano solo il suo verdetto. Guglielmo il Magnifico decise che questa era l’occasione per passare un messaggio importante: la gente del regno, e in particolare la classe dei nobili, doveva imparare a gestire i conflitti per conto pro-prio, in modo adulto, senza bisogno di ricorrere sempre alla legge o al potere del re.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il re chiamò a corte Nasorosso e il bambino. E a entrambi presentò il caso. Loro si consultarono per decidere co-me agire. Poi il pagliaccio chiese ai due nobili di poter assistere in silenzio alla loro discussone per almeno un quarto d’ora. Così avvenne. Al termine del quarto d’ora Nasorosso alternò l’imitazione dei due che si gettavano in faccia le cose peggiori: prendeva in giro entrambi per le parole che usavano e, soprattutto, per i gesti scalmanati con cui pensavano di imporsi. Non aveva tralasciato neppure un insulto di quelli che si erano lanciati. I due, con le voci contraffatte da Nasorosso, erano risultati ridicoli. Il bambino si scompisciava dalle risa, non solo perché così era stato concordato con Nasorosso, ma perché la recita del pagliaccio era davvero insuperabile. I due nobili, all’inizio ammutoliti e anche visibilmente seccati, pian piano non resistettero: anche stimolati dallo sghignaz-zare del bambino, si riconobbero nelle parti interpretate dal pagliaccio e, dopo essersi trattenuti per un po’, non poterono più soffocare le risa. Quando finirono di ridere, trovarono l’accordo e se ne andarono stringendosi la mano e ringraziando sia Nasorosso che Riccardo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il re nominò il pagliaccio consigliere di corte per l’ironia e lo invitò a organizzare da subito un gruppo di satirici che ogni giorno, con vignette sul giornale principale del regno, fossero liberi di prendere in giro chi volevano. Invece Riccardo ricevette un pallone di cuoio prodotto dal miglior artigiano del regno e fu invitato a organizzare una squadra di calcio composta con i più bravi bambini del regno per battere in un apposito torneo i bambini del regno vicino.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>*** Massimo Ferrario,</b> <i>Riccardo e il pagliaccio Nasorosso</i>, ‘Mixtura’ (masferrario.blogspot.com), 26gen24. Testo creativo liberamente ispirato a uno spunto tratto da un racconto elaborato su specifica richiesta da <b>Bard-Google,</b> chatbot di intelligenza artificiale generativa, interrogato il 24gen24 </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixN-Xpq-xdm-K-MQqXaGr_M9ifAlG7RM7Al43eFztx33mSifH9KIH7JuR_9r1gUozUXeTLRewyKmMP6MTl2TA68iWc5PU_B2OJIAL95FmQ_eApTUcEFb_1kzdR3SBeJRbcUZ4Goc0XM6i3TtJA4sAV8j4Pk9oOTOxg2ojma9VPKEKuQcxn7QbUsHQ596g/s165/Mix_jpg,%20pagliaccio.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="161" data-original-width="165" height="161" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixN-Xpq-xdm-K-MQqXaGr_M9ifAlG7RM7Al43eFztx33mSifH9KIH7JuR_9r1gUozUXeTLRewyKmMP6MTl2TA68iWc5PU_B2OJIAL95FmQ_eApTUcEFb_1kzdR3SBeJRbcUZ4Goc0XM6i3TtJA4sAV8j4Pk9oOTOxg2ojma9VPKEKuQcxn7QbUsHQ596g/s1600/Mix_jpg,%20pagliaccio.png" width="165" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Favole&Racconti di Massimo Ferrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Favole%26Racconti">qui</a></span></b></div>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-63034347037126655362024-01-24T12:11:00.002+01:002024-01-24T12:11:35.234+01:00#FAVOLE & RACCONTI / Si chiamavano Emma (Massimo Ferrario)<div style="text-align: justify;">C’era una volta una bambina di nome Emma che viveva in una piccola città. Era curiosa, sempre informata su quello che accadeva nel mondo, leggeva libri e giornali, non si perdeva un telegiornale. </div><div style="text-align: justify;">Un giorno, Emma riconobbe per strada un politico che frequentava spesso gli studi televisivi: era un tipo alto e imponente, con un vestito elegante, un sorriso smagliante, una parlantina sciolta. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Emma era affascinata: gli sembrava una persona molto importante e potente. Si avvicinò al politico e gli chiese: "Signore, come si fa a diventare potenti?"</div><div style="text-align: justify;">Il politico sorrise. "Mi sembri una bambina intraprendente. Davvero vuoi sapere la verità?". </div><div style="text-align: justify;">"Certo, non voglio più essere trattata da bambina cui si raccontano le favole." </div><div style="text-align: justify;">"Allora ti dico come stanno le cose, ma non svelare a nessuno il segreto. Per diventare potenti, bisogna essere bravi a manipolare le persone, facendo in modo che queste facciano il più possibile quello che tu vuoi. Però...". </div><div style="text-align: justify;">"Però?" </div><div style="text-align: justify;">"Però ciò che ti ho appena detto vale per noi uomini. Le donne, per quanto si possano sforzare, non ce la faranno mai a raggiungere vere posizioni di potere." </div><div style="text-align: justify;">"Perché?" </div><div style="text-align: justify;">"Perché gli uomini sono più potenti delle donne." </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Emma rimase impressionata dalla franchezza dell'uomo. Giurò a sé stessa che sarebbe diventata presidente del consiglio: più potente del politico che aveva appena incontrato. E da quel momento si impegnò con tutte le sue forze in questa sfida con sé stessa.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dopo molti anni di pratica politica Emma fondò un suo partito personale. Poi fu eletta deputata. Poi fu nominata ministro. E finalmente divenne presidente del consiglio. </div><div style="text-align: justify;">Un giorno Emma, che si sentiva particolarmente oppressa dalle infinite incombenze che la perseguitavano e aveva il bisogno impellente di riservarsi almeno una briciola di tempo di libertà, si accordò con i poliziotti della scorta: che la controllassero da lontano e la lasciassero gironzolare sola, almeno per qualche minuto, tra i vialetti di un parco pubblico. Desiderava respirare l'aria pulita dell'inizio di primavera, fuori dall’aria viziata e dagli affanni del Palazzo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si avvicinò a una bambina, che giocava con una bambola. Le assomigliava: si ricordò di quando aveva incontrato il politico che l'aveva sfidata a diventare quello che era diventata.</div><div style="text-align: justify;">"Come ti chiami", le chiese.</div><div style="text-align: justify;">“Emma”.</div><div style="text-align: justify;">“Ti chiami come me, sai?”</div><div style="text-align: justify;">La bambina la guardò, senza dire nulla. Poi domandò: "Vuoi giocare con me?".</div><div style="text-align: justify;">"Vorrei. Ma non posso. Devo lavorare".</div><div style="text-align: justify;">"Sempre così, voi grandi: dovete lavorare e non avete mai tempo per giocare con noi bambini...” Poi aggiunse: “Ma tu che mestiere fai?"</div><div style="text-align: justify;">Emma sorrise. “Un mestiere importante, ma difficile da spiegare. Per farlo ci ho speso la vita”.</div><div style="text-align: justify;">“Sarai contenta, allora.”</div><div style="text-align: justify;">Emma ripensò a quando, da piccola, fece la domanda su come si diventa potenti. Ora era campionessa nell'arte di manipolare la gente e raccontare frottole. Guardò la bambina e fu conquistata dalla sua innocenza: si rivide. Per una volta decise di essere sincera. </div><div style="text-align: justify;">"No. Sono la donna potente che volevo essere. Non potrei dirlo, ma non sono contenta. Ma tu sai chi sono?". </div><div style="text-align: justify;">Emma, per nulla imbarazzata, rispose: "Non ti ho mai visto. Ma mi hai appena detto che non sei contenta del lavoro che fai. Se sei una donna potente, perché non lo cambi, allora?".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>*** Massimo Ferrario</b>, <i>Si chiamavano Emma,</i> ‘Mixtura’ (masferrario.blogspot.com), 24gen24. Testo creativo liberamente ispirato a uno spunto tratto da un racconto elaborato su specifica richiesta da Bard-Google, chatbot di intelligenza artificiale generativa, interrogato il 18gen24 </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMzLkbePto-fVnrCNCmDMTYPHQNSXZB7Nhbe6OqRqIZ4yGwLSRmYZqKjphXXaw8cK7Rljynvs860RRv0yqJzT3G0pgaakh2lDf6IrF5WkTeK2KdPgLxigpbW3XDArAO5w4DlzY5Z9-oAzoVIbYyIaMNu5a-MP1_pSjEZjwwu4h0W-k7USQP0hs8sikNLw/s368/Mix_jpg,%20manipolare.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="368" data-original-width="336" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMzLkbePto-fVnrCNCmDMTYPHQNSXZB7Nhbe6OqRqIZ4yGwLSRmYZqKjphXXaw8cK7Rljynvs860RRv0yqJzT3G0pgaakh2lDf6IrF5WkTeK2KdPgLxigpbW3XDArAO5w4DlzY5Z9-oAzoVIbYyIaMNu5a-MP1_pSjEZjwwu4h0W-k7USQP0hs8sikNLw/w183-h200/Mix_jpg,%20manipolare.png" width="183" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Favole&Racconti di Massimo Ferrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Favole%26Racconti">qui</a></span></b></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-44427412257044095822024-01-19T10:12:00.006+01:002024-01-24T09:30:01.485+01:00#FAVOLE & RACCONTI / Leo e il sindaco Bugiardone (Massimo Ferrario)<div style="text-align: justify;">In un piccolo paese dove spesso le galline scorrazzavano per strada incuranti dei carretti viveva un bambino di nome Leo. Aveva sette anni, due guance rosse come mele mature e una curiosità grande quanto il cielo. Governava quel paese un sindaco che amava fare grandi discorsi e promettere ponti anche dove non c'era un fiume.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Verso la metà del suo mandato, il sindaco decise di indire una grande festa per celebrare la sua amministrazione. Ovviamente le sue parole furono molto fumo e poco arrosto, ma le persone, che in passato gli avevano creduto, ormai si erano abituate: l’avevano soprannominato Bugiardonee non se ne preoccupavano più di tanto. Nella foga del discorso, anche per propiziarsi il favore degli elettori per le future elezioni, il sindaco si lasciò scappare, insieme alle solite promesse con cui avrebbe trasformato il paese in un Bengodi per tutti, un impegno particolare per i bambini. "Costruirò il più grande parco giochi del mondo. Proprio qui!", esclamò, indicando un campo vuoto. "E sarà gratuito per grandi e piccini!".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Leo, che ascoltava da dietro un albero, tirò fuori una penna e un foglietto dalla cartella che si portava sempre appresso perché era orgoglioso di far vedere che ormai era grande e andava a scuola. E vi scrisse l’ultima promessa del sindaco, con accanto giorno e ora.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Naturalmente passarono due anni e il parco giochi restò vuoto: neppure un’altalena, solo erbacce. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Arrivarono le elezioni e il Sindaco tornò in piazza per il comizio finale. Leo attese che finisse di dire le sue fanfaronate, poi alzò la mano in mezzo ai pochi che facevano finta di ascoltare. Il segretario del sindaco gli diede subito la parola: bisognava far vedere, specie per ingraziarsi il voto dell’indomani, che anche un bambino, se aveva da dire, poteva dire. Leo avanzò sotto il palco, con calma e decisione. Estrasse il suo bigliettino e lo diede al sindaco attraverso il segretario, che subito, premuroso, glielo portò. Il sindaco lesse e rilesse: poi batté più volte gli occhi, aprendosi il colletto della camicia, come a cercare aria da respirare. Leo urlò a tutti di non allontanarsi e invitò gli indifferenti a farsi vicini. Quindi, a voce alta e sicura, domandò: “Il nostro sindaco, due anni fa esatti, si impegnò pubblicamente ad aprire un parco giochi per noi bambini. Avrebbe dovuto essere il parco più grande del mondo e doveva essere costruito qui: in questo campo. Qualcuno di voi lo vede?”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il sindaco era diventato rosso come un peperone. Leo ripeté la domanda. Il sindaco balbettò qualcosa di incomprensibile. Il bambino lo incalzò. “Allora, signor Sindaco?”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Bugiardone ebbe un lampo e si rianimò: parve ritrovare spirito e parole. Sorrise, rilassato. “Ma il parco c’è, caro il mio bambino. L’avevo promesso e io mantengo sempre ciò che prometto. Il parco c’è. Soltanto che è... invisibile! Sì, è invisibile. Però, se vi sforzate, tutti lo possiamo vedere: è un parco mentale, per esercitare la fantasia, per sognare, per inventare… Ci si entra quando si vuole: è libero e sempre aperto per tutti…".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il bambino guardò il sindaco. “Dite che il parco è invisibile e che basta la fantasia per vederlo?”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il sindaco parve rinfrancarsi: forse aveva trovato la risposta giusta. “Certo. Ci vuole fantasia. Voi bambini ne avete tanta: non fatevela togliere. Siete così bravi a fantasticare che potete insegnare anche a noi adulti a immaginare e vedere ciò che non si vede”. Si rivolse ai compaesani: “Non è così, forse?”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Leo lasciò trascorrere qualche secondo. Il gruppo di paesani, incuriosito, stava zitto: aveva gli occhi fissi sul bambino. E lui, con un balzo, salì sul palco. “Allora è semplice”, gridò a tutti. “La mia fantasia dice che lei, signor sindaco, non ha nessun titolo per essere sindaco: certo, l’hanno votata, ma per me lei non è stato votato da nessuno. Di più: lei non esiste. Né per oggi, né per domani. Lei non ha né autorità, né potere: esistono solo le sue parole al vento. Questo è ciò che io vedo, se la guardo. Lei è un signor nessuno. Però io sono ancora piccolo: fantastico, come fanno i bambini, lei dice. Sogno. Invento. E soprattutto non voto: quindi non conto nulla. Loro, invece, stanno per votare. E non hanno bisogno della fantasia per far sì che lei non sia più sindaco. Basta una croce, domani, e tutti avremo smesso di farci prendere in giro”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non si sa come andarono le cose. Perché chi vende illusioni spesso piace, mentre chi svela le fanfaronate non sempre suscita simpatia, dato che la gente non ama pensare di essere stata ingannata. Forse Bugiardone non fu più sindaco, forse lo fu ancora. Sono certe tre cose. Che Bengodi sta solo nelle favole. Che, almeno in quel paese, un bambino, richiamando gli adulti al rispetto di se stessi, ricordò a tutti cosa deve essere un’autorità. E che, sempre in quel paese, le galline ancora a lungo continuarono a girovagare per le strade, incuranti di tutto: simili a molti (sempre troppi) che galline non sono e non dovrebbero essere.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>*** Massimo Ferrario,</b> <i>Leo e il sindaco Bugiardone,</i> ‘Mixtura’, 19gen24. Testo liberamente ispirato a un racconto elaborato su mia specifica richiesta da <b>Perplexity</b>, motore di ricerca di intelligenza artificiale generativa, interrogato il 18gen24</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ1f7s1sdX1lz3jkaxWdb-6yfEQdcWcDvPtuqfKnXBwzsrrdGHr7ioSJuz2UPU5HNFXrvtd6RNjHb8Y3KFZ6e2eYXm6YWi__UqSBJXwxrdoWm37kL_tliaGAH5-K5sYawbcO4l5SpsUe_gl7xBd8QOpPVGn2QiDfF1AWbMDXuKyJml2O2ca7HMLtmC32E/s591/Mix_jpg,%20Bugiardone.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="591" data-original-width="584" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ1f7s1sdX1lz3jkaxWdb-6yfEQdcWcDvPtuqfKnXBwzsrrdGHr7ioSJuz2UPU5HNFXrvtd6RNjHb8Y3KFZ6e2eYXm6YWi__UqSBJXwxrdoWm37kL_tliaGAH5-K5sYawbcO4l5SpsUe_gl7xBd8QOpPVGn2QiDfF1AWbMDXuKyJml2O2ca7HMLtmC32E/s320/Mix_jpg,%20Bugiardone.jpg" width="316" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Favole&Racconti di M. Ferrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Favole%26Racconti">qui</a></span></b></div>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-22802208756873534002024-01-06T10:11:00.001+01:002024-01-06T10:11:45.389+01:00#FAVOLE & RACCONTI / Il vecchio, le uova, la giovane signora (Massimo Ferrario)<div style="text-align: justify;">Al mercato, un vecchio seduto su una sedia sgangherata e coperto di poveri stracci, mostra alcuni cesti per terra davanti a sé: contengono in tutto una cinquantina di uova. Un cartello ne indica il prezzo: ogni uovo 50 centesimi, 5 uova 2 euro.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Una giovane signora, tutta ingioiellata e con un pellicciotto alla moda, percorre le bancarelle, curiosando. Si ferma davanti al vecchio e con voce assertiva, come stesse sparando un comando, annuncia: "Ne compro otto. Però a non più di 2 euro. Se ti va bene, vecchio, d’accordo. Se no pazienza: troverò un'altra bancarella".</div><div style="text-align: justify;">Il vecchio scuote la testa: “Se ne compra 10, sarebbero 4 euro. Ma per lei posso fare 3 euro”. </div><div style="text-align: justify;">La donna si irrita: “Ho detto 8 uova a 2 euro. Prendere o lasciare. E non farmi perdere tempo”.</div><div style="text-align: justify;">Il vecchio, umiliato, china il capo: "Sono costretto ad accettare. Finora non ho venduto neppure un uovo e a casa ho una famiglia da mantenere. Mi auguro che il suo acquisto sia di buon auspicio perché altri clienti vogliano comprare le mie uova. Sono freschissime: le ho tolte stamattina presto alle mie galline."</div><div style="text-align: justify;">La giovane signora paga, visibilmente soddisfatta: come se, imponendo lo sconto deciso da lei, avesse vinto una grande partita della sua vita. Poi si incammina verso il ristorante più famoso e caro della città, dove ha prenotato un tavolo per lei e la sua amica.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il pranzo dura almeno due ore: il <i>maitre </i>ha proposto ogni ghiottoneria, lei e la sua amica hanno detto sì a tutto e le portate non finivano più. Le due donne, mentre chiacchieravano confessandosi i pettegolezzi della settimana, avevano piluccato qualcosa da ogni piatto, alla fine lasciando la maggior parte del cibo. Il <i>maitre</i>, subito allertato dallo stuolo di camerieri dedicati al loro tavolo, si era preoccupato che qualcosa potesse non essere di loro gradimento e si era detto pronto a intervenire con lo <i>chef </i>perché provvedesse a riparare in base ai loro gusti. Le donne l’avevano tranquillizzato: era tutto più che perfetto. Solo che - ma questo non lo dissero - erano ambedue convinte che le ‘vere signore’ devono sempre limitarsi ad ‘assaggiare’ il cibo che hanno di fronte e mai devono mostrare di ‘mangiare’ con piacere tutto ciò che è servito nei piatti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il conto alla fine è salato, anche perché, per ogni portata, le due amiche hanno scelto etichette diverse di vino pregiato, che si sono limitate a centellinare in calici speciali, lasciando nei secchielli tutte le bottiglie appena aperte. Al momento di pagare i 400 euro richiesti, si compie il solito rito: tutte e due esibiscono la carta di credito per offrire all'altra il pranzo, ma la giovane donna che ha comprato le uova si impone. E al maitre, con un sorriso soddisfatto e compiaciuto, lascia cento euro in contanti come mancia. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">All'uscita la giovane donna è bloccata da un ragazzino che le si para davanti e non la fa proseguire. Con piglio sbrigativo, il ragazzo le intima: "Cara signora, lei ora mi deve spiegare perché".</div><div style="text-align: justify;">La giovane donna è sbigottita. "Cosa significa che ‘ti devo spiegare perché’? E poi, tu chi sei? Io non ti conosco e non ti permetto di chiamarmi <i>cara signora</i>".</div><div style="text-align: justify;">“L’ho seguita fin dal mercato: quando si è fermata ad acquistare le uova da quel vecchio. E poi, dopo essere entrato al ristorante da un angolo riparato della sala ho assistito al momento del conto. Ho visto che lei ha sfilato dal portafoglio un bigliettone da cento euro come mancia per il <i>maitre</i>. Immagino che il conto sarà stato in proporzione.” </div><div style="text-align: justify;">“E con questo? Ho fatto qualcosa di male?”</div><div style="text-align: justify;">“Sì.”</div><div style="text-align: justify;">La donna strabuzza gli occhi. “Ma stai scherzando? Chi sei tu, povero ragazzino, per decidere il bene e il male e valutare il mio comportamento? Non posso andarmene a mangiare dove voglio e lasciare la mancia che voglio a chi voglio?”</div><div style="text-align: justify;">“Certo che può. Così come può continuare a esibire arroganza con un vecchio che vende uova a pochi centesimi per sfamare la sua famiglia, sfruttando la sua posizione di ricchezza e di potere e facendo la taccagna per il puro gusto di imporre la sua volontà…”.</div><div style="text-align: justify;">“E allora, cosa vuoi da me? Lasciami passare. O chiamo la polizia.”</div><div style="text-align: justify;">“La chiami: non le ho fatto nulla. Lei è libera di comportarsi come crede: non è la prima e non sarà l’ultima che sfrutta e umilia, imitando chi è forte coi deboli e debole coi forti. Ma anch’io sono libero: almeno di dire la mia e di esprimerle tutto il mio schifo. Poiché lei ha trovato un ragazzo educato, mi trattengo dallo sputarle in faccia: se lo meriterebbe, <i>cara signora</i>”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>*** Massimo Ferrario,</b> <i>Il vecchio, le uova, la giovane signora,</i> 'Mixtura', 6 gennaio 2024. Libera riscrittura di un testo diffuso in diversi siti web.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiZwhyphenhyphen0lB7sb70Nj2l0E9TTURgKeBmlS21oW1Q7HDndLVnBGijApk9BPfSYYPACvcElox8HeTHLebUje5ZDGJeGXs0CwDAjc5UCIRNH69BAm8F5e8-kZDHw3kKJ-BZn-3zaaz69vO9c-sc8XA9dRmpWZDb6qeXRXGwezUYHMqdbPMQrDBsjEytZLxqMzw/s274/Mix_jpg,%20il%20vecchio%20e%20ele%20uova.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="274" data-original-width="236" height="274" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiZwhyphenhyphen0lB7sb70Nj2l0E9TTURgKeBmlS21oW1Q7HDndLVnBGijApk9BPfSYYPACvcElox8HeTHLebUje5ZDGJeGXs0CwDAjc5UCIRNH69BAm8F5e8-kZDHw3kKJ-BZn-3zaaz69vO9c-sc8XA9dRmpWZDb6qeXRXGwezUYHMqdbPMQrDBsjEytZLxqMzw/s1600/Mix_jpg,%20il%20vecchio%20e%20ele%20uova.jpg" width="236" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Favole & Racconti <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Favole%26Racconti">qui</a></span></b>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-81789951460593401022023-12-31T17:53:00.000+01:002023-12-31T17:53:42.748+01:00#BIGLIETTI AUGURALI / Capodanno 2024 (Massimo Ferrario)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHCN31-oG9d6iSC_88AplcN7MRTrGZ1V1uAOdwu8E03Ahj-OYNMstKesBlN8Pn9k7KhTvN5ciZWee4xz95SCi5DKIY_uTtegXQyJRLU5t1K50TExII4BC4E_VCnclgnfBP6bioxGp6u_9hCnIOicL_6F8EDWDqdKD5p5m0kg2cvw1xETADkNUg_nNaRCY/s930/Auguri%202023-2024_mf.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="930" data-original-width="649" height="704" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHCN31-oG9d6iSC_88AplcN7MRTrGZ1V1uAOdwu8E03Ahj-OYNMstKesBlN8Pn9k7KhTvN5ciZWee4xz95SCi5DKIY_uTtegXQyJRLU5t1K50TExII4BC4E_VCnclgnfBP6bioxGp6u_9hCnIOicL_6F8EDWDqdKD5p5m0kg2cvw1xETADkNUg_nNaRCY/w491-h704/Auguri%202023-2024_mf.jpg" width="491" /></a></div><b><span style="color: red;">In Mixtura ark BigliettiAugurali di MasFerrario <a href="https://masferrario.blogspot.com/search/label/%23BigliettiAugurali">qui</a></span></b><br /><p></p>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-89397260450814867192023-12-19T11:34:00.000+01:002023-12-19T11:34:23.319+01:00#PIN / Abituarsi a noi stessi (MasFerrario)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYzEyNcJKWXfQ2I46t82J-ca5U5QoVJa3_cw4kqXoqgZGHIiWXDRAH8fAVF_qzl__j5Qipz2OP6C1kf5LWvKc8h7QcpvnPDKTmumC6E3cai4JPECaBx9lHu-86ia2ZXHKQFKIGM1376yg9aw6GyXcC_BQ5eH1BoLk8Mibn-8RjfrrNau1j_FWeslinkzI/s543/Mix_pin,%20abituarci%20a%20noi%20stessi_mf.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="543" data-original-width="542" height="441" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYzEyNcJKWXfQ2I46t82J-ca5U5QoVJa3_cw4kqXoqgZGHIiWXDRAH8fAVF_qzl__j5Qipz2OP6C1kf5LWvKc8h7QcpvnPDKTmumC6E3cai4JPECaBx9lHu-86ia2ZXHKQFKIGM1376yg9aw6GyXcC_BQ5eH1BoLk8Mibn-8RjfrrNau1j_FWeslinkzI/w440-h441/Mix_pin,%20abituarci%20a%20noi%20stessi_mf.jpg" width="440" /></a></div><br /> <b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Pin di MasFerrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Pin">qui</a></span></b><p></p>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-72309389300841208862023-12-09T09:09:00.005+01:002023-12-09T09:09:53.504+01:00#PIN / Viva l'Italia antifascista (MasFerrario)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIQ98sd3AS7Ce3wNS3hRzOly30nGLxw2iJcUdjNwVC4LTE91ni43-33c2_Wjj5UCwjky5jEiqPBkOUg5mmpQP9-xDWhcAphvTsZkVroU8pmFvswh6g4vOZVdH41faEhyeMc_8Uloq_xNwBwB_slAmeR6piPPsREkkyVt0SM1OS74oNL3jQlwFNgFXfdl4/s539/Mix_pin,%20Italia%20antifascista_mf.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="516" data-original-width="539" height="306" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIQ98sd3AS7Ce3wNS3hRzOly30nGLxw2iJcUdjNwVC4LTE91ni43-33c2_Wjj5UCwjky5jEiqPBkOUg5mmpQP9-xDWhcAphvTsZkVroU8pmFvswh6g4vOZVdH41faEhyeMc_8Uloq_xNwBwB_slAmeR6piPPsREkkyVt0SM1OS74oNL3jQlwFNgFXfdl4/w320-h306/Mix_pin,%20Italia%20antifascista_mf.jpg" width="320" /></a></div><br /><b><span style="color: red;"> In Mixtura ark #Pin di MasFerrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Pin">qui</a></span></b><p></p>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-42889673279004440092023-11-30T09:03:00.001+01:002023-11-30T09:03:21.730+01:00#LIBRI PIACIUTI / “I rapaci”, di Paolo Mottana<div style="text-align: center;"><b>Paolo MOTTANA</b></div><div style="text-align: center;"><b><i>I rapaci</i></b></div><div style="text-align: center;">Edizioni Ensemble, 2023</div><div style="text-align: center;">pagine 246, € 16,00</div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #2b00fe;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><u><b><span style="color: #2b00fe;">Un titolo perfetto</span></b></u></div><div style="text-align: justify;"><u><b><span style="color: #2b00fe;"><br /></span></b></u></div><div style="text-align: justify;">‘I rapaci’ è un titolo perfetto. A stigmatizzare con un solo termine, concretissimo ma anche immaginifico, un mondo di artisti e artistoidi che intrallazzano per mettersi in mostra e avere successo: si usano, si vendono, fingono, inseguendo prevalentemente moda e denaro. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il protagonista, Mauro, è un pittore introverso e fuori dal giro, non più giovane ma con un talento ancora non compiutamente espresso. La sua arte è riconosciuta da pochi intenditori, che non fanno mercato, perché il mercato è lasciato in mano ad affaristi che lo orientano e lo spingono là dove portano i soldi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La personalità di Mauro, complessa e complicata fino a sfiorare il patologico, cerca ancora di percorrere, in campo artistico, la vecchia via, faticosa e mai garantita, dell’ispirazione. Nel frattempo è travolto da un amore con una ragazza assai più giovane, Sonia, bella ma per lui bellissima, che sbava per affermarsi come artista: per riuscire in questo suo intento è disposta a tutto. Lui, nonostante la consapevolezza di essere finito in un rapporto dominante e strumentale, affettivamente inconsistente e psicologicamente malato, non sa venirne fuori: più la ragazza lo insulta e maltratta, più lui si trova vittima di un desiderio senza limiti e perciò stesso sempre più insoddisfatto. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La trama è ricca di descrizioni acute, precise e magnetizzanti, dell’ambiente milanese di galleristi, curatori, artisti. </div><div style="text-align: justify;">Lo stile è netto, tagliente, secco: brevi capitoli che corrono e coinvolgono, intrecciando, con molti dialoghi ottimamente costruiti, le tante storie che intarsiano una trama amara, ricca di personaggi cesellati con cura e massima efficacia. </div><div style="text-align: justify;">Chi legge resta ipnotizzato dall’evolversi dei fatti e da una scrittura essenziale, senza fronzoli, curioso di arrivare all’ultima pagina. La lettura è piacevole, benché inquietante. </div><div style="text-align: justify;">Chi vuole lasciarsi andare a qualche pensiero ne avrà molti su cui interrogarsi: ancor più se è vicino al mondo, miserevole e malato, qui tanto ben descritto. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>*** Massimo Ferrario</b>, per ‘Mixtura’</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTB43HLd5QZC6PMbMwWNqVBq5jNwjcRH6IhHLcmNmLeVhLILrhN-Pxu96ytf_IYnZrjYU4xR6tYaPxgL3cduZSDJ79K93xBlm2TcT5OkImtD-xD9rxSuP-D31NW1VCFNpVMFNN-Nyz8f-VT8Dl9Yg1-tQN4adOE4sfbJs5axeE7438pOzWhYNN5lFpprY/s448/Copertina%20Libro,%20Paolo%20Mottana,%20I%20rapaci.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="448" data-original-width="288" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTB43HLd5QZC6PMbMwWNqVBq5jNwjcRH6IhHLcmNmLeVhLILrhN-Pxu96ytf_IYnZrjYU4xR6tYaPxgL3cduZSDJ79K93xBlm2TcT5OkImtD-xD9rxSuP-D31NW1VCFNpVMFNN-Nyz8f-VT8Dl9Yg1-tQN4adOE4sfbJs5axeE7438pOzWhYNN5lFpprY/s320/Copertina%20Libro,%20Paolo%20Mottana,%20I%20rapaci.jpg" width="206" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #LibriPiaciuti di Massimo Ferrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23LibriPiaciuti">qui</a>:</span></b></div>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-61833773870297820312023-11-24T07:56:00.005+01:002023-11-24T08:23:41.956+01:00#SPILLI / L’anti-semitismo e l’etica delle parole (Massimo Ferrario)<div style="text-align: justify;"><b><u>Premessa</u> </b>- E' stato detto: le parole sono importanti. Condivido al 1.000 per 100. Usarle male, confonderle, ingarbugliarle, può essere segno di ignoranza. O di malafede: quando, ad esempio, è impossibile che uno che ha titoli non solo formali per conoscere, come intellettuali autorevoli o politici che ambiscono ad essere riveriti addirittura come statisti, si esime dal trattare con accuratezza e precisione il vocabolario che dovrebbe padroneggiare. In ogni caso, che sia ignoranza o disonestà intellettuale, l'uso inappropriato dei termini, non ci permette di capire o di far capire. Oppure indica l'intenzione, precisa e dolosa, di far capire cose sbagliate: strumentalizzando l'interlocutore per far passare il solo punto di vista dominante, confondendo le acque e realizzando 'la notte delle vacche nere'. Specie quando il tema è delicato, complesso, storicamente profondo, intrecciato e ambivalente, urge un'igiene del lessico. Come nel caso che qui vorrei trattare.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><u>La confusione</u> </b>- Si continua a confondere a<i>nti-israelismo</i> con a<i>nti-semitismo</i>.</div><div style="text-align: justify;">Cerco di applicare un po' di pulizia al significato di alcuni concetti: lo faccio per chiarirmi io stesso le idee su una questione tanto complicata e, magari anche, per stimolare un pizzico di chiarezza in più rispetto a quella circolante in chi mi legge. Non sono uno storico, ma semplicemente uno che cerca di capire i fatti, mettendoli in fila, dopo averli estratti da più libri letti, e tenta di tenere sotto controllo i propri pre- e post-giudizi. Non dico di riuscirci: ma il proponimento si inserisce in un approccio etico al conoscere e al capire, di cui mai come oggi credo avremmo un assoluto bisogno. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><u>Anti-Israelismo</u> </b>- C'è un anti-israelismo che nasce all'origine dello Stato di Israele e uno che viene abbondantemente alimentato in tutta l'epoca successiva, a causa delle politiche dei governi israeliani. Entrambi non hanno nulla a che fare, almeno in modo diretto ed esplicito, con l'anti-semitismo, che è un fenomeno sempre esistito e certamente tuttora esistente. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><i><b>(1) L'anti-israelismo originario</b> </i>sconfina nell'<i>anti-sionismo</i>: che è il no alla nascita di Israele come Stato. La teoria di <b>Theodor Herzl</b> (<i>Lo stato ebraico,</i> 1896), che nell'epoca dei nazionalismi crescenti di fine 800 proponeva la nascita dello Stato di Israele come ritorno alla terra dei Padri, fu osteggiata anche da molti della diaspora ebraica e non solo dagli arabi che miravano a difendere le terre da loro abitate. C'era chi, tra gli ebrei, voleva 'restare diaspora' (cittadini del mondo) e non era affascinato né dalla 'istituzione Stato', né dal mito biblico che rievocava un'appartenenza ai luoghi di duemila anni prima. Anche perché a molti era chiaro fin da subito (e peraltro non ci voleva molta intelligenza politica per avere questa chiarezza: bastavano logica e visione) che la nascita dello Stato di Israele avrebbe coinciso con l'affermazione di una invasione in terre arabe che mai avrebbero accettato i nuovi occupanti, a maggior ragione se gli occupanti si fossero insediati con l<i>'hybris</i> di chi pretendeva di avere diritto all'occupazione. Andrebbe ricordato in proposito che anche un leader politico ebreo come <b>Shimon Peres,</b> orgogliosamente convinto di essere ebreo e di rappresentare lo Stato di Israele, ebbe a dire nel 2008, in un discorso agli studenti all'università di Haifa, che lo Stato di Israele si fondava su un 'peccato originale': e la consapevolezza di questo 'peccato originale' avrebbe dovuto portare gli ebrei di Israele a 'fare ammenda'. Ecco un passo del discorso di Shimon Peres: "La creazione dello Stato di Israele è stata un atto di autodeterminazione legittimo, ma è stata anche un atto di violenza che ha causato sofferenza al popolo palestinese. Israele deve fare ammenda per i suoi peccati e cercare la pace con i palestinesi. Israele deve riconoscere che la sua esistenza è stata possibile grazie alla sofferenza di altri. Dobbiamo chiedere perdono al popolo palestinese per la sofferenza che abbiamo causato. Dobbiamo cercare la pace con loro, perché la pace è l'unica via per garantire la nostra sicurezza e il nostro futuro." <b>(°)</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">(<i><b>2) Esiste poi un secondo anti-israelismo,</b></i> che si rifà all'anti-sionismo di chi si considera parte di questa ispirazione politica resa attualizzata: e tra questi non manca una minoranza intensa di ebrei, sicuramente presenti fuori dallo Stato di Israele e forse anche cittadini israeliani. E questo anti-sionismo oggi, nella maggioranza di chi si qualifica anti-sionista, non nega l'esistenza di Israele come Stato (inimmaginabile ormai una sua scomparsa a 70 anni dalla sua nascita formale), ma rigetta la politica complessiva dei vari governi che si sono avvicendati in Israele e, in maniera dichiarata o nascosta, hanno fatto di tutto per evitare non solo la nascita di 'due stati due popoli', vagheggiando la Grande Israele, ma hanno operato con ostinazione per ridurre al minimo il numero della popolazione palestinese fino a rendere impossibile la sua permanenza nelle sue terre. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><u>Anti-semitismo</u></b> - Altra cosa è l'<i>anti-semitismo</i>. Un fenomeno storico che ha originato, nel suo inimmaginabile picco di intensità, l'orrore della Shoà dell'altro secolo e che continua, non solo sotto-traccia, a intossicare il mondo. Quello arabo, certo. Ma anche quello di quell'Europa che ha partorito il nazifascismo, responsabile dello sterminio di 6 milioni di ebrei. Anti-semitismo qui significa attacco all'<i>ebreo in quanto ebreo</i>: geneticamente diverso e da considerare 'il' male della società. Hitler è morto, ma le pulsioni naziste percorrono tuttora il pianeta e le onde nere, se non vengono controllate e contenute, rischiano in ogni momento di ri-diventare cavalloni che producono nuovi tsunami.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><u>Lo slittamento</u></b> - Fatta chiarezza, almeno secondo il mio punto di vista, sulla distinzione tra i due fenomeni sopra ricordati, va ammesso che lo slittamento da <i>anti-israelismo</i> ad <i>anti-semitismo </i>è facile e sempre dietro l’angolo, benché non di per sé automatico. Potremmo dire che la relazione tra i due fenomeni si esprime in questo modo: non tutti gli anti-sionisti sono anti-semiti, ma tutti gli anti-semiti sono anti-sionisti. Negli anni dalla nascita di Israele come Stato, il terreno di cultura che ha prodotto questo slittamento ha dato i suoi frutti perversi. Non sarò certo io a negare e giustificare gli orrori (e gli errori) di chi ha combattuto Israele, ma l'oggettiva asimmetria in campo tra la potenza (pure nucleare) di Israele e l'impotenza strutturale dei palestinesi privi di uno Stato non poteva che assimilare i due contendenti, man mano che il primo si dotava di uno degli eserciti più potenti del mondo e colonizzava e il secondo difendeva, anche con il terrorismo, l'occupazione dei suoi territori, alla lotta della coppia Davide-Golia, promuovendo, anche in giro per il mondo, una crescente simpatia per il primo. Peraltro, negli ultimi anni di politica di Netanyahu, da tempo alleato della destra più estrema anche sul piano del fondamentalismo religioso, la scelta colonizzatrice israeliana si è accentuata, fino ad arrivare oggi alla risposta alla strage di 1.200 israeliani del 7 ottobre da parte di Hamas: è difficile non chiamare crimini di guerra, o atti di terrorismo, l'uccisione israeliana, cui stiamo assistendo, di oltre 16mila civili a Gaza, di cui almeno la metà bambini. E' questo che, con un salto ingiustificato quanto si vuole, ma spiegabile dal punto di vista umano, specie per chi sta subendo questa carneficina sui propri corpi e sui corpi dei propri piccoli, e si vede abbandonato dal mondo occidentale, che tutt'al più alza il sopracciglio contro Netanyahu senza muovere un dito, produce anti-semitismo: in quantità esponenziale nel mondo arabo (se anche Hamas sarà sconfitto ne sorgeranno altri 10 nel prossimo futuro e l'odio sarà assicurato per generazioni di figli e nipoti), ma pure in ogni angolo del pianeta. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><u>In conclusione</u></b> - Dunque potremmo concludere che, se c'è una speranza di riuscire a contenere l'osceno anti-semitismo che il mondo da sempre produce, e che oggi rischia un <i>revival</i>, questa speranza sta nello spingere Israele e noi occidentali che con Israele condividiamo l'ossessione dell'accoppiata automatica 'anti-israelismo-anti-semitismo' a spezzare l'equazione Israele-Bene e Palestinesi-Male. Non c'è nessuna Civiltà Buona che combatte contro la Barbarie Cattiva. La precondizione per avviare un percorso di pace (sempre che la pace non sia solo una parola vuota ripetuta per poter meglio proseguire lo sterminio) è riconoscere gli orrori criminali fin qui perpetrati: da entrambe le parti. Ogni contendente ha i suoi: nessuno è innocente e non serve pesare le quantità di atrocità degli uni e degli altri. Se manca questa ammissione, nessuno uscirà dall'abisso. E, naturalmente, il problema non è soltanto 'loro', che stanno ‘là in Medioriente’, ma pure nostro. Perché, come si vede anche dalla guerra Russia-Ucraina, le interdipendenze del pianeta ormai impediscono a chiunque di ritenersi fuori e di pensarsi lontano. Senza contare che gli effetti delle nostre azioni (anche complici, o di semplice osservazione esterna), impattano sul presente, ma, soprattutto, sul futuro che sarà: e che riguarderà i nostri figli e nipoti.</div><div style="text-align: justify;">Non so se ci salverà la bellezza, come ha scritto qualcuno. Certamente non ci salverà la disonestà intellettuale. Per uscire dal precipizio in cui siamo finiti, anche qui un po' di etica - un vocabolario che non inganni e il tentativo almeno di essere ‘corretti’ e 'coerenti' nel 'pensare-dire-agire' - è la precondizione per far nascere la consapevolezza necessaria per avviare un nuovo percorso: che già da ora, subito, cominci a seminare un pizzico di possibile convivenza sopra le macerie della 'macelleria umana' fin qui vergognosamente perseguìta. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span>(*) <b>Shimon Peres,</b> <i>No Room for Small Dreams: Courage, Imagination, and the Making of Modern Israel</i>, 2011. Il libro, presente anche all'università di Haifa, in ebraico e in inglese, contiene discorsi di Shimon Peres, tra cui quello sopra riportato in estratto (fonte segnalata da Bard-Google, 23 novembre 2023).</span></div><div><br /></div><div><b>*** Massimo Ferrario</b>, <i>L’Anti-semitismo e l’etica delle parole, </i>per Mixtura</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg793tYOT7L8ABgPvslaAD7PMKajkk__sm2oUenyEg61Ad_vPwOPg3hONYfONBlqCt4fym0xGVRFS-MUjaPhAhGu4aNCituNwWX9jT3XLJN4aGzY-HU12SvlnkWecmS65nKoJjVGTe5MLyZloQ5VEgotc2FDhqbpb3HgDHplMUUa31iGoToKUYfRaAHCgo/s448/Mix_ipg.%20stella%20di%20david.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="247" data-original-width="448" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg793tYOT7L8ABgPvslaAD7PMKajkk__sm2oUenyEg61Ad_vPwOPg3hONYfONBlqCt4fym0xGVRFS-MUjaPhAhGu4aNCituNwWX9jT3XLJN4aGzY-HU12SvlnkWecmS65nKoJjVGTe5MLyZloQ5VEgotc2FDhqbpb3HgDHplMUUa31iGoToKUYfRaAHCgo/s320/Mix_ipg.%20stella%20di%20david.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Spilli di Massimo Ferrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Spilli">qui</a></span></b></div>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-85218240987886925942023-11-20T10:27:00.001+01:002023-11-20T10:27:52.809+01:00#PIN / Poveri (MasFerrario)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8Xq4Hf4KoiRFI7eBw_tU4F8EbnKDCWOm2QexKR00EYjgd-i-zwY-dbGbqzmUcd5NmCyYQhDAmvmFUO3Idl7S4Gtoqedbw-YCSXYf_iX9i0FKC8mbrAl_Lp3ef_bmzougZsCS1h486JuVhuK8tsF2CChasLPfwm8R5Dd3yNQxXuAvgedYgUG6GfodlW_g/s550/Mix_pin,%20poveri_mf.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="550" data-original-width="543" height="498" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8Xq4Hf4KoiRFI7eBw_tU4F8EbnKDCWOm2QexKR00EYjgd-i-zwY-dbGbqzmUcd5NmCyYQhDAmvmFUO3Idl7S4Gtoqedbw-YCSXYf_iX9i0FKC8mbrAl_Lp3ef_bmzougZsCS1h486JuVhuK8tsF2CChasLPfwm8R5Dd3yNQxXuAvgedYgUG6GfodlW_g/w492-h498/Mix_pin,%20poveri_mf.jpg" width="492" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Pin di MasFerrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Pin">qui</a></span></b></div><p></p>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-69203276205135376902023-11-16T13:50:00.001+01:002023-11-16T13:50:11.119+01:00#PIN / Vecchiaia (MasFerrario)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN-FYm3p97t-s9z-8gQ851raE6_tgA1CDXrZc7oW_RfnFY1DdSBXT0XMgcAcaoWqbOdC2GD452x4ZXlGQiZAZWR9Wb8GOAHcey0OUMnROKkizk8ASOYWionSSQGtAL4wB_sImTHJzQghWZFCAxlJ3lfRQW8GjVrXIqXcqQnx8rbxd1HxpJoTZemhN6VZ4/s623/Mix_pin,%20vecchiaia_mf.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="475" data-original-width="623" height="409" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN-FYm3p97t-s9z-8gQ851raE6_tgA1CDXrZc7oW_RfnFY1DdSBXT0XMgcAcaoWqbOdC2GD452x4ZXlGQiZAZWR9Wb8GOAHcey0OUMnROKkizk8ASOYWionSSQGtAL4wB_sImTHJzQghWZFCAxlJ3lfRQW8GjVrXIqXcqQnx8rbxd1HxpJoTZemhN6VZ4/w537-h409/Mix_pin,%20vecchiaia_mf.jpg" width="537" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><span style="color: red;"><br /></span></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Pin di MasFerrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Pin">qui</a></span></b></div><p></p>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-67347168767691122482023-11-15T15:18:00.002+01:002023-11-15T15:19:45.481+01:00#PIN / Maschismo (MasFerrario)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGJDABgMNx4PcEwygdGtIoWo4RDTYPHDl4Mxq1oPR7jOeuSrIsGAkW2PiUwyCtCeDhmJ63Pf2b7GCg9cO9YbY4aFVBqVp6ImCWGIy4u-WCmyVHwltaEQzJ5staMmlOVib9uXnAEuZeZR4A7SfTljqP04WInPFzWq8xJrG0mdcrRRGMEZQy7lx2sG1vu68/s601/Mix_pin,%20maschismo_mf.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="601" height="399" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGJDABgMNx4PcEwygdGtIoWo4RDTYPHDl4Mxq1oPR7jOeuSrIsGAkW2PiUwyCtCeDhmJ63Pf2b7GCg9cO9YbY4aFVBqVp6ImCWGIy4u-WCmyVHwltaEQzJ5staMmlOVib9uXnAEuZeZR4A7SfTljqP04WInPFzWq8xJrG0mdcrRRGMEZQy7lx2sG1vu68/w400-h399/Mix_pin,%20maschismo_mf.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Pin di MasFerrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Pin">qui</a></span></b></div><p></p>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-38252558590123615332023-11-13T11:58:00.003+01:002023-11-13T11:58:23.904+01:00#PIN / Ecologia oggi (MasFerrario)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzF7zG1TN2QLkhF7e8Hra-s4BWge5gSpwS00Hbek1a2cZ5AD-frFpU2tan8gb7C2wgp8QRYUgQ6BNKZIjyq28VudSFxbU36Fapb4q-zqx2qF-ZUSTxZMCBbfLiV9_swquwCPpshHQpurFNAos6fCApscxnLEGFvomUX0_Z-7jkcLVudgwI9-nNLpdePm4/s484/MixPin,%20ecologia_mf.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="484" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzF7zG1TN2QLkhF7e8Hra-s4BWge5gSpwS00Hbek1a2cZ5AD-frFpU2tan8gb7C2wgp8QRYUgQ6BNKZIjyq28VudSFxbU36Fapb4q-zqx2qF-ZUSTxZMCBbfLiV9_swquwCPpshHQpurFNAos6fCApscxnLEGFvomUX0_Z-7jkcLVudgwI9-nNLpdePm4/s16000/MixPin,%20ecologia_mf.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Pin di MasFerrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Pin">qui</a></span></b></div><p></p>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-74352014699070648122023-11-02T11:23:00.000+01:002023-11-02T11:23:09.602+01:00#PIN / L'etica e l'errore di battitura (MasFerrario)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyI42O1euBuIxIugTPKQ4kVWtjM1_17csB6hBbJK6Iz6rgX-kT19F5-RFKldXOX5bn3mQaRQ5WAqDPxORHloK4tYYhbSmWvrelEIbFeVUc5qNlT6ElFWb4VQmhPXCTUjZ5Dh8ZT5WYGl1UcPKCkNte5y0TJ2dG4C2tvArPGLZ8eBlZWmxyH2cQePjgx4U/s550/Mix_pin_etica%20e%20errore%20di%20battitura_mf.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="550" data-original-width="550" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyI42O1euBuIxIugTPKQ4kVWtjM1_17csB6hBbJK6Iz6rgX-kT19F5-RFKldXOX5bn3mQaRQ5WAqDPxORHloK4tYYhbSmWvrelEIbFeVUc5qNlT6ElFWb4VQmhPXCTUjZ5Dh8ZT5WYGl1UcPKCkNte5y0TJ2dG4C2tvArPGLZ8eBlZWmxyH2cQePjgx4U/w400-h400/Mix_pin_etica%20e%20errore%20di%20battitura_mf.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Pin di MasFerrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Pin">qui</a></span></b></div><p></p>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-38339330786583632092023-10-29T09:15:00.001+01:002023-10-29T09:15:21.807+01:00#SPILLI / Guerre, film e fotogrammi, grandangoli e zoom (Massimo Ferrario)<div style="text-align: justify;"><span style="color: #202124;"><span style="font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.1px; white-space-collapse: preserve;">Storia, responsabilità, conseguenze. Perché, come mai, cause, dinamiche ieri/oggi. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #202124;"><span style="font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.1px; white-space-collapse: preserve;">
Sono categorie e domande indispensabili per inquadrare i fotogrammi dentro un film. Domande che in genere mi faccio quando accadono dei fatti. Per capire, spiegare. E questo non significa giustificare. Vuol dire solo analizzare, problematizzare, andare dietro e oltre l’apparenza. Nessun mito della verità. Semplicemente ricerca di una possibile verità. Con la ‘v’ minuscola: unica V credibile, perseguibile, a misura di uomo. Ma fondamentale per capire errori, effetti, interdipendenze. E orientare, per quanto possibile, i comportamenti al meglio. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #202124;"><span style="font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.1px; white-space-collapse: preserve;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #202124;"><span style="font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.1px; white-space-collapse: preserve;">Gli esseri umani sono soliti (dovrebbero essere soliti) chiedersi la ragione di quanto accade. Sono gli unici animali che possono farlo. Perché hanno pensiero. E se lo fanno, questo si chiama, per sottolineare l'essenza del pensiero (ma dovrebbe essere pleonatisco), 'pensiero critico'. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #202124;"><span style="font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.1px; white-space-collapse: preserve;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #202124;"><span style="font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.1px; white-space-collapse: preserve;">Semplice? Difficilissimo. Anche perché il rischio è di finire ai margini. Scomodi. Soli. Però il guadagno incomparabile è la conoscenza per quanto più possibile genuina di come sono andate, o vanno, le cose. E magari conquistarsi una possibilità in più di cambiarle. O di influenzare altri perché si mettano nell'ottica di cambiarle. Con un pizzico in più di giustizia. Perché il mondo è complesso e lo zoom non ti fa vedere la complessità. Serve il grandangolo: allargare la visuale, guardare in grande, elevare lo sguardo. Provarci almeno. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #202124;"><span style="font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.1px; white-space-collapse: preserve;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #202124;"><span style="font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.1px; white-space-collapse: preserve;">Nei film dell'odio - le guerre, ad esempio - dovremmo imporci di non fare il tifo per una o l'altra delle parti in causa. Se non siamo noi una delle parti in gioco, dovremmo essere favoriti dallo stato di terzietà di cui strutturalmente godiamo. Abbiamo il privilegio della maggiore freddezza. Possiamo evitare di scegliere il fotogramma dell'orrore che più ci fa comodo e su questo fissarci per inchiodare l'altro alle sue colpe, dimenticando le colpe di chi più appare (ci vene fatto apparire) vittima. Perché quel fotogramma è preceduto da altri fotogrammi. Sempre dell'orrore. Ma il cui il gioco carnefice-vittima si capovolge. E così avviene in tanti altri fotogrammi. Quelli che fanno un film. L'unico evento (dinamico, storico, inter-relazionale) che conta se vogliamo cercare di capire per poi interrompere (spingere a interrompere) la pellicola dei massacri. Perché in questi casi non c'è in ballo un pallone che deve fare goal, ma la vita di persone. Migliaia. Centinaia di migliaia. Milioni, nel caso estremo di un conflitto che diventa mondiale. Sono civili, soprattutto. E loro non c'entrano nulla con chi decide sulle loro teste, di fatto decapitandole. </span></span><span style="color: #202124; font-family: inherit; font-size: 16px; font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.1px; white-space-collapse: preserve;">Criminali nel nome del Bene, naturalmente. Perché i Mostri sono sempre gli altri. Loro Perfetti, gli altri Perversi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #202124; font-family: inherit; font-size: 16px; font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.1px; white-space-collapse: preserve;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #202124; font-family: inherit; font-size: 16px; font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.1px; white-space-collapse: preserve;"><b>*** Massimo FERRARIO, </b><i>Guerre, film e fotogrammi, grandangoli e zoom, </i>per 'Mixtura'</span></div><div style="color: #202124; font-size: 16px; font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.1px; text-align: justify; white-space-collapse: preserve;"><span style="font-family: inherit; letter-spacing: 0.1px;"><br /></span></div><div style="font-size: 16px; font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.1px; text-align: justify; white-space-collapse: preserve;"><div class="separator" style="clear: both; color: #202124; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyDSRAfbwrji3vhfky7sbZ4SmgcjJjTPRjlggs9k0ul0uNbZcIZ5y9HxzfHYVj6LnoXj0B85W7EBcv6PlvVtVDaGC4NsLKchyRsbM2KsILw-5u83q8mGWSFOcSyfWK9f8MNUpqmyyFv5cqFm_6kkC7nBfufPg-WrM0iwPBbTlsbfrOLfeCX-h_HoEF_XY/s341/Jpg,%20filme%20e%20fotogrammi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="204" data-original-width="341" height="191" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyDSRAfbwrji3vhfky7sbZ4SmgcjJjTPRjlggs9k0ul0uNbZcIZ5y9HxzfHYVj6LnoXj0B85W7EBcv6PlvVtVDaGC4NsLKchyRsbM2KsILw-5u83q8mGWSFOcSyfWK9f8MNUpqmyyFv5cqFm_6kkC7nBfufPg-WrM0iwPBbTlsbfrOLfeCX-h_HoEF_XY/s320/Jpg,%20filme%20e%20fotogrammi.jpg" width="320" /></a></div><div style="color: #202124; font-size: 16px; font-variant-ligatures: none; letter-spacing: 0.1px; text-align: justify; white-space-collapse: preserve;"><br /></div><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Spilli di M. Ferrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Spilli">qui</a></span></b><span style="color: #202124; font-family: inherit; letter-spacing: 0.1px;"><br /></span></div>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-73279724105155373232023-10-18T11:21:00.000+02:002023-10-18T11:21:11.478+02:00#PIN / Giovani, lavoro, Costituzione (MasFerrario)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6lhop5PqIVZTikddwvFXm3q88a2JcvVnhTaEBlrfmlNd525XMbmpPs97xM69Ol4BGEM4Czkc6oYUlFN3mLZilpfUs2r_sKZTRgzQxQk0YYpC9TYMuYsobWsE38Vnmx834Dh23hbg542Ng7dD4ydaUBtRU-dKEJNTLQYlExU8g9IUxYL7UlkNMOVlmGSg/s549/Copia%20%20di%20Mix_pin,%20disoccupazione%20giovanile%20e%20Costituzione_mf.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="545" data-original-width="549" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6lhop5PqIVZTikddwvFXm3q88a2JcvVnhTaEBlrfmlNd525XMbmpPs97xM69Ol4BGEM4Czkc6oYUlFN3mLZilpfUs2r_sKZTRgzQxQk0YYpC9TYMuYsobWsE38Vnmx834Dh23hbg542Ng7dD4ydaUBtRU-dKEJNTLQYlExU8g9IUxYL7UlkNMOVlmGSg/s16000/Copia%20%20di%20Mix_pin,%20disoccupazione%20giovanile%20e%20Costituzione_mf.jpg" /></a></div><br /> <b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Pin di MasFerrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Pin">qui</a></span></b><p></p>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-46424957590218099062023-10-16T09:00:00.002+02:002023-12-02T11:05:48.210+01:00#FAVOLE & RACCONTI / La prova dell'Ascolto (Massimo Ferrario)<div style="text-align: justify;">C'è <span style="text-align: left;">un test dell'ascolto che non sbaglia mai ed è alla portata di chiunque: non c’è bisogno di essere psicologi iscritti all’albo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;">State parlando con un conoscente, o un amico. Magari lui vi sta pure guardando in faccia (gli occhi sono un linguaggio spesso trascurato) e vi manifesta in qualche modo disponibilità e interesse.</div><div style="text-align: justify;">Voi avete iniziato da poco a raccontare qualcosa.</div><div style="text-align: justify;">Poi, ad un certo punto, venite interrotti. E dovete subire un'interferenza.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Capita.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ad esempio al ristorante. Il cameriere sta per avvicinarsi al tavolo. Poi si accorge che siete affaccendati in una conversazione e si ritira, attendendo con discrezione, in disparte, per non disturbarvi. Voi vi accorgete della sua presenza e gli fate cenno che siete pronti per le ordinazioni. Il cameriere, con cortesia e professionalità, fa capire che non c’è fretta: ritorna. Ma voi e il vostro commensale gli dite che avete già sfogliato il menu e avete deciso. Primo, secondo, acqua. Invece per vino o birra vi fate esporre l'offerta da lui: che vi consigli, soprattutto per il vino. Quindi scegliete.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il tutto è durato pochissimi minuti. Il cameriere ringrazia, fa un cenno di inchino (non è un giapponese: è solo, come già detto, un professionista che conosce il mestiere), sorride e se ne va.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A questo punto voi ripensate al racconto e a quello che ancora avreste da dire per completarlo. Ma restate in silenzio. Arrivate pure a guardare in faccia il vostro interlocutore. Il quale è più zitto di voi. E’ distratto. Pensa ai fatti suoi. Oppure, butta lì un suo inizio di discorso che non c’entra nulla con il vostro che avete dovuto interrompere. E il vostro racconto rimasto in sospeso? Nulla. Evaporato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ecco fatto. Avete il test perfetto: quello che dicevate evidentemente non interessava. La disponibilità manifestata, con con tanto di occhioni e sorrisi accoglienti (immaginiamo la situazione migliore: perché c'è pure chi fa capire da subito che la sua attenzione all’ascolto è del tutto formale, posticcia, acquisita solo durante l’ennesimo corso di formazione), era finta, distratta, artificiosa. Al vostro conoscente, o amico, di quello che stavate dicendo, non gliene poteva interessare di meno. Altrimenti, è ovvio, non solo per educazione, vi avrebbe chiesto: “Scusa, dicevi?”. Per ricordarvi o stimolarvi a riprendere.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Naturalmente, visto che stiamo immaginando un caso reale, aggiungiamoci un dettaglio, spesso presente e grosso come un macigno. Il conoscente, o amico, è uno dei principali assertori/propugnatori della teoria dell’ascolto. Magari è un laudatore dei costumi antichi, quando “sì che c’erano tempo e disponibilità ad ascoltare”. “Sì, perché, caro dottore: oggi ognuno per sé e un <i>Io solo</i> per tutti. Troppa fretta, troppa indifferenza, tanti contatti e pochi rapporti. Caro mio, viviamo tempi brutti: altro che ascoltarci. Degli altri, in fondo, chissenefrega?”</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Oppure no: lui li odia i tempi antichi ed è convinto che solo oggi si fanno le ottime cose che ieri non si facevano. O non si facevano a sufficienza. Come ascoltare, per esempio.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>*** Massimo Ferrario, </b><i>La prova dell'ascolto, </i>per ‘Mixtura’ (masferrario.blogspot.com), 16 ottobre 2023</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil9yQQzE5ZNu4VTKJjF60MgJ4MURtBsQsBgaDl9xh0a8KYdyRB1NwOBfr6xeLlz-6lq2SdHx0gtkqZFs5PUnbqviNk7zhDLKFnl16ifR5EY3NWL9-AFe50bY7gITltkseJLddNrFhQQ6I6A60ncHWBzavFLNQaGG5Ch9kDYozD4SDi7-KgmRyMoM_EOlE/s462/Mix_jpg,%20ascolto-empatico.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="294" data-original-width="462" height="204" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil9yQQzE5ZNu4VTKJjF60MgJ4MURtBsQsBgaDl9xh0a8KYdyRB1NwOBfr6xeLlz-6lq2SdHx0gtkqZFs5PUnbqviNk7zhDLKFnl16ifR5EY3NWL9-AFe50bY7gITltkseJLddNrFhQQ6I6A60ncHWBzavFLNQaGG5Ch9kDYozD4SDi7-KgmRyMoM_EOlE/s320/Mix_jpg,%20ascolto-empatico.jpg" width="320" /></a></div><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Favole&Racconti' di Massimo Ferrario</span></b> <b><a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Favole%26Racconti">qui</a></b>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-84444513662148160152023-10-15T12:39:00.006+02:002023-10-15T12:39:50.920+02:00#PIN / I fatti, fotogramma e film (MasFerrario)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzoK5by7DkB67g3V1mca4RQbcJFx3vB6toyDo9Tfgb3dLNSFZpzOqR6l_h1RQ06ij6sDy0ACtyNA51FoX22fO9v2kTYjAW2pvDNtT3FDufLFZyuye2W5bx4iYgI4yEkBO7wrWCbPn_OVfxoDQbip-vqph9VOb5lqa4IKQiZWlB_CGG2PhAaDhCgzq86xI/s550/Mix_pin,%20fotogramma%20e%20film_mf.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="550" data-original-width="538" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzoK5by7DkB67g3V1mca4RQbcJFx3vB6toyDo9Tfgb3dLNSFZpzOqR6l_h1RQ06ij6sDy0ACtyNA51FoX22fO9v2kTYjAW2pvDNtT3FDufLFZyuye2W5bx4iYgI4yEkBO7wrWCbPn_OVfxoDQbip-vqph9VOb5lqa4IKQiZWlB_CGG2PhAaDhCgzq86xI/s16000/Mix_pin,%20fotogramma%20e%20film_mf.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Pin di MasFerrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Pin">qui</a></span></b></div><p></p>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-77291048652617820772023-10-13T12:26:00.003+02:002023-10-13T12:26:37.494+02:00#PIN / Galantuomini (MasFerrario)<p></p><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOwBCtiQ_Qz7LdFbablAoMUO0cB620QkwlxjjUcg2X1SNaNxFxQsnWybEcxkkMgXZC2jdWMkqeYjCRyre6QuHur73PxRotRlwUAscfTs5kR6T5Lo1ZI6se6UNJwgb_X6CTl4AdWGnwgaIG7ShVa5SlQXY7xdEIKC-nI5kwPzlmmG1imy4KJ9-7kt8pvzY/s550/Mix_pin,%20il%20tempo%20%C3%A8%20galantuomo_mf.jpg" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="548" data-original-width="550" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOwBCtiQ_Qz7LdFbablAoMUO0cB620QkwlxjjUcg2X1SNaNxFxQsnWybEcxkkMgXZC2jdWMkqeYjCRyre6QuHur73PxRotRlwUAscfTs5kR6T5Lo1ZI6se6UNJwgb_X6CTl4AdWGnwgaIG7ShVa5SlQXY7xdEIKC-nI5kwPzlmmG1imy4KJ9-7kt8pvzY/s16000/Mix_pin,%20il%20tempo%20%C3%A8%20galantuomo_mf.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Pin di MasFerrario</span></b> <b><a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Pin">qui</a></b></p><p></p>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-18805848328766527122023-10-04T08:58:00.003+02:002023-10-05T09:24:35.981+02:00#MOSQUITO / Il suicidio, gli scacchi, il silenzio (Massimo Ferrario)<div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b>Scrive Viktor Frankl, </b>1905-1997, psichiatra austriaco, fondatore della 'logoterapia', internato ad Auschwitz, Dachau e altri campi di sterminio e sopravvissuto anche grazie alla forza espressa dalla sua visione ottimistica sulla vita, autore di numerosi saggi, tra cui il famoso <i>L'uomo in cerca di senso: uno psicologo nei lager, </i>1967-2017: </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><i>«Proviamo a immaginare un giocatore che, posto di fronte a un problema scacchistico, non trovi la soluzione. Cosa fa a quel punto? Rovescia i pezzi della scacchiera. È una soluzione al suo problema? Certamente no. Ma è proprio così che agisce il suicida: getta via la sua vita pensando di aver condotto a soluzione un problema che gli appariva insolubile. Non sa che in tal modo non rispetta le regole del gioco della vita, proprio come lo scacchista del nostro paragone non si attiene alle regole del suo gioco, all'interno delle quali un problema si risolve con un salto del cavallo, un arrocco o in qualche altro modo, ma comunque con una mossa, non certo con il comportamento descritto. Ora, anche il suicida viola le regole del gioco della vita; queste regole non ci richiedono di vincere a tutti i costi, ma ci richiedono di non abbandonare la partita.»</i> (<b>Viktor Frankl</b>, <i>Sul senso della vita, Conferenza 1^, Significato e valore della vita,</i> 1946, [2019], Mondadori, 2020, pp. 38, traduzione di <b>Elena Sciarra</b>). </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Massimo rispetto per la competenza, l'autorevolezza e la terribile esperienza di vita di Viktor Frankl. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Ma altrettanto rispetto, io credo, è dovuto a chi si trova nel drammatico stato di chi medita il suicidio per un insopportabile dolore esistenziale e decide alla fine di passare all'atto perché ritiene di non avere altra scelta.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">"Regole della vita", dice Frankl. Ma quali regole? E chi le stabilisce? </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Se è Dio che le ha fissate, questo non riguarda chi è ateo. Ma non riguarda neppure chi è credente e non ce la fa più a vivere, perché se sta rifiutando la vita nessuna regola di vita lo può interessare. E comunque, se esistono 'regole della vita' (con l'iniziale minuscola, per evitare confusioni con il trascendente che vale solo per chi accetta il trascendente), nessuno ha stabilito, regole o non regole, che sia obbligatorio giocare il gioco della vita. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">L'esempio degli scacchi è del tutto fuori centro: il suicida non rovescia i pezzi della scacchiera. Semplicemente non ha (più) nessun interesse a giocare, non vuole ottenere nulla, si limita ad andarsene. E così come nessuno può imporre a nessuno di giocare a scacchi, nessuno può imporre a nessuno il gioco della vita. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Peraltro, non è certo il messaggio doveristico, di per sé intrinsecamente minaccioso e persecutorio, per cui ci sono regole che impediscono l'abbandono di partita, che può convincere chi vuole smettere e lasciare la partita a continuare a stare al banco e giocare. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Ho sempre pensato che una delle poche cose nella vita che richiedono silenzio assoluto, quando si verificano, per la inspiegabilità profonda e misteriosa che circonda il singolo e specifico atto di chi ne è soggetto più o meno consapevole, sia il suicidio. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Mi piacerebbe che tutti, anche i più illustri 'esperti' di umanità, quando toccano certi temi stessero in posizione rispettosamente 'china': rigorosamente attenti a non proferire parola. E meno che meno sentenze. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Perché, in questo caso, ogni parola è violenza.</span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>*** Massimo Ferrario, </b><i>Il suicidio, gli scacchi, il silenzio,</i> per 'Mixtura', </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ2oZN_KujwmrOhrBZYsxcxoN23RirLjG6JVanRajl6y4C3DvOUO8AbGq3jCl9aeQbbvDvtNaWLvHFiRm5LYmX2wPp_i_2O4iy_Ll2zkuqGDZMb4j3MT4AXcdGZkyuY0hjeTi3RKm1w5llF23kUyrPiDa4_gyR9_6XShjaXSgalOAx01jD6PUmjyqOlDg/s733/Mix_jpg,%20suicidio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="404" data-original-width="733" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ2oZN_KujwmrOhrBZYsxcxoN23RirLjG6JVanRajl6y4C3DvOUO8AbGq3jCl9aeQbbvDvtNaWLvHFiRm5LYmX2wPp_i_2O4iy_Ll2zkuqGDZMb4j3MT4AXcdGZkyuY0hjeTi3RKm1w5llF23kUyrPiDa4_gyR9_6XShjaXSgalOAx01jD6PUmjyqOlDg/s320/Mix_jpg,%20suicidio.jpg" width="320" /></a></div><div><br /></div><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Mosquito <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Mosquito">qui</a></span></b><br /><div style="text-align: justify;"><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Massimo Ferrario </span></b><a href="https://masferrario.blogspot.com/search/label/_Ferrario%20Massimo"><b>qui</b></a></div>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-28336776561240587032023-09-18T07:51:00.000+02:002023-09-18T07:51:09.017+02:00#FAVOLE & RACCONTI / Wu Zhi e la fine del mondo (Massimo Ferrario)<div style="text-align: justify;"><div>Li Min titubava, ma i compagni lo sollecitavano, in quanto allievo più anziano, a porre il tema al Maestro Wu Zhi. </div><div>- Maestro, abbiamo due problemi. Uno è enorme e ci crea un’angoscia indicibile; l'altro è più piccolo, ma rischia di intaccare la qualità delle nostre relazioni. </div><div><br /></div><div>Il Maestro aveva disteso il viso, come a voler significare massima attenzione e disponibilità.</div><div>- Da giorni, tra noi allievi, stiamo discutendo senza trovare un consenso: ognuno la pensa diversamente e nessuno riesce a convincere l'altro. Prima di dirti ciò che ci crea tormento, ti chiediamo: è giusto non riuscire a condividere una soluzione?</div><div>- Conoscere la natura del vostro problema non è indifferente per la risposta. In generale, vi dirò che non so se è 'giusto' non avere una soluzione condivisa. Ma penso sia semplicemente 'sano'. Siamo diversi: voi, io, tutti. Per fortuna. E guai a imporci un unico pensiero. Però ora dimmi, caro Li Min: cosa vi divide? </div><div>- Abbiamo immaginato di sapere con certezza che domani all'alba si compirà la fine del mondo. </div><div><br /></div><div>Wu Zhi era rimasto imperturbabile. </div><div>- Be’, è un'ipotesi oggettivamente drammatica: capisco la vostra inquietudine. Una simile notizia, se fosse provata come certa, spiazzerebbe e manderebbe in confusione qualunque essere umano. </div><div>- Secondo te, Maestro, qual è il comportamento che dovremmo tenere in una simile situazione? Tu hai la saggezza che ti consente di saperlo.</div><div>- Caro Li Min, se davvero questo vi aspettate da me, significa che almeno finora non sono riuscito a farvi intendere cos'è saggezza. Saggezza non è una <i>cosa </i>che si ha: è un'ispirazione, un orizzonte, una direzione, che ti spinge a maturare pensieri e azioni. E’ una meta, irraggiungibile, che attiva un processo continuo di riflessione. Non si diventa saggi: si è in cammino. E quel che si trova, se questo vale qualcosa, vale soprattutto per sé. Mai oserei prescrivere il mio comportamento ad altri. Tutt'al più, se qualcuno esplicitamente me lo chiedesse, gli direi qual è il risultato della mia meditazione: non oserei niente di più. Peraltro, mai come in questo caso, capisco perché la condivisione sia impossibile. </div><div>- Infatti, Maestro: ognuno è fermo sulle sue opinioni. C'è chi dice che si ritirerebbe in isolamento a meditare fino al momento fatale. Chi vorrebbe che la comunità intera si raccogliesse in preghiera e nessuno si isolasse. Chi vorrebbe che ci si limitasse ad accogliere il destino senza assolutamente fare nulla. E poi c'è perfino chi pensa al suicidio, individuale o collettivo, come risposta attiva. Tu hai appena detto che non puoi prescriverci il comportamento corretto: puoi almeno dirci come tu ti comporteresti?</div><div>- Non avrei dubbi. Poco prima dell’alba, raggiungerei il giardino del monastero qui fuori…</div><div>- Per guardare per l'ultima volta il sorgere del sole, in attesa della fine del mondo?</div><div>- No, Li Min, nessun desiderio di contemplazione. Solo la voglia di ‘<i>agire</i>’.</div><div>- Agire? </div><div>- Sì, agire. Pianterei un albero da frutta.</div><div>- Non capisco, Maestro. </div><div>- Pianterei un melo, magari.</div><div>- Ma a che servirebbe, Maestro? L'alba comunque porterebbe con sé la fine del mondo. Non servirebbe a nulla piantare un albero. </div><div>- E invece chi propone di meditare, in solitudine o in comune? O chi immagina un suicidio, individuale o collettivo? Se assumo come vera la notizia che avete immaginato, ogni scelta, tra quelle citate e le mille altre possibili, è lecita: perché niente e nessuno può modificare quel che è scritto nel cielo. Né io ho l’onnipotenza e la tracotanza (<i>hybris </i>la chiamavano gli antichi greci) che domina l'uomo quando si pensa dio. Ma so anche, appunto, di essere un uomo, e tale, fino all'ultimo mio respiro, vorrei restare. Pienamente. Come uomo, nella umiltà richiamata proprio dalla consapevolezza di essere sì <i>terra </i>(ce lo ricorda l'etimologia latina di <i>homo</i>), ma fornita di quel <i>soffio </i>che anima il <i>mio vivere</i>, ho il potere di ‘agire’, e non smettere di agire, fino a che ho forza o possibilità di agire. E’ un agire che io sempre sento come compito e dovere insieme: due termini per me indisgiungibili. Sì, pianterei un albero di mele. E magari, se mi fosse dato tempo, dieci o cento o mille alberi, di mele o di altra frutta. Perché mai rinuncerei alla possibilità di affermare, anche simbolicamente, la potenza della speranza pure quando non c'è più speranza di sperare. Nessuna pretesa di influenzare il cielo: lui faccia la sua parte, io faccio la mia. </div><div><br /></div><div><b>*** MASSIMO FERRARIO,</b> <i>Wu Zhi e la fine del mondo,</i> per 'Mixtura'. Racconto liberamente ispirato ad una frase attribuita a <b>Martin Lutero</b> ("Anche se sapessi che domani il mondo finisse, pianterei lo stesso nel mio giardino un albero di mele"). </div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUc6FUvZjK1nPZgnKjNkRxeILrSbS-OhKDceMVpsXZ-M3lzBU7-5Pf-Qr4wMjfhbmA6OZbJiDPg5AIAJZ_7JznmAcp9jvn2mvMugqbC0nrT05FYYhUmLQMnK3GD8sRYT88o1oj23RUvdcfg_eqUZOi7VroyUAIgtSHu8lAjMk6FuXaDl5DZWL90_ip_I4/s551/Mix_jpg,%20seme%20di%20mela.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="372" data-original-width="551" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUc6FUvZjK1nPZgnKjNkRxeILrSbS-OhKDceMVpsXZ-M3lzBU7-5Pf-Qr4wMjfhbmA6OZbJiDPg5AIAJZ_7JznmAcp9jvn2mvMugqbC0nrT05FYYhUmLQMnK3GD8sRYT88o1oj23RUvdcfg_eqUZOi7VroyUAIgtSHu8lAjMk6FuXaDl5DZWL90_ip_I4/s320/Mix_jpg,%20seme%20di%20mela.jpg" width="320" /></a></div><br /><div><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #Favole&Racconti di Massimo Ferrario <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23Favole%26Racconti">qui</a></span></b></div></div>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9028002942460924659.post-27628635450887687962023-09-14T10:00:00.000+02:002023-09-14T10:00:13.659+02:00#SGUARDI POIETICI / Quando l'acqua è sporca (Massimo Ferrario)<div style="text-align: left;">Non basta andare </div><div>controcorrente:</div><div>se l'acqua è sporca</div><div>resti sporco</div><div>come chi va </div><div>con la corrente.</div><div><br /></div><div>Hai due soluzioni.</div><div><br /></div><div>La prima - impegnativa - è uscire </div><div>dall'acqua e dalla corrente</div><div>e cominciare a spurgare</div><div>la fogna in cui siamo: </div><div>ma prima devi riconoscerne </div><div>il puzzo </div><div>e smettere di ripetere </div><div>- per creduto realismo -</div><div>che in fondo questo puzzo </div><div>è solo un odore e non è poi tanto male. </div><div><br /></div><div>La seconda soluzione - comoda </div><div>perché consonante col contesto - </div><div>è ricavarti un angolino caldo nell'acqua di fogna:</div><div>ti lasci cullare dal liquame </div><div>fino a confonderti con il suo dolce tepore</div><div>e accetti di essere, senza più problemi,</div><div>merda nella merda.</div><div>Per questa scelta dicono che </div><div>la <i>mindfulness </i>aiuti:</div><div>rasserena.</div><div>E non solo: </div><div>se impari a ben meditare,</div><div>avrai la fortuna che il cielo ti sorriderà,</div><div>e potrai anche arrivare a sentire </div><div>- nella melma che continuerà ad avvolgerti -</div><div>l'ammaliante profumo dei fiori di loto.</div><div><br /></div><div><b>*** Massimo Ferrario,</b> <i>Quando l'acqua è sporca, </i>per 'Mixtura'</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtMOVvKB4Pup7qSm66vaWINVPRAYPo5aeStguRY_csEQIE01B0xPv7C25UpB4R7nUTCSG_ythSN2KtsEwGwK5jrGEspQqeCk9GB_JuFrOx46ivZLellKdtRGIDi3Ut_wmFcvLcUCX4-AQKbZVRxhFOC635sWbfzvnOqZiHwW2CZkWF5qVtn-wb-SA6kAQ/s448/Mix_jpg,%20fiore%20di%20loto.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="299" data-original-width="448" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtMOVvKB4Pup7qSm66vaWINVPRAYPo5aeStguRY_csEQIE01B0xPv7C25UpB4R7nUTCSG_ythSN2KtsEwGwK5jrGEspQqeCk9GB_JuFrOx46ivZLellKdtRGIDi3Ut_wmFcvLcUCX4-AQKbZVRxhFOC635sWbfzvnOqZiHwW2CZkWF5qVtn-wb-SA6kAQ/s320/Mix_jpg,%20fiore%20di%20loto.jpg" width="320" /></a></div><br /><div><br /></div><div><b><span style="color: red;">In Mixtura i contributi di Massimo Ferrario <a href="https://masferrario.blogspot.com/search/label/_Ferrario%20Massimo">qui</a></span></b></div><div><b><span style="color: red;">In Mixtura ark #SguardiPoietici <a href="https://masferrario.blogspot.it/search/label/%23SguardiPoIetici">qui</a></span></b></div>Massimo Ferrariohttp://www.blogger.com/profile/09079807524881412363noreply@blogger.com0