Visualizzazione post con etichetta _Murakami Haruki. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta _Murakami Haruki. Mostra tutti i post

lunedì 19 luglio 2021

#MOSQUITO / Gli uomini vuoti (Haruki Murakami)

Quelle che T.S. Eliot chiamava «gli uomini vuoti». Persone insensibili che coprono questa loro mancanza di immaginazione, questo loro vuoto, con un ammasso di segatura, e senza rendersene minimamente conto se ne vanno in giro per il mondo a tentare di imporre a tutti i costi questa loro ottusità agli altri, mettendo in fila parole vuote e senza senso. [...] Gente priva di immaginazione, intollerante, senza orizzonti. Gente che vive una realtà fatta di convinzioni tutte sue, slogan vuoti, ideali orecchiati qua e là, sistemi rigidi.

Sono queste le persone che a me fanno davvero paura. Le temo e le disprezzo. Naturalmente, anche capire ciò che è giusto e sbagliato è importante. Ma nella maggior parte dei casi, ognuno col tempo può correggere i propri errori di valutazione. Se si ha il coraggio di riconoscere i propri errori, il più delle volte è possibile rimediare. Ma la ristrettezza di vedute, la rigidità di chi è privo di immaginazione ha una natura simile a quella dei parassiti. Si trasferiscono da un organismo all'altro, mutano di forma e continuano a vivere e a proliferare. Sono casi senza speranza.

*** Haruki MURAKAMI, 1949, scrittore giapponese, Kafka sulla spiaggia, 2002, Einaudi, 2008, anche in 'libriantichionline.com', qui


In Mixtura i contributi di Haruki Murakami qui
In Mixtura ark #Mosquito qui

domenica 29 novembre 2020

#MOSQUITO / Passo dopo passo (Haruki Murakami)

Guardare troppo lontano è un errore. Se uno guarda lontano, non vede quello che ha davanti ai piedi, e finisce per inciampare. Ma anche concentrarsi troppo sui piccoli dettagli che si hanno sotto il naso non va bene. Se non si guarda un po' oltre, si va a sbattere contro qualcosa. Perciò è meglio sbrigare le proprie faccende guardando davanti a sé quanto basta, e seguendo l'ordine stabilito passo dopo passo. Questo, in tutte le cose, è il punto fondamentale.

*** Haruki MURAKAMI, 1949, scrittore giapponese, Kafka sulla spiaggia, 2002, Einaudi, 2008, anche in 'libriantichionline.com', qui


In Mixtura i contributi di Haruki Murakami qui
In Mixtura ark #Mosquito qui

lunedì 30 settembre 2019

#CIT / Limite (Haruki Murakami)

Tamura Kafka, 
nella vita c’è un punto 
in cui non si può tornare indietro. 
E poi c’è un punto, 
ma i casi sono molto più rari, 
in cui non è più possibile andare avanti. 
Quando questo accade, 
che sia un bene o un male, 
l’unica cosa che possiamo fare 
è accettarlo in silenzio.

***  Haruki MURAKAMI, 1949, scrittore giapponese, Kafka sulla spiaggia, 2002, Einaudi, 2008


In Mixtura i contributi di Haruki Murakami qui
In Mixtura ark #Cit qui

venerdì 7 giugno 2019

#EX_LIBRIS / ll rito della 'tela zen' (Murakami Haruki)

Mi era sempre piaciuto, la mattina presto, osservare in silenzio una tela dove non avevo ancora tracciato un segno. Avevo chiamato quel rito "zen della tela". Era ancora bianca, eppure non si poteva dire che fosse vuota. Su quella superficie candida si nascondevano le cose che sarebbero emerse in seguito. Osservandola con attenzione si intuivano le molteplici possibilità che prima o poi si sarebbero concretizzate. Adoravo quell'istante. L'istante in cui ciò che esiste e ciò che non esiste si confondono.

*** Murakami HARUKI, 1949, scrittore giapponese, L'assassinio del commendatore. Libro secondo, traduzione di Antonietta Pastore, Einaudi, 2018, citato in facebook, 1 aprile 2019, qui 


In Mixtura i contributi di Murakami Haruki qui
In Mixtura ark #ExLibris qui

lunedì 2 novembre 2015

#MOSQUITO / Tempesta, dopo (Haruki Murakami)

Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l’andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infine volte, come una danza sinistra col dio della morte prima dell’alba. Perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. E’ qualcosa che hai dentro. Quel vento sei tu. Perciò l’unica cosa che puoi fare è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia. Attraversarlo, un passo dopo l’altro. Non troverai sole né luna, nessuna direzione, e forse nemmeno il tempo. Soltanto una sabbia bianca, finissima, come fatta di ossa polverizzate, che danza in alto nel cielo. Devi immaginare questa tempesta di sabbia. E naturalmente dovrai attraversarla, quella violenta tempesta di sabbia. E’ una tempesta metafisica e simbolica. Ma per quanto metafisica e simbolica, lacera la carne come mille rasoi. Molte persone verseranno il loro sangue, e anche tu forse verserai il tuo. Sangue caldo e rosso. Che ti macchierà le mani. E’ il tuo sangue, e anche sangue di altri. 
Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia. 

*** Haruki MURAKAMI, 1949, scrittore giapponese, Kafka sulla spiaggia, 2002, Einaudi, 2008