giovedì 28 febbraio 2019

#HUMOR / Cosa ti piace?

via facebook, 27 febbraio 2019, qui

In Mixtura ark #Humor qui

#SENZA_TAGLI / Competenze per aiutare ad apprendere (Stefano Facheris)

Facciamola semplice sul tema competenze:
a) sapere tutto, ma proprio tutto dell'argomento X, è una competenza
b) per comunicare ad altri l'argomento X (in modo che stiano svegli, ascoltino e capiscano quello che dite) serve la competenza a) + altre diverse da a)
c) per insegnare ad altri l'argomento X servono a)+b) + altre competenze diverse da a)+b)
d) per aiutare altri ad apprendere X servono a)+b)+c) + altre competenze ancora

Se non sono chiari questi passaggi non perdete tempo a parlare di formazione né a spacciarvi per formatori prendendo in giro le Persone...

*** Stefano FACHERIS, consulente, formatore, facebook, 27 febbraio 2019, qui

In Mixtura i contributi di Stefano Facheris qui
In Mixtura ark #SenzaTagli qui

#VIGNETTE / La Sarti si autosospende (Natangelo)

NATANGELO, 1985
'Il Fatto Quotidiano', 27 febbraio 2019, qui

In Mixtura i contributi di Natangelo qui
In Mixtura ark #Vignette qui

#BREVITER / Pd, sindrome psichiatrica (mf)

«Renzi è fondamentale per il Pd. 
E rivendico i risultati della sua stagione. 
(Roberto GIACHETTI 
uno dei tre candidati alla segreteria). 
Cercasi terminologia psichiatrica 
per dare un nome a questa sindrome inguaribile. (mf)
(facebook, 28 febbraio 2019)

In Mixtura ark #Breviter qui

#SGUARDI POIETICI / Ti aspettavo (Ágota Kristóf)

Ti aspettavo in fondo alla strada nella pioggia
andavo a capo chino ti vedevo lo stesso
ma non riuscivo a sfiorarti la mano

Ti aspettavo su una panchina le ombre degli alberi
cadevano sulla ghiaia fresca
come anche la tua ombra mentre ti avvicinavi

Ti aspettavo una volta di notte sul monte
crepitavano i rami quando li hai scostati
dal tuo viso e mi hai detto che non potevi restare

Ti aspettavo a riva con l’orecchio incollato
a terra sentivo il tonfo dei tuoi passi
sulla sabbia morbida poi si fece silenzio

Ti aspettavo quando arrivavano i treni lontani
e le persone tornavano tutte a casa
mi hai fatto un cenno da un finestrino il treno non si è fermato

*** Ágota KRISTÓF, 1935-2011, scrittrice ungherese naturalizzata svizzera, Ti aspettavo, traduzione di Vera Gheno, da Chiodi, Edizioni Casagrande, 2018. Citata in 'poesia in rete', 20 maggio 2018, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/%C3%81gota_Krist%C3%B3f


In Mixtura i contributi di Ágota Kristóf qui
In Mixtura ark #SguardiPoietici qui

#MOSQUITO / L'ascesa dei privilegiati (Primo Levi)

L’ascesa dei privilegiati, non solo in Lager ma in tutte le convivenze umane, è un fenomeno angosciante ma immancabile: essi sono assenti solo nelle utopie. È compito dell’uomo giusto fare la guerra ad ogni privilegio non meritato, ma non si deve dimenticare che questa è una guerra senza fine. Dove esiste un potere esercitato da pochi, o da uno solo, contro i molti, il privilegio nasce e prolifera, anche contro il volere del potere stesso; ma è normale che il potere, invece, lo tolleri e lo incoraggi.

*** Primo LEVI, 1919-1987, scrittore, poeta, testimone dei lager, da La zona grigia, ne I sommersi e i salvati, Einaudi, 1986
https://it.wikipedia.org/wiki/Primo_Levi


In Mixtura i contributi di Primo Levi qui
In Mixtura ark #Mosquito qui

#LINGUA_ITALIANA / Non maltrattare gli accenti (Vera Gheno)

Vedi quel trattino sopra alcune lettere? Si chiama "accento". In italiano ce ne sono di due tipi: quello GRAVE, che è inclinato verso sinistra, come su "è" voce del verbo "essere", e quello ACUTO, che è inclinato verso destra, come su "perché".

I due accenti non si mettono in maniera casuale: il primo indica una e aperta, come in "cioè", "caffè" o "peppereppè"; il secondo indica una e chiusa, come in "affinché", "trentatré" o "alé".

Non ti far fuorviare dalle pronunce in uso nella tua regione: per quanto nel parlato siano poche le zone d'Italia dove le persone sentono istintivamente la differenza tra aperte e chiuse (pésca 'atto del pescare' e pèsca 'frutto'), nello scritto questa differenza rimane e deve rimanere [EDIT: almeno per il momento. Poi, un giorno, chissà].

Purtroppo, quando scriviamo a mano tendiamo a fare un segno indistinto, il cosiddetto "accento a barchetta", per cui poi ci dimentichiamo di questa fondamentale differenza e quando scriviamo al computer facciamo pastrocchi: il verbo "essere" che diventa "é", "perchè" scritto con l'accento grave invece che acuto... per non parlare delle altre lettere accentate, malmenate anche più violentemente.

Sii gentile, non maltrattare gli accenti.

*** Vera GHENO, sociolinguista, facebook, 26 febbraio 2019, qui


In Mixtura i contributi di Vera Gheno qui
In Mixtura ark #LinguaItaliana qui

#VIGNETTE / Fermatevi (Emilio Giannelli)

Emilio GIANNELLI,  1936
'Corriere della Sera', 26 febbraio 2019, qui

In Mixtura i contributi di Emilio Giannelli qui
In Mixtura ark #Vignette qui

mercoledì 27 febbraio 2019

#HUMOR / Sii te stesso ma

via facebook, 22 febbraio 2019, qui

In Mixtura ark #Humor qui

#FILASTROCCHE / Tanti diritti (Roberto Piumini)

Tanti diritti,
dei bei diritti dritti,
non dei diritti storti,
però, però, però:
quando mangi, perché
tu hai il diritto di essere nutrito,
ricorda chi non mangia
perché ha il diritto, e non il cibo.
E quando giochi,
perché hai il diritto di giocare,
ricorda chi non gioca,
perché non ha il posto per giocare.
Quando vai a scuola, perché
hai il diritto di essere educato,
ricorda chi ha il diritto, e non la scuola.
Quando riposi, perché
tu hai il diritto di riposare,
ricordati di chi ne ha il diritto
ma non può riposare.
Ricorda il tuo diritto,
ma anche il suo rovescio,
perché c’è un diritto che non hai:
dimenticare.

*** Roberto PIUMINI, 1947, scrittore, Tanti diritti,  da Siamo nati tutti liberi, San Paolo edizioni, 
https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Piumini


In Mixtura ark #Filastrocche qui

#SPOT / Mamma e Papà, oggi come ieri

via facebook, 26 febbraio 2019, qui

In Mixtura ark #Spot qui

#VIGNETTE / "La storia insegna" (Mauro Biani)

Mauro BIANI, 1967
'il manifesto', 26 febbraio 2019, qui

In Mixtura i contributi di Mauro Biani qui
In Mixtura ark #Vignette qui

#LIBRI PREZIOSI / "La comunicazione emozionale", di Doriano Marangon (recensione di Massimo Ferrario)

Doriano MARANGON, 
La comunicazione emozionale. 
Storytelling, approcci cognitivi e social media
pagine 165, € 18,00 Carocci editore, 2019

La pratica analizzata alla luce della teoria
Da ormai oltre un lustro sono uscito dal mercato della consulenza e della formazione e uno dei vantaggi di cui posso godere è che non sono più obbligato a seguire l'infinita saggistica che, tra l'inutile, il futile e lo scopiazzato, ridonda sui temi del management, della leadership e, più in generale, del comportamento organizzativo.

Com'è noto, manager e professionisti del mondo delle imprese non brillano per essere ai primi posti degli indici di acculturamento, sia generale che specialistico, e sempre meno si rivelano abituali frequentatori di librerie. Eppure, anche tra i miei ex-colleghi non mancano figure che non hanno perso la capacità, e la voglia, di pensare e di divulgare le loro riflessioni.
Doriano Marangon è uno di questi: e non lo dico perché lo conosco da una vita (di altri che pure conosco non direi: e basta stare zitti per evitare i complimenti insinceri), ma perché lo testimoniano i suoi scritti. 
La comunicazione emozionale (Carocci, 2019), dopo il più generale Il comportamento organizzativo (Carocci, 2015, di cui avevo già avevo avuto modo di dire in 'Mixtura' (qui), è il suo secondo volume. E il fuoco, stavolta, è su un argomento classico, la 'comunicazione', da anni affrontato in lungo e in largo, non sempre con competenza e profondità e spesso banalizzato, in Italia e all'estero: del resto, Google, a conferma di quanto questo argomento resti saldamente in hit parade, restituisce ad oggi oltre 220 mila occorrenze di riferimenti soltanto in lingua italiana.

Su una questione tanto indagata parrebbe non doversi aggiungere più nulla. Invece, e qui sta l'interesse, ma anche la piacevolezza culturale del breve saggio di cui qui stiamo parlando, Doriano Marangon, ex-manager del personale di grande azienda e consulente ormai stagionato, con esperienza pluriennale di conduzione di master al Mip di Milano, è capace di proporci un'analisi precisa, puntuale e stimolante di differenti stili comunicazionali, tutti efficaci ma di diverso impatto.
Lo fa in due modi.
Prima di tutto scavando dentro l'aggettivo 'emozionale', grazie a una impalcatura minima, ma 'potente', semplice e accattivante, costruita su di una 'teoria' in grado di razionalizzare e, come dice l'etimologia greca, di far 'vedere' cose che spesso non vediamo anche se ne subiamo l'inconsapevole influenza; e, secondariamente, ricorrendo a una serie numerosa di esempi concreti, presi dal campo,  costituiti da discorsi famosi di un mix diversissimo di personaggi noti: soprattutto politici, imprenditori, papi, ma anche uno scrittore protagonista della letteratura statunitense in uno di quei discorsi ai neolaureati tanto diffusi nel costume di oltreoceano.
Scorrono così, in una carrellata sostenuta da una scrittura fluida, piana, ordinata e sempre coinvolgente anche per l'inappuntabile chiarezza espressiva, figure storiche come John F. Kennedy e Giovanni XXIII, Adriano Olivetti e Franco Mattei, David Foster Wallace e Steve Jobs, accanto a quelle più contemporanee di Papa Francesco e Sergio Marchionne, Donald Trump e Hillary Clinton, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, Pier Luigi Bersani e Giuliano Pisapia.

Magari non sempre le analisi sui testi presentati sono condivisibili in ogni loro singola e specifica sfaccettatura, ma anche quando il lettore potrebbe eccepire su qualche valutazione, il godimento intellettuale, nell'insieme, è assicurato e la teoria che fa da supporto alle singole osservazioni risulta sostanzialmente validata.

Chi mi conosce sa che da sempre seguo un motto che per me rappresenta una bussola di orientamento imprescindibile. Sta tutto in tre verbi che ritengo cruciali: 'condividere, dissentire, comunque (ri)pensare'. Al di là del consenso/dissenso manifestabile verso i tanti stimoli che quotidianamente ci piovono addosso, ancor più importante credo sia l'incontro con quegli stimoli (forse gli unici veri) che ci spingono a qualche (ri)pensamento. Quando questo avviene, siamo in presenza di un momento prezioso. E anche per questo, almeno per quanto mi riguarda, ringrazio  Doriano Marangon.

*** Massimo Ferrario, per Mixtura
«
L'achiever è spesso breve nelle sue esposizioni, cerca la sintesi delle idee che vuole affermare e punta su elementi pratici e concreti. Spesso propone delle scommesse, delle sfide di varia natura per raggiungere obiettivi complessi.
Al contrario, l'analyzer è molto esaustivo, cerca di approfondire tutti gli elementi di interesse, basandosi sugli aspetti teorici e sui concetti. Una tecnica che può utilizzare è la messa in evidenza dei pro e dei contro: tutte le ipotesi proposte sono vagliate da questa prospettiva legata ai rischi, che in genere le persone che posseggono questo approccio non amano particolarmente, poiché l'importante è essere razionalmente coerenti. Le sue presentazioni sono composte da molte slide piene di informazioni e di dettagli. Nel caso di discorsi che non si avvalgono di supporti grafici o visivi fa ricorso a spiegazioni dettagliate, riferimenti ad attività svolte, numeri in abbondanza, mostrando una ricerca di solidità argomentativa ed evidenziando tutte le alternative possibili, le prove che testimoniano la bontà del suo percorso intellettuale.
All'opposto avremo il dreamer, che si muove sul versante tipicamente emozionale, mostrando un forte interesse per gli aspetti dell'immaginazione e visivi. Ha l'atteggiamento mentale intuitivo e in alcuni casi potrebbe non essere chiarissimo, poiché conta su collegamenti non sempre apparenti a prima vista.
L'ultimo approccio cognitivo è quello dell'organizer, colui che segue un metodo, un piano ben definito, rappresentato quando possibile da schemi e organizzato per punti; ama fare liste, in cui si identificano facilmente delle gerarchie. 
(Doriano MarangonLa comunicazione emozionale. Storytelling, approcci cognitivi e social media, Carocci editore, 2019)
»


In Mixtura i contributi di Doriano Marangon qui
In Mixtura ark #LibriPreziosi qui

#SGUARDI POIETICI / Confini (Antonella Anedda)

L’ennesima notizia della strage arriva questa sera
nell’ora in cui messi gli ultimi panni in lavatrice
si scoperchiano i letti per dormire.
Sullo schermo del televisore unica luce nella stanza buia
scorrono visi morti e morti vivi, lampi di armi,
corpi nudi e dentro ai calcinacci un cane.
La storia moltiplica i suoi spettri, li affolla
ai confini degli imperi nell’era di ferro che ci irradia.
Ha inizio un assedio senza nome.
Acque reflue, alluvioni, rocce spaccate
in cerca di petrolio. Resistono gli schiavi
intenti a costruire le nostre piramidi di beni.

*** Antonella ANEDDA, 1955, poetessa, Confini, da Historiae, Einaudi, Torino, 2018. Anche in 'poesiainrete', 11 febbraio 2019, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Antonella_Aneddapoetessa


In Mixtura i contributi di Antonella Anedda qui
In Mixtura ark #SguardiPoietici qui

#SENZA_TAGLI / Basterebbe essere filosoficamente cristiani (Andrea Colamedici)

Il ministro Fontana sostiene che sia il Vangelo a spingere verso il “Prima gli italiani”. Dice, infatti: “Ci accusano anche da ambienti cattolici ma la nostra azione politica sull’immigrazione si ispira al catechismo. “Ama il prossimo tuo” ovvero in tua prossimità e per questo dobbiamo occuparci prima dei nostri poveri“.
Peccato che il messaggio evangelico sia molto diverso, e che il “nuovo comandamento” dell’Amore segni proprio la differenza con l’Antico Testamento, dove il “prossimo” era in effetti il “simile”.
Nei Vangeli, invece, il “comandamento più grande” è questo: “Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.

Ama SOPRATTUTTO chi è diverso da te. Chi non ti somiglia, chi ha la pelle di un altro colore, chi ha un’altra bandiera e un’altra religione.
Per smontare l’ignoranza attuale basterebbe risalire al vero insegnamento evangelico. 
Basterebbe essere filosoficamente cristiani, senza per questo riconoscersi in nessuna religione.

*** Andrea COLAMEDICI, filosofo, editore di Tlon, facebook, 24 febbraio 2019, qui


In Mixtura i contributi di Andrea Colamedici qui
In Mixtura ark #SenzaTagli qui

#VIGNETTE / Tonfo M5S (Natangelo)

NATANGELO, 1985
'Il Fatto Quotidiano', 26 febbraio 2019, via facebook, qui

In Mixtura i contributi di Natangelo qui
In Mixtura ark #Vignette qui

martedì 26 febbraio 2019

#IN_LETTURA / L'operaio politico (Pasquale Celommi)

Pasquale CELOMMI, 1851-1928
L'operaio politico

In Mixtura ark #InLettura qui

#VIDEO / Nigeriana in vendita al mercato (Ugo Capolupo)


Nigeriana in vendita
Ugo Capolupo, 1973
regista
fanpage 30 novembre 2016, youtube
video, 4min19

Dopo cinquant’anni, Ugo Capolupo, con l’aiuto dell’attrice e modella Etionsa Agbontaen, rimette in scena a Napoli una famosa candid camera di Nanni Loy andata in onda nel 1964. 
Quanto sono cambiati i pregiudizi degli italiani verso gli stranieri? In quante forme si può manifestare il razzismo? Davvero nel nuovo millennio c’è qualcuno che crede che le persone possano essere comprate al mercato? 
(dalla presentazione)

In Mixtura ark #Video qui

#VIGNETTE / Ma per il governo non cambia niente, vero Matteo (Walter Leoni)

Walter LEONI
facebook, 26 febbraio 2019, qui

In Mixtura i contributi di Walter Leoni qui
In Mixtura ark #Vignette qui

#SGUARDI POIETICI / I delusi (Alessandro Burbank)

i delusi dalla politica vanno al mare, 
i delusi dal mare vanno in montagna, 
i delusi dalla montagna vanno alle città 
culturali, i delusi dalle città culturali 
vanno all'estero, i delusi dall'estero 
tornano a casa, i delusi da casa vanno al bar 
i delusi dal bar vanno al ristornate 
i delusi dal ristorante vanno dalla nonna 
i delusi dalla nonna non sanno più dove andare
i delusi che non sanno più dove andare 
vagano a caso, i delusi dal movimento 
vanno a destra, i delusi da destra 
vanno al centro, i delusi dal centro 
vanno a sinistra, i delusi dalla sinistra 
tornano nel movimento, i delusi 
dai delusi, delusi insieme, sono felici.

*** Alessandro BURBANK, 1988, facebook, 19 febbraio 2019, qui


In Mixtura i contributi di Alessandro Burbank qui
In Mixtura ark #SguardiPoietici qui

#MUSICHE & TESTI / Non è un film (Fiorella Mannoia)

Fiorella Mannoia,1954
https://it.wikipedia.org/wiki/Fiorella_Mannoia
con la partecipazione del rapper Frankie hi-nrg mc
e del cantante senegalese Natty Fred
video 3min53
MANNOIA
Non è un film 
quello che scorre intorno 
che vediamo ogni ogni giorno 
che giriamo distogliendo lo sguardo.
Non è un film e non sono comparse
le persone disperse sospese 
e diverse tra noi e lo sfondo, 
e il resto del mondo 
che attraversa il confine 
ma il confine è rotondo 
si sposta man mano che muoviamo lo sguardo 
ci sembra lontano 
perché siamo in ritardo, 
perenne, costante, 
ne basta un istante, 
a un passo dal centro 
è già troppo distante, 
a un passo dal mare 
è già troppo battaglia, 
ad un passo da qui era tutta campagna. 
Oggi tutto è diverso una vita mai vista 
questo qui non è un film e non sei protagonista,
puoi chiamare lo stop ma non sei il regista 
ti puoi credere al top ma sei in fondo alla lista 

NATTY FRED: [aprite le frontiere...]

MANNOIA
questo non è un film e le nostre belle case 
non corrono il pericolo di essere invase, 
non è un armata aliena sbarcata sulla terra, 
non sono extraterrestri che ci dichiaran guerra, 
son solamente uomini che varcano i confini, 
uomini con donne vecchi con bambini, 
poveri con poveri che scappan dalla fame 
gli uni sopra gli altri per intere settimane 
come in carri bestiame in un viaggio nel deserto 
rincorrono una via in balia dell'incerto 
per rimanere liberi costretti a farsi schiavi 
stipati nelle stive di disastronavi 
come i nostri avi contro i mostri 
e i draghi in un viaggio nell'inferno 
che prenoti e paghi sopravvivi o neghi 
questo il confine perché non è un film 
non c'è lieto fine 

INSIEME: 
scegli da che parte stare, 
dalla parte di chi spinge, 
scegli da che parte stare, 
dalla parte del mare 

NATTY FRED: [Vivevo felice nella mia terra non avevo bisogno di niente e di nessuno...]

FRANKY HI-NRG: 
questo sembra un film di quelli terrificanti 
dalla Transilvania non arrivano vampiri ma badanti, 
da Santo Domingo non profughi o zombie, 
ma ragazze condannate a qualcuno che le trombi 
dalle Filippine colf pure dal Bangladesh 
dalla Bielorussia solo carne da lap dance 
scappano per soddisfare vizi e sfizi nostri 
loro son le prede noi siamo i mostri 
loro la pietanza noi i commensali 
e se loro son gli avanzi noi siam peggio dei maiali 
pronti a divorare a sazietà 
ma pronti a lamentarci per la puzza della varia umanità
che ci occorre, ci soccorre, ci sostenta 
questo non è un film ma vedrai che lo diventa 
tu stai attento e tienti pronto che al momento di girare i buoni vincon sempre, 
scegli da che parte stare. 

NATTY FRED: [un tempo ti sei fatto grande davanti ai miei occhi
mentre io diventavo sempre più piccolo
sono diventato la tua proprietà
la nostra diversità non può innalzare un mura tra noi
ora sono io che voglio venire da te
ho la consapevolezza che sfidare il mare mi potrà portare alla morte
ma il desiderio di guadagnarmi un domani migliore mi costringe a rischiare la vita
aprite le frontiere]

INSIEME: 
scegli da che parte stare, 
dalla parte di chi spinge, 
scegli da che parte stare, 
dalla parte del mare 

NATTY FREDDY: [Aprite le frontiere...]

INSIEME: 
scegli da che parte stare, 
dalla parte di chi spinge, 
scegli da che parte stare, 
dalla parte del mare 

NATTY FREDDY: [Aprite le frontiere...]

INSIEME: 
scegli da che parte stare, 
dalla parte di chi spinge, 
scegli da che parte stare, 
dalla parte del mare 

NATTY FREDDY: [Aprite le frontiere...]

In Mixtura i contributi di Mannoia qui
In Mixtura ark #Musiche&Testi qui

#SENZA_TAGLI / Comunque alla fine i buoni vincono, vero? (Paola Ronco)

Qualche giorno fa mio figlio ha visto in una vetrina la maschera di V per Vendetta.
- Questa non l'abbiamo mai vista! - si è entusiasmato, scambiandola per qualche supereroe ancora sconosciuto. - Mi racconti la storia?
- Ma, guarda, è una storia da grandi. 
- Raccontamela, dai, ti prego, - ha insistito, talmente tanto che ho provato a impapocchiare qualcosa che andasse più o meno bene per un bambino di tre anni e mezzo.
- Beh, sai, è la maschera del protagonista di un fumetto, che la prende a sua volta da un personaggio storico che si chiamava Guy Fawkes, che...
- Mi racconti il fumetto?
- Vabbè, per fartela breve è una storia immaginata in un mondo in cui hanno vinto i cattivi che...
- Cosa? Hanno vinto i cattivi? - mi ha guardata con orrore, con quegli occhi lucidi che ho imparato a riconoscere da quando gli ho letto quel pezzo in cui Pinocchio si ritrova con i piedi bruciati, e ho sentito forte l'arrivo dei servizi sociali. 
- Sì, ma ehm, è una storia inventata, dai.
- Ah. Vero. E cosa fanno i cattivi quando vincono?
- Eh, - ho detto io, gridando interiormente. - Le cose da cattivi, sai. Dare fastidio ai buoni, cercare di far fare una vita difficile a tutti, minacciare punizioni, far stare male la gente, in modo che si senta cattiva come loro.
- Non mi piace questa storia, - ha detto mio figlio dopo un breve silenzio.
- Nemmeno a me, - ho sospirato io. - Facciamo che ne riparliamo quando sei più grande, ok?

Pensavo di averla sfangata, e invece ieri l'ho visto molto assorto. Dopo un po' si è deciso.
- Sai, mamma, pensavo a quella storia finta dove vincono i cattivi. Che è finta, vero? Perché i cattivi in realtà non vincono mai. Vero?
- Eh, ehm, - ho balbettato io, piangendo interiormente. - E cosa pensavi?
- Che non ha senso. I cattivi non vincono. Vero?
Ho pensato un po' a come dire una cosa vera senza esagerare con la realtà.
- Beh, sai, i cattivi in fondo per esistere hanno bisogno dei buoni. E' un po' come in una puntata di Spiderman, no?
- Spiderman vince sempre, - mi ha guardato diffidente mio figlio.
- Sì, certo, ma nella puntata dopo c'è un nuovo cattivo da sconfiggere. Altrimenti Spiderman si annoierebbe, no?
- Giusto.

Poi, quando mio figlio sarà più grande glielo spiegherò, che il successo e la vittoria non sono mai definitivi, e che il fallimento non è mai fatale, e gli dirò che questa cosa la diceva un tizio inglese che, con tutti i suoi difetti, insieme a un po' di gente ha fatto un mazzo tanto ai nazisti, con la tranquillità di chi sa di fare quello che deve. Gli spiegherò che niente è mai conquistato per sempre, e che questa cosa vale sia per i buoni che per i cattivi, e che ricordarsene dovrebbe confortare un po'.

- Comunque alla fine i buoni vincono, vero?, - ha tagliato corto mio figlio, vedendo che stavo zitta.
- Certo, - ho tagliato corto anch'io.

*** Paola RONCO, facebook, 24 febbraio 2019, qui


In Mixtura ark #SenzaTagli qui

#VIGNETTE / Elezioni regionali sarde (Alagon)

ALAGON
Elezioni regionali sarde, 24 febbraio 2019
facebook, 25 febbraio 2019, qui

In Mixtura i contributi di Alagon qui
In Mixtura ark #Vignette qui

lunedì 25 febbraio 2019

#QUADRI / Fiori (Claude Monet, Juan De Arellano, Nikolai Astrup)

Claude MONET, 1840-1926
pittore francese, padre dell'espressionismo
via facebook, 23 febbraio 2019, qui

° ° °

Juan DE ARELLANO, 1614-1676
pittore spagnolo
via facebook, 20 febbraio 2019, qui

° ° °

Nikolai ASTRUP, 1880-1928
pittore norvegese
via facebook, 6 luglio 2018, qui



In Mixtura i contributi di Claude Monet qui
In Mixtura ark #Quadri qui

#SENZA_TAGLI / Salvini e i 5S, se non si pagano le conseguenze delle proprie azioni (Marianna Aprile)

Cosa succede se ti permettono di non pagare le conseguenze delle tue azioni? 
Che ti senti al di sopra della legge. E ci prendi gusto.

E infatti ieri Salvini è andato a trovare un condannato definitivo (ha sparato a un ladro, rendendolo invalido, ma dopo averlo fatto inginocchiare e picchiato, non proprio d’impulso da legittima difesa, diciamo) e ha cianciato di richieste di grazia e leggi da cambiare.

Se ti concedono di non pagare mai le conseguenze delle tue azioni, finisce che ti arroghi arbitrariamente il diritto di decidere cosa sia da punire e cosa no, che te ne freghi (più del solito, intendo) di tre gradi di giudizio e qui di dell’autonomia di uno dei poteri dello Stato (di cui dovresti essere servitore), che agisci dolosamente contro istituzioni, di cui dovresti essere rappresentate e difensore.

Forse i Cinquestelle avrebbero dovuto farsi qualche domanda in più sugli effetti collaterali che salvare dal processo Diciotti l’alleato - già incline di suo a fregarsene - avrebbe avuto su tutti noi.

Che un conto è se per incompetenza e imperizia fate sparire il MoVimento. Altro è se con le vostre cialtronate da pusillanimi agevolate chi vuol far sparire i fondamentali dello Stato.

*** Marianna APRILE, giornalista, facebook, 24 febbraio 2019, qui


In Mixtura i contributi di Marianna Aprile qui
In Mixtura ark #SenzaTagli qui

#HUMOR / Arte moderna

 
via facebook, 23 febbraio 2019, qui

In Mixtura ark #Humor qui

#VIGNETTE / Sull'Arno (Massimo Bucchi)

Massimo BUCCHI, 1941
facebook, 23 febbraio 2019, qui

In Mixtura i contributi di Massimo Bucchi qui
In Mixtura ark #Vignette qui

#SGUARDI POIETICI / Due giorni dopo la mia morte (Franco Arminio)

Due giorni dopo la mia morte
verrò a prendere il caffè da voi.
Mi stenderò sul divano
a guardare il sonno dei gatti.
Poi andrò via
verso un mandorlo che sta per fiorire
verso il nido
di una formica.
Potrei perfino uscire
dall'universo come se fosse una casa
e poi tornare
scuotendo la neve caduta sull'ombrello.
Se veramente amiamo
un uomo, una donna, una rosa,
noi da vivi e da morti
possiamo fare ogni cosa.

*** Franco ARMINIO, 1960, scrittore, poeta, paesologo, Ci salverà l’amore. Dieci poesie inedite di Franco Arminio per il Corriere della Sera, 13 febbraio 2019, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Arminio


In Mixtura i contributi di Franco Arminio qui
In Mixtura ark #SguardiPoietici qui

#SENZA_TAGLI / Formigoni, troppo facile (Giuseppe Civati)

Ho attaccato duramente Roberto Formigoni, quando era Celeste e onnipotente, subendo anche del sarcasmo da parte sua quando chiesi pubblicamente le sue dimissioni in una grande e bella piazza milanese (#liberalasedia, ricordate?).

Ho denunciato per anni il suo sistema di potere, ho contrastato le sue politiche e le sue pratiche.
Mi sono sempre chiesto come potesse avere messo da parte 49 milioni di euro (sono sempre 49, accidenti), che gli furono sequestrati all’inizio di questa storia. E Formigoni nella vita aveva solo fatto politica.

Non penso però che ci sia da festeggiare per l’ingresso in carcere di una persona.

Se poi si tratta di un politico, osannato per anni, a cui era stato concesso di tutto e di più in ragione di un consenso smisurato, è solo un grande fallimento per tutti – per le istituzioni che rappresentava, in particolare, all’ultimo piano di un grattacielo milanese, tra le nuvole.

C’è una certa amarezza nel rilevare puntualmente che viviamo in un paese in cui si salta sul carro del vincitore come un gatto e poi da quel carro non solo si scende, si finge proprio che il carro non sia passato. «Carro, quale carro?». E quello di Formigoni era un «grande carro» in cui erano saliti tutti quanti, i potenti, certo, gli affaristi, pure, ma anche la maggioranza dei lombardi, all’insegna di un modello di cui ci si vantava in Italia e in Europa.

Formigoni ha governato in Lombardia dal 1995 al 2012. 18 anni. Un’«eternità» che sembrava, per definizione, non dover finire mai.

La prossima volta, come in altre mille occasioni, prima della condanna giudiziaria, sarebbe importante che i cittadini e chi li rappresenta si fermassero a riflettere.

Troppo facile attaccare il forte diventato debole, debolissimo, quando è stato scaricato. Più complesso e prezioso riconoscerne i difetti e le mancanze quando è in carica, soprattutto quando sono monumentali come la sua arroganza.

*** Giuseppe CIVATI, politico, editore di People, facebook, 23 febbraio 2019, qui


In Mixtura i contributi di Giuseppe Civati qui
In Mixtura ark #SenzaTagli qui

#VIGNETTE / Il leghista con la prostata infiammata (Fabrizio Fabbri)

Fabrizio (Bicio) FABBRI. 1954
vignettista
facebook, 24 febbraio 2019, qui

In Mixtura i contributi di Fabrizio Fabbri qui
In Mixtura ark #Vignette qui

domenica 24 febbraio 2019

#PIN / Spostamento d'aria (MasFerrario)

twitter, 22 marzo 2012

In Mixtura ark #Pin di MasFerrario qui

#VIGNETTE / Una volta il filosofo Platone (Brian Crane)

Brian CRANE, 1949
cartoonist statunitense
via facebook, 17 febbrai o2019, qui

Il filosofo Platone una volta disse... 
«Sono l'uomo più saggio al mondo perché so una cosa soltanto... 
Ed è che so di non sapere nulla.» 
«E chi gliel'aveva detto?» 
«Sua moglie.»

In Mixtura ark #Vignette qui

#SPOT / Memo (Marco De Angelis)

Marco DE ANGELIS, 1955
vignettista, illustratore, giornalista 
International Holocaust Remembrance Day
'cartoonmovement.com', 26 gennaio 2019, qui 

In Mixtura ark #Spot qui

#IMMAGINId'IMPATTO / Palazzo dei mostri, Hong Kong

 
Palazzo dei mostri, Hong Kong
via facebook, 17 febbraio 2019, qui

In Mixtura ark #ImmaginiImpatto qui

#SGUARDI POIETICI / L'acquisto della bici (Tiziano Scarpa)

Questa bici era in svendita
nel centro commerciale
sulla Zagrebačka. Seicento kune.
Ottanta euro. Niente male, no?

Ha i copertoni grossi, da sterrato,
le marce fanno comodo
sulle rampe del parco dedicato
alla regina Jelene Madijelevke,
e per scendere in spiaggia ad Arbanasi.

Le manca il campanello
e al posto del fanale
c’è un catarifrangente.
Vabbè, giro di giorno.

Era la prima volta
che ne compravo una
in un supermercato.

Mi ha fatto strano passare alla cassa
con la bici al mio fianco,
farla scorrere in piedi sulle ruote.

Ho guardato la cassiera interdetto,
come per dire: posso?
Quella mi ha fatto un cenno
come per dire: certo!

Sopra il codice a barre
incollato al manubrio
la cassiera ha passato il laser rosso.

Con la sua lucente bacchetta magica
ha trasformato questa bicicletta
in una cosa mia,
una parte di me.

Ridacchiate pure. Ma sulle bici
non si scherza. In sella a loro ho imparato
la cosa più importante.

Noi siamo il nostro carico
ma anche il nostro motore.

*** Tiziano SCARPA, 1963, scrittore e poeta, L'acquisto della bici, da Discorso di una guida turistica di fronte al tramonto, Amos, 2008. Anche in 'ipoetisonovivi.com', 18 febbraio 2019, qui


In Mixtura ark #SguardiPoietici qui

#MOSQUITO / Filosofo e scienziato (Donatella Di Cesare)

Filosofo e scienziato sembrerebbero avanzare di pari passo, accomunati dallo stupore e dalla teoria. Entrambi inciampano in qualcosa che li colpisce e che cercano quindi di osservare. Ma l’affinità si ferma qui. Ciò che è sorprendente rappresenta per lo scienziato un problema che può essere risolto con metodo, sulla base dei risultati già acquisiti, in vista di una più estesa conoscenza dell’oggetto, delle sue qualità, della sua sostanza. 
Anche per il filosofo lo stupore è connesso alla theoría. Chi si sorprende aguzza la vista. È dunque lo stupore che rende le cose visibili. Il filosofo, che non fa certo a meno dei sensi, spalanca gli occhi. Ma la filosofia esige che gli occhi, una volta aperti, poi si chiudano, per consentire quel singolare vedere che è il pensare. Chi filosofa chiude gli occhi arretrando, per raccogliersi, per non farsi distrarre. 
Non è quel meravigliato volgersi verso l’ente a caratterizzare la filosofia, bensì la conversione dello sguardo indirizzato al motivo che è al fondo dello sconcerto. Così il filosofo resta fedele al suo stupore, che è radicale come la sua domanda.

*** Donatella DI CESARE, 1956, docente di filosofia, Università La Sapienza di Roma, saggista, Sulla vocazione politica della filosofia,  Bollati Boringhieri, 2018 


In Mixtura i contributi di Donatella Di Cesare qui
In Mixtura ark #Mosquito qui

#VIGNETTE / Prima le persone (Mauro Biani, Gianni Rodari)

Mauro BIANI, 1967
filastrocca di Gianni RODARI, 1920-1980
scrittore, pedagogista, giornalista e poeta
'il manifesto', 23 febbraio 2019, qui

In Mixtura i contributi di Mauro Biani qui
In Mixtura i contributi di Gianni Rodari qui
In Mixtura ark #Vignette qui

sabato 23 febbraio 2019

#FILASTROCCHE / I sentimenti smarriti (Germana Bruno)

Vorrei fare come Ariosto
e lanciare in cielo Astolfo,
chissà mai se in un pianeta,
al di là di una cometa,
può scovare lì smarriti
i sentimenti più puliti.
In ampolle o dentro i vasi,
le carezze ed i sorrisi,
la bontà e la pazienza
per scacciar la sofferenza.
Gentilezza e rispetto,
comprensione e grande affetto,
forse lì stanno tappati
dopo essere volati.
Poi portarli quaggiù in Terra
perché cessino odio e guerra,
inspirar forte i vapori
che nell'aria saran fuori.
Come Orlando ha inalato 
il suo senno imbottigliato,
questa umanità smarrita
può tornar da noi assorbita.

*** Germana BRUNO, insegnante e scrittrice, I sentimenti smarriti, facebook, 22 febbraio 2019, qui


In Mixtura i contributi di Germana Bruno qui
In Mixtura ark #Filastrocche qui

#HUMOR / Secondo me

via facebook, 22 febbraio 2019, qui

In Mixtura ark #Humor qui

#VIGNETTE / Parole-mitra (Stefano Tartarotti)

Stefano TARTAROTTI
facebook, 22 febbraio 2019, qui

Nel 2018 in Italia le aggressioni fisiche a stampo razzista sono state 126. Erano 46 nel 2017 e 27 nel 2016. 628 se si sommano anche offese, danni a proprietà e discriminazioni (fonte Ass. Lunaria). 
I dati Osce parlano di 1048 crimini d'odio nel 2017 (in maggioranza a sfondo razzista). Erano 736 nel 2016 e 555 l'anno precedente.

In Mixtura i contributi di Stefano Tartarotti qui
In Mixtura ark #Vignette qui

#SGUARDI POIETICI / Senza amore (Blaga Dimitrova)

Da questo momento vivrò senza amore.
Libera dal telefono e dal caso.
Non soffrirò. Non avrò dolore né desiderio.
Sarò vento imbrigliato, ruscello di ghiaccio.

Non pallida per la notte insonne –
ma non più ardente il mio volto.
Non immersa in abissi di dolore –
ma non più verso il cielo in volo.
Non più cattiverie – ma nemmeno
gesti di apertura infinita.
Non più tenebre negli occhi, ma lontano
per me non s’aprirà l’orizzonte intero.

Non aspetterò più, sfinita, la sera –
ma l’alba non sorgerà per me.
Non mi inchioderà, gelida, una parola –
ma il fuoco lento non mi arderà.
Non piangerò sulla crudele spalla –
ma non riderò più a cuore aperto.
Non morrò solo per uno sguardo –
ma non vivrò realmente mai più.


*** Blaga DIMITROVA, 1922-2003, poetessa bulgara e vicepresidente della Bulgaria negli anni 1992-1993, Senza amore, 1958, traduzione di Valeria Salvini, da Segnali (Poesie scelte 1937-1999), Fondazione Piazzolla, Roma, 2000. Riprodotto da 'poesiainrete', 16 febbraio 2019, qui


In Mixtura i contributi di Blaga Dimitrova qui
In Mixtura ark #SguardiPoietici qui