Doriano MARANGON, "Il comportamento organizzativo nelle aziende.
Individui, gruppi, leader"
pagine 217, € 19,00 Carocci editore, 2015
Non è un libro per specialisti. Ma anche gli specialisti, e senz'altro tutti quelli che tali si credono, leggendolo, potrebbero scoprire cose che non sanno.
Comunque, e certamente, questo di Doriano Marangon è un testo importante per tutti coloro che frequentano le organizzazioni, e le imprese in particolare, lavorando con loro da dentro o da fuori: perché offre una mappa fondamentale dei temi cruciali che capi e collaboratori, ai vari livelli, sarebbe utile conoscessero per 'navigare' al meglio dentro le acque organizzative, capendone problemi, vincoli, opportunità.
Si tratta naturalmente di argomenti abbondantemente trattati, e non da oggi, specie nella cultura anglosassone. E ciò, come ricorda opportunamente l'autore, anche se la disciplina cui si fa riferimento quando si parla di 'comportamento organizzativo' non esiste: o, se esiste, è un insieme di più discipline, quali "psicologia, sociologia, management, organizzazione, strategia, politica, antropologia, linguistica, comunicazione...".
Pure per questo, un approccio semplicistico, che proceda per 'slide' e quindi per 'slogan', è facile e frequente.
Ma il contributo di eccellenza qui offerto a chiunque voglia approfondire le questioni dell'organizzazione, e delle persone che la vivono ogni giorno, dal vertice ai professional ai neoassunti, è dato da un insieme di più aspetti.
Intanto, e sembrerà una qualità scontata ma a mio parere lo è sempre meno, si tratta di un testo ben scritto: non solo perché l'italiano scorre, con un periodare ben costruito e non superficiale e un vocabolario non approssimativo ma rigoroso, ma perché fa chiarezza e mette ordine in concetti e teorie, talvolta anche non facili, cogliendone il succo, pur senza intaccare la complessità intrinseca e non rinunciando a una giusta dose di problematizzazione.
E poi perché, conciliando un certo tono leggero e fluido con l'analisi anche sottile, propone casi, grandi e piccoli, e una serie di intelligenti 'box' che fanno sintesi o riproducono estratti, non necessariamente di autori manageriali, che ben si correlano con quanto si viene spiegando.
Sono tanti i modelli proposti, alcuni anche rivisitati dall'autore: e anche da questo punto di vista il libro si rivela prezioso perché recupera i 'fondamentali', che sono appunto tali perché non invecchiano col tempo, e li affianca a contributi più recenti, che mostrano come il mix che costituisce il 'comportamento organizzativo' si evolva e non finisca di proporre prospettive differenti, che utilmente aggiungono o integrano.
*** Massimo Ferrario, per Mixtura
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È del management la responsabilità del funzionamento o meno delle loro organizzazioni, delle loro realtà. Sono veramente pochi i casi dove le ragioni del non funzionamento siano da ricercare altrove. Se ricordiamo il modello delle tre S, definire una Strategia, costruire una Struttura che dovrà applicarla e creare dei Sistemi che provvederanno al buon funzionamento, ci rendiamo conto che viviamo in un mondo in cui «la Struttura non segue più la Strategia. E i Sistemi non supportano più la Struttura» (Bartlet, Goshal, 1994). La struttura stessa è cambiata in modo incredibile. Non è più una piramide gerarchicamente predisposta e articolata, netta e precisa con confini chiari, inequivocabili, e non è più un elemento asettico, collettivo, legato ad aspetti puramente organizzativi. La struttura è ormai qualcosa di vivo, dinamico, multiforme che esprime volontà cui le imprese non erano abituate: le individualità delle persone che giocano un ruolo sempre più determinante nella realizzazione degli obiettivi organizzativi grazie ai loro comportamenti. E' il tempo dei knowledge workers, le persone che con le loro conoscenze e competenze individuali influiscono sui risultati delle organizzazioni. (Doriano MARANGON, Il comportamento organizzativo nelle aziende. Individui, gruppi, leader, Carocci editore, 2015
Ho descritto nelle pagine precedenti come si svolge, o come sarebbe opportuno che si svolgesse la vita delle persone all'interno delle organizzazioni, o capovolgendo, come le organizzazioni possono svilupparsi grazie all'attenzione portata agli individui. Ho seguito alcuni fili rossi, delle linee trasversali: la leadership innanzitutto; l'importanza delle istanze personali interne tradotte in emozioni e sentimenti; l'idea che ogni persona può diventare quello che vuole se opportunamente aiutata e supportata nel trovare la propria strada, a patto che si dia il potere di agire, senza diventare vittima o perdente; che alla base di tutto è necessario porre una visione, che ci indichi il percorso; che il massimo risultato lo possiamo ottenere solo se impariamo a collaborare con gli altri invece di cercare di vincere da soli; infine la necessità di essere abili nel costruire e guidare squadre. (Doriano MARANGON, Il comportamento organizzativo nelle aziende. Individui, gruppi, leader, Carocci editore, 2015
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