giovedì 29 ottobre 2015

SGUARDI POIETICI / Smettiamola di invocare il dio dell'amore (M. Ferrario)

Smettiamola di invocare il dio dell'amore
perché porti amore nel mondo:
ci faccia diventare tutti buoni 
e tutti che sorridiamo e ci vogliamo bene.

Non c'è dio
e non c'è amore:
almeno quello new age stucchevole e sdolcinato
venduto incartato
con i cioccolatini della bontà.

E neppure quello 
- lo dai e lo ricevi, e accade in automatico - 
promesso e garantito
dall'ultimo manuale di autoaiuto
per giunta maltradotto dall'americano.

Non c'è dio
e non c'è amore:
quello che piace ai coach 
che ci fanno l'occhiolino ad ogni strada
e vogliono insegnarci che la felicità 
è tutta in come guardi e come pensi
e ci colpevolizzano
se non riusciamo ad ampliare 
quel po' di positivo 
talvolta nascosto anche nel negativo
fino ad eliminare il negativo
e - oplà - ecco tutto diventato positivo.

Se solo smettessimo di credere
di poterci volere tutti bene
e cominciassimo 
- noi con noi e noi tra di noi - 
a volerci meno male.

Se solo ci dessimo  
- noi con noi e noi tra di noi -
questo piccolo e grandissimo obiettivo.

Forse riusciremmo
a costruire
un futuro meno cattivo. 

Perfino 
abbastanza buono.

*** Massimo Ferrario, Smettiamola di invocare il dio dell'amore, inedito per Mixtura. Rielaborazione di un testo precedente, intitolato Non chiediamo al mondo, dicembre 2007.

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