perché porti amore nel mondo:
ci faccia diventare tutti buoni
e tutti che sorridiamo e ci vogliamo bene.
Non c'è dio
e non c'è amore:
almeno quello new age stucchevole e sdolcinato
venduto incartato
con i cioccolatini della bontà.
E neppure quello
- lo dai e lo ricevi, e accade in automatico -
promesso e garantito
dall'ultimo manuale di autoaiuto
per giunta maltradotto dall'americano.
Non c'è dio
e non c'è amore:
quello che piace ai coach
che ci fanno l'occhiolino ad ogni strada
e vogliono insegnarci che la felicità
è tutta in come guardi e come pensi
e ci colpevolizzano
se non riusciamo ad ampliare
quel po' di positivo
talvolta nascosto anche nel negativo
fino ad eliminare il negativo
e - oplà - ecco tutto diventato positivo.
Se solo smettessimo di credere
di poterci volere tutti bene
e cominciassimo
- noi con noi e noi tra di noi -
a volerci meno male.
Se solo ci dessimo
- noi con noi e noi tra di noi -
questo piccolo e grandissimo obiettivo.
Forse riusciremmo
a costruire
un futuro meno cattivo.
Perfino
abbastanza buono.
*** Massimo Ferrario, Smettiamola di invocare il dio dell'amore, inedito per Mixtura. Rielaborazione di un testo precedente, intitolato Non chiediamo al mondo, dicembre 2007.
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