Periferia di una grande città. Un sabato estivo.
Si è appena inaugurato il nuovo centro commerciale: la campagna, ancora una volta, ha ceduto un po' di se stessa al cemento.
La gente affolla il piazzale, pronta a fare compere.
Due giovani, prima di entrare nel grande magazzino, si attardano davanti a una vetrina che si affaccia sulla strada.
Sono amici, ma non potrebbero essere più diversi.
Sono amici, ma non potrebbero essere più diversi.
Uno è zoologo: fa ricerche all'università, è innamorato della natura, disprezza il consumismo, compra ciò che gli serve e nulla di più.
L'altro lavora come marketing manager in una multinazionale, ama vestire firmato, stravede per la tecnologia, non si fa mai mancare l'ultimo aggeggio elettronico alla moda.
All'improvviso lo zoologo si distrae.
L'amico gli stava parlando del modello di smartphone che si era appena regalato, ma era evidente che lui aveva le orecchie altrove.
"Non mi stai ascoltando", protesta il manager.
Lo zoologo lascia passare qualche secondo.
"Ma non senti?".
"Cosa?"
"Un grillo".
"Un grillo?"
"Sì, il canto di un grillo".
Il manager ha ancora in mano lo smartphone di cui stava decantando all'amico le nuove mirabilie.
"Ma io non sento nulla".
Lo zoologo si riconcentra.
Lo zoologo si riconcentra.
"Eppure è un grillo. Lo si sente distintamente".
Il manager, come un bimbo frustrato, rimette lo smartphone nella tasca.
"Mi chiedo come tu faccia a sentire il canto di un grillo in mezzo a questo frastuono: con tutta la gente che ci passa accanto...".
Lo zoologo non risponde.
Trae di tasca due monete da due euro e le butta a terra.
I due euro non fanno neppure in tempo a rotolare.
Il tintinnio è breve e leggero.
Subito le persone che si trovano vicine a loro, prima si guardano attorno, poi buttano gli occhi a terra, toccandosi le tasche come per sincerarsi di non aver perso nulla.
Lo zoologo sorride.
Poi mette una mano, affettuosamente, sulla spalla dell'amico.
Sta per commentare, ma indugia.
"Allora?", lo incalza il manager.
"Ti occupi di marketing: dovresti saperlo".
"Non capisco cosa c'entri il marketing con i grilli...".
Lo zoologo scuote la testa.
"Marketing non dovrebbe anche significare 'saper a ascoltare'?"
"E con questo?".
Lo zoologo non perde il sorriso.
"Si vede che non ti hanno insegnato le cose che servono davvero".
Il manager conosce l'amico: il marketing è quanto di più lontano dalla sua visione del mondo. Ma ormai ci ha fatto l'abitudine e sopporta con pazienza i suoi sfottò.
"Avanti, allora insegnami tu, che hai imparato dai grilli a fare il grillo parlante...".
Lo zoologo incassa, con un sorriso.
"Ti occupi di marketing: dovresti saperlo".
"Non capisco cosa c'entri il marketing con i grilli...".
Lo zoologo scuote la testa.
"Marketing non dovrebbe anche significare 'saper a ascoltare'?"
"E con questo?".
Lo zoologo non perde il sorriso.
"Si vede che non ti hanno insegnato le cose che servono davvero".
Il manager conosce l'amico: il marketing è quanto di più lontano dalla sua visione del mondo. Ma ormai ci ha fatto l'abitudine e sopporta con pazienza i suoi sfottò.
"Avanti, allora insegnami tu, che hai imparato dai grilli a fare il grillo parlante...".
Lo zoologo incassa, con un sorriso.
"Semplice. Sentiamo quello che cerchiamo di ascoltare. E cerchiamo di ascoltare quello che sentiamo. Tutto il resto non ci interessa"
*** Massimo Ferrario, Il grillo e le monete, 2015, per Mixtura - Riscrittura originale di un racconto anonimo abbastanza noto, riportato anche da Renata Borgato, Un’arancia per due. Giochi d’aula ed esercitazioni per formare alla negoziazione, FrancoAngeli, Milano, 2005.
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