Se racconto cosa mi fa,
nessuno ci crederà.
Tuo papà non è così cattivo,
diranno, non ci racconti la verità.
Se saprà che l'ho raccontato
forse di casa mi caccerà
mi caricherà di botte,
non mi perdonerà per l'eternità.
Se racconto cosa mi fa,
forse in carcere finirà,
fratelli e sorelle saremo divisi
in affido o istituti, in quei posti là.
I vicini tutti a parlare:
la bambina ha fatto la spia
è certo, è provato,
e ora la famiglia è stata spazzata via.
Se lo mettono in prigione
chi ci procurerà da mangiare?
(Forse per questo mamma tace:
anche se sa, lei lascia andare).
Se racconto cosa mi fa,
diranno: la famiglia è annientata
ha il destino senato,
tutta colpa di quella sciagurata!
Se non racconto cosa mi fa,
la vita non potrà cambiare,
e lui non smetterà di rifare
quella cosa che mi fa vomitare.
La famiglia resterà unita
i vicini non lo dovranno sentire,
ma dentro di me pian piano
il cuore finirà per morire.
***Yehuda ATLAS, 1936, poeta israeliano dell'infanzia, Segreto ben custodito (testo inedito), in 'La lettura', 26 marzo 2017, traduzione di Raffaella Scardi
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