domenica 31 maggio 2020

#SPOT / Usa, oggi (Angelo Ruta)

Angelo RUTA, 1967
facebook, 29 maggio 2020, qui

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#ANIMALI / Scimmia con ghiacciolo

foto di Ishara S. Kodikara  Afp
instagram, 24 maggio 2020, qui

Una scimmia del tempio mangia un gelato nel luogo di pellegrinaggio buddista di Dambulla, Sri Lanka (23 marzo 2020)

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#SGUARDI POIETICI / Telegiornale (Nelo Risi)

Stando nel cerchio d’ombra
come selvaggi intorno al fuoco
bonariamente entra in famiglia
qualche immagine di sterminio.
Così ogni sera si teorizza
la violenza della storia.

*** Nelo RISI,  1920-2015, regista e poeta, Telegiornale, da Tutte le poesie, Mondadori, 2020, in 'internopoesia', 22 maggio 2020, qui


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#SPOT / Mi avete rotto (Lindartifex)

LINDARTIFEX
instagram, 27 maggio 2020, qui

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#VIDEO / Un buondì artistico


facebook, 1 settembre 2029
video, 1'28''

Anziché tirarli, i sassolini... O toglierseli dalle scarpe...
Usarli per delle composizioni 'buone'... Artistiche... (mf)

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#RITAGLI / Per un hamburger 2.500 litri di acqua (Will_ita)


Il 28 maggio è la giornata mondiale dell'hamburger. Per molti è uno dei semplici piaceri della vita, accompagnato da verdure e pane di ogni tipo: l'hamburger è uno dei cibi preferiti al mondo. Ma, come la maggior parte dei cibi che consumiamo ogni giorno, ha un costo nascosto: la sua produzione richiede molte risorse e soprattutto una quantità sorprendente di acqua. Secondo l’UNEP (il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) per produrre un hamburger sono necessari 2.500 litri di acqua.
⁣⁠
In molte parti del mondo, la mancanza d’acqua sta diventando un problema sempre più importante. Secondo i dati delle Nazioni Unite, circa 1 miliardo di persone nel mondo non ha accesso all'acqua potabile e circa 2 miliardi e mezzo non dispone di acqua a sufficienza per le comuni pratiche igieniche e alimentari. Non solo la produzione di carne bovina richiede grandi quantità di acqua, ma richiede anche un accesso stabile a questo bene.⁣⁠
⁣⁠
Gli hamburger di proteine vegetali offrono processi di produzione più sostenibili ed ecologici. Con queste carni alternative saremmo in grado di sostenere i bisogni della popolazione globale che secondo il World Economic Forum nel 2050 sarà di 10 miliardi di persone. E ancora secondo studi del Water Footprint Assessment l’assenza di prodotti di origine animale dalla dieta occidentale porterebbe a un risparmio giornaliero di circa 4.100 litri di acqua per persona. ⁣⁠

*** WILL_ita, instagram, 29 maggio 2020, qui

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#PANORAMI / Tuerredda, Teulada, Sardegna

Tuerredda, Teulada, Sardegna
foto di Gianfranco Zedda @gianfrenk
instagram, 28 maggio 2020, qui

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#VIGNETTE / Non respiro (Mauro Biani)

Mauro BIANI
'la Repubblica', 29 maggio 2020, qui

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sabato 30 maggio 2020

#BREVITER / La Lega cala ancora nei sondaggi (Matteo Iuliani)

Matteo IULIANI
facebook, 28 maggio 2020, qui

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#BREVITER / Una razza frugale (MasFerrario)

MasFerrario, twitter e facebook, 29 maggio 2020


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#POPDESIGN / Riverside 2020 (Andrea Calisi)

Andrea CALISI
illustratore
instagram, 10 maggio 2020, qui

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#VIGNETTE / Arriverà una valanga di soldi (Pietro Scuderi)

Pietro SCUDERI
facebook, 29 maggio 2020, qui

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#SGUARDI POIETICI / Fai un lavoro duro, cassiera di un discount (Claudio Damiani)

Fai un lavoro duro, cassiera di un discount,
ma sei allegra, scherzi con tutti,
velocissima conteggi i prezzi,
nella tua mente passano mille numeri,
e scherzi, poi prendi le cose
e le metti nelle buste, fai cose
che potresti anche non fare, è squallido
dove lavori, ma tu non te ne curi,
sei semplice, forse ignorante,
una ragazza di campagna
nemmeno bella, piccolina,
ma da te imparo non sai quanto.

*** Claudio DAMIANI, 1957, Fai un lavoro duro, cassiera di un discount, da Poesie, Fazi, 2010, in 'claudiodamiani.it, qui


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#MOSQUITO / Essere consapevoli della propria colpa (Carl Gustav Jung)

L’essere consapevoli della propria colpa presenta infatti il vantaggio di porsi nella posizione di poter cambiare e migliorarsi. È noto che gli elementi che permangono nell’inconscio non si modificano mai, poiché è solo nella coscienza che si possono apportare correzioni psicologiche. La coscienza della propria colpa può diventare dunque il più potente stimolo morale. In ogni trattamento della nevrosi occorre individuare l’Ombra, altrimenti non è possibile alcun cambiamento (il che non costituisce del resto una scoperta tanto nuova!)

*** Carl Gustav JUNG, 1875-1961, medico e psicoanalista svizzero, fondatore della psicologia analitica, Civiltà in transizione, il periodo fra le due guerre, Opere, 10/2, Bollati Boringhieri, edizione elettronica, 2014


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#VIGNETTE / Tweet e splat (Stefano Rolli)

Stefano ROLLI
facebook, 27 maggio 2020, qui

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venerdì 29 maggio 2020

#PIN / Se non riesci a essere felice (MasFerrario)


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#POPDESIGN / Sul lago (Joey Guidone)

Joey GUIDONE
instagam, 26 maggio 2020, qui

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#RITAGLI / Via 800 computer al secondo (Will_ita)


Secondo la E-Waste Coalition delle Nazioni Unite, generiamo nel mondo 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici all’anno, per darvi un’idea, parliamo di circa 800 computer portatili buttati via ogni secondo. Di queste 50 milioni di tonnellate di rifiuti, ne ricicliamo soltanto il 20%. Contando che produrremo più del doppio dei rifiuti elettronici nei prossimi trent’anni, servono misure più decise adesso per risolvere il problema.⁣⁠
⁣⁠
Molte delle componenti di queste apparecchiature si possono infatti riciclare, evitando che finiscano in discariche abusive o nel recupero illegale delle materie prime come invece succede ai due terzi dei 9 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici generati in Europa ogni anno. Questo provoca danni alla salute e all’ambiente, oltre che un inutile spreco di materiali di valore. In Italia, abbiamo un buon sistema di gestione dei rifiuti elettronici gestito dal Centro di Coordinamento della raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE) e registriamo numeri di raccolta in continua crescita, ma ancora ben distanti dai progressi fatti da altri paesi europei nell’economia circolare. Nel 2019 gli italiani hanno raccolto solo 5,1 kg di RAEE per abitante, la metà dei francesi e tedeschi e meno del Regno Unito e Spagna.⁣⁠
⁣⁠
In Italia nel 2018 sono state ritirate e avviate a trattamento più di 310mila tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici, mentre quest’anno l’Unione Europea ha proposto un nuovo Piano per l’Economia Circolare che mira a disincentivare la cultura «usa e getta». È importante fare la nostra parte e assicurarci che i nostri rifiuti vengano portati presso impianti specifici per il trattamento, il recupero ed il riciclaggio tramite centri di raccolta nel tuo comune o direttamente dai rivenditori. ⁣⁠

*** Will_ita, instagram, 27 maggio 2020, qui

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#VIGNETTE / Se i morti nel Mediterraneo (Natangelo)

NATANGELO,  1985
'il Fatto Quotidiano', 27 maggio 2020, qui

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#SGUARDI POIETICI / Il concepimento (visto da un uomo) (Francesco Tomada)

Non dire che non sapevi
non dire
che non avevamo coscienza
quando con la forza delle reni
abbiamo catturato il centro
pieno dell’universo
nel cavo del tuo ventre

*** Francesco TOMADA, 1966, poeta, Il concepimento (visto da un uomo), da A ogni cosa il suo nome, Le voci della luna, 2008, in 'poesia di Luigia Sorrentino', 26 marzo 2028, qui


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#QUADRI / Voglia di mare (Severino Salvemini)

Severino SALVEMINI, 1950
docente di economia Università Bocconi 
saggista
Voglia di mare (acquerello)
intsgram, 1 aprile 2020, qui

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#VIGNETTE / Recovery Fund (LP)

LP (Paolo Lombardi)
facebook, 28 maggio 2020, qui

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giovedì 28 maggio 2020

#POPDESIGN / Anatomy of Friendship (Giulia Rosa)

Giulia ROSA @giuliajrosa
instagram, 21 maggio 2020, qui

#MOSQUITO / Importante è desiderare ciò che fai (Carlo Verdelli)

In tanti anni ho avuto la fortuna di conoscere realtà molto diverse. Più fai, più impari. La fine conta meno. Bohumil Hrabal scrive che "nulla dipende da come le cose finiscono, ma tutto è soltanto desiderio". Ecco, puoi vincere o perdere, l'importante è desiderare la cosa che fai e sentirti utile.

*** Carlo VERDELLI, 1957, saggista, giornalista, già vicedirettore di 'Corriere della Sera' e già direttore di 'Sette', 'Gazzetta dello Sport', 'la Repubblica', comunicazione a Maria Serena Natale, Carlo Verdelli torna a scrivere per il 'Corriere', 'Corriere della Sera', 28 maggio 2020


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#SPOT / Quando qualcuno ti ascolta (Serafino Bandini)

Serafino BANDINI
twitter, 25 maggio 2020, qui

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#VIGNETTE Dicono tutti che in estate (Lido Contemori)

Lido CONTEMORI
facebook, 27 maggio 2020, qui

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#SGUARDI POIETICI / Noi che buttiamo il pane (Andrea Melis)

Noi che buttiamo il pane
non aggiustiamo più nulla
non ripariamo i torti
non chiediamo perdono
noi che sbagliamo
a commiserare chi sta peggio
e invidiare chi sta meglio
noi che nel molto e nel poco
non distinguiamo più il meglio
e il peggio.
Noi che buttiamo il pane
compriamo l’acqua
sprechiamo il tempo
perdiamo l’amore
nascondiamo il peccato
in un atto di dolore
noi che peggio dei nostri stessi errori
non ci può essere punizione.

*** Andrea MELIS, 1979, poeta, facebook, 18 maggio 2020, qui


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#SPOT / Ceci n'est pas une école


dalla rete

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#PANORAMI / Castro Marina, Puglia (Francesco Giannotta)

Castro Marina, Puglia
foto di Francesco Giannotta
(scattata sabato 24 maggio 2020)
Instagram, 'la Repubblica', 27 maggio 2020, qui

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#VIGNETTE / Non vedo l'ora (Paolo Marengo)

Paolo MARENGO
facebook, 26 maggio 2020, qui

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mercoledì 27 maggio 2020

#VIDEO / La Gaia Educazione Diffusa (Paolo Mottana)

Paolo MOTTANA
 docente ordinario di filosofia dell'educazione all'università di Milano Bicocca
saggista
La Gaia Educazione Diffusa
'SpazioSogni', youtube, 23 maggio 2020
video, 41'43''

Un punto di vista sicuramente radicale e utopistico sulla scuola: come dovrebbe/potrebbe diventare.
Un intervento provocatorio: col quale concordare o dissentire, ma sul quale comunque riflettere (mf

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#CIT / Rovesciare la prospettiva (Ilaria Capua)

Ilaria CAPUA, 1966
virologa
citazione dall'intervista di Maria Luisa Agnese, 'Sette', 22 maggio 2020
instagram, qui

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#QUADRI / Stradina di paese (Adolfo Tommasi)

Adolfo TOMMASI,  1851-1933
facebook, 23 maggio 2020, qui

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#VIGNETTE / Uomo forte (Mauro Biani)

Mauro BIANI, 1967
'la Repubblica', 26 maggio 2020, qui

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#SGUARDI POIETICI / No (Arundhathi Subramaniam)

Mi sveglio la mattina
per ritrovare la città nella finestra,
una bocca gigante
che ho dimenticato come chiudere.

Suona il telefono,
ogni squillo un promemoria
che sono stata individuata,
che sono Quella
le cui email si accumulano senza risposta,
le cui liste di controllo crescono
aggrovigliate,
arruffate,
sfrenate.

Quella che non è mai sulla piattaforma giusta.
Quella che si allontana
da mani inopportune
nei finestrini della macchina.
Quella che sorride quando non lo vuole.
Quella che non ha votato in tre elezioni.

Ma quello che nessuno immagina
è che sono Quella che dopo il tramonto
si aggira per i vicoli bui,
con la fame di annientare chiunque
cerchi di domarla
con tentacoli umidi e malarici
di colpa.

E nelle notti di luna piena
osa ancora
guardare il mondo
in pieno viso
e dire
no.

*** Arundhathi SUBRAMANIAM, 1967, danzatrice, giornalista, poetessa indiana, No, da Dove vivo, 2009, in 'il canto delle sirene', 18 maggio 2020, qui
https://en.wikipedia.org/wiki/Arundhathi_Subramaniam



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#FILASTROCCHE / Un progetto aperto (Germana Bruno)

Voleva fare di vita un progetto,
disegnò pavimento, pareti e soffitto,
però poi tutto risultò troppo stretto
e quelle mura non reggevano il tetto.
Tutto quel tempo impiegato a progettare
se n'era andato giù in fondo al mare,
calcoli, ipotesi, misure e previsioni
si rivelarono imprecisioni.
Nel gran progetto della tua vita,
non ogni cosa può esser stabilita,
un imprevisto, una complicanza,
posson cambiare la tua esistenza.
Sii sempre pronto a apportar correzioni
e ad affrontar le nuove situazioni,
fai il tuo progetto, ma fallo aperto
e sii preparato a rifar mura e tetto.

*** Germana BRUNO, insegnante e scrittrice, Un progetto aperto, facebook, 13 maggio 2020, qui


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#MOSQUITO / Pandemie, più che raddoppiate (Federico Rampini)

... la frequenza delle pandemie sta accelerando a dismisura. David Finnoff, della University of Wyoming, analizzando gli studi di statistica delle epidemie ha scoperto che in passato la media era di tre eventi globali in un secolo; ma dall’inizio del XXI abbiamo già avuto la Sars nel 2002-2003, la suina H1N1 nel 2009, la Mers nel 2012, l’Ebola nel 2014-2016, la Zika nel 2015 e una pandemia di febbre Dengue nel 2016. La frequenza era già piú che raddoppiata dagli anni Quaranta agli anni Sessanta. 
Una parte della spiegazione riguarda la nuova velocità e intensità dei flussi globali. La città di Wuhan, pur senza essere una delle maggiori attrazioni turistiche della Cina, nel 2000 aveva ospitato venti milioni di visitatori (per lo piú nazionali); nel 2018 erano saliti a duecentottantotto milioni con un incremento superiore al mille per cento. Da Wuhan a Pechino ci volevano dieci ore di treno, adesso con l’alta velocità ne bastano cinque. La sua stazione ferroviaria gestisce un miliardo e duecento milioni di viaggi all’anno. I passeggeri in volo tra la Cina e gli Stati Uniti erano stati settecentomila nell’anno della Sars; nel 2019, prima del coronavirus, erano saliti a otto milioni e mezzo.

*** Federico RAMPINI, 1956, giornalista e saggista, Oriente Occidente, Einaudi, 2020
https://it.wikipedia.org/wiki/Federico_Rampini


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#VIGNETTE / Open Arms, Renzi-Salvini (Natangelo)

NATANGELO,  1985
facebook, 26 maggio 2020, qui

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martedì 26 maggio 2020

#SGUARDI POIETICI / Allarme (Umberto Fiori)

In piena notte
sui viali scatta un allarme.
Si ferma, e poi ripete
due note acute, tremende, con la furia
di un bambino che gioca.
Nei muri bui dei palazzi lì sopra
le finestre si aprono, si accendono.

Tranne la strada
in mezzo ai rami, vuota,
niente si vede.
Si tirano le tende
e si rimane intorno a questo urlo
come si sta in un campo
intorno a un fuoco.

*** Umberto FIORI, 1949, insegnante, scrittore, poeta e musicista, Allarme, da Esempi, Marcos y Marcos, 1992, in 'ipoetisonovivi.com', 14 maggio 2020, qui


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#SPOT / Le donne tra il personale sanitario (will_ita)

Will_ita
instagram, 19 maggio 2020, qui

Sono tante, sono indispensabili e, purtroppo, poco pagate. Parliamo di infermiere, di dottoresse che ogni giorno lavorano nelle strutture sanitarie di tutto il mondo. L'analisi è quella delle Nazioni Unite e riguarda 104 paesi al mondo.⁣⁠
⁣⁠
Fortunatamente la rappresentanza delle donne nelle professioni sanitarie più pagate sta migliorando costantemente dal 2000.⁣⁠ Tuttavia ancora oggi, le donne hanno meno probabilità degli uomini di avere un lavoro a tempo pieno e considerati occupazione e orario di lavoro, il divario retributivo di genere è del 12%.⁣⁠
⁣⁠
Il sostegno alla partecipazione femminile nella forza lavoro è necessario per affrontare le disuguaglianze ed eliminare forme di discriminazione. L'ONU lavora in quella direzione, e così dovranno fare stati e organizzazioni del settore sanitario in tutto il mondo. 
⁣⁠(will_ita)

#SENZA_TAGLI / Struzzi, it's over, abbiamo capito (Giuseppe Civati)

Struzzi, it's over.

È il momento di essere conseguenti, per le prossime, impegnative “fasi”.

Abbiamo capito che scienza e competenza servono, che a non ascoltarle ci si fa molto male.

Abbiamo capito che cosa significano «emergenza» e «sicurezza», dopo anni di travisamenti e di speculazioni elettorali.

Abbiamo capito che investire in ricerca significa programmare il futuro e prevedere e ridurre l’impatto con i cataclismi.

Abbiamo capito che la nostra interazione con la natura è basata su un equilibrio fortemente compromesso. Da noi, non dalla natura.

Abbiamo capito che il coronavirus può essere affrontato, con queste premesse: lo stesso dobbiamo fare con i cambiamenti climatici, prima che sia troppo tardi. E questi mesi sono stati un tutorial, una messa alla prova, un test.

A questo proposito abbiamo capito altre cose.

Abbiamo capito che si può lavorare da casa, almeno in parte, riducendo gli spostamenti. Non dimentichiamolo subito.

Abbiamo capito che è sano ridurre la congestione delle nostre città, anche senza virus.

Abbiamo capito che è il momento di intervenire sulle scuole e la prima cosa da fare sarebbe rinnovare gli spazi all’insegna dell’efficienza energetica e delle nuove tecnologie di cui dotarle.

Abbiamo capito che la tecnologia – che purtroppo abbiamo usato ancora troppo poco, soprattutto per il “tracciamento” – può essere utilizzata a fini sociali.

Abbiamo capito che servono tante risorse per cambiare e che sarebbe utile che provenissero non solo dal debito ma da una riforma fiscale europea per fare in modo che le risorse non si concentrino nei paradisi fiscali e in chi li frequenta ma tornino agli investimenti strategici. Non solo Fca, abbiamo capito.

Abbiamo capito che il pesce grosso non deve mangiare quello piccolo, deve accudirlo, almeno per un po’. Che chi ha grandi disponibilità economiche deve mettersi in gioco e, anche, sopportare un’aliquota più alta.

Abbiamo capito che uno shock può tramortirci e ci invita a cambiare, in meglio.

Abbiamo capito che un modello economico troppo avido lascia fuori dalla porta troppe persone e che le emergenze si affrontano solo se contestualmente si affrontano le disuguaglianze.

Per gli struzzi è finita, insomma. A meno che non si mettano a correre, verso obiettivi precisi.

*** Giuseppe CIVATI, fondatore di Possibile, fondatore di People, Struzzi, it's over, facebook, 24 maggio 2020, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Civati



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#VIGNETTE / Un boss impresentabile (Tomas)

TOMAS (Lamberto Tomassini)
'cartoonmovement.com', 25 maggio 2020, qui

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lunedì 25 maggio 2020

SENZA_TAGLI / Democratizing Work, un appello internazionale per il Lavoro (Isabelle Ferreras, Julie Battilana, Dominique Méda)

[ Questo appello uscito il 16 maggio 2020 in simultanea in 25 lingue su 41 testate internazionali, tra cui ‘El Comercio’, ‘Boston Globe’, ‘Guardian’, ‘Gazeta Wyborcza’, ‘La Folha de São Paulo’, ‘The Wire’, ‘Cum-huriyet’, ‘Le Soir’, ‘Le Monde’, ‘Die Zeit’, ‘Publico’, ‘El Diario’, ‘Le Temps’, ‘South China Morning Post’. In Italia gli autori hanno scelto ‘il manifesto’. 
L’appello è stato firmato da oltre 3.000 accademici e ricercatori di più di 650 università del mondo. Tra questi, Elisabeth Anderson, Thomas Piketty, Dani Rodrik, Jan Werner Mueller, Chantal Mouffe, Claus Offe, Julie Battilana, Joshua Cohen, Nancy Fr aser, James K. Galbraith, Axel Honneth, Jan-Werner Müller, Benjamin Sachs, Debra Satz, Nadia Urbinati, Sarah Song, Lea Ypi, Isabelle Ferreras, Dominique Méda, Saskia Sassen, Lawrence Lessig. ]
Chi lavora è molto di più che una semplice risorsa. Questa è una delle lezioni principali che dobbiamo imparare dalla crisi in corso. 
Curare i malati; fare consegne di cibo, medicine e altri beni essenziali; smaltire i rifiuti; riempire gli scaffali e far funzionare le casse dei supermercati: le persone che hanno reso possibile continuare con la vita durante la pandemia di Covid-19 sono la prova vivente che il lavoro non può essere ridotto a una mera merce. 
La salute delle persone e la cura di chi è più vulnerabile non possono essere governati unicamente dalle leggi di mercato. Se affidiamo questi compiti esclusivamente al mercato, corriamo il rischio di esacerbare le diseguaglianze e di mettere a repentaglio le vite delle persone più svantaggiate. 
Come evitare che succeda questo? Implicando chi lavora nelle decisioni relative alle loro vite e al loro futuro nel luogo di lavoro. Democratizzando le imprese. De-mercificando il lavoro. Garantendo a tutti un impiego utile. 
Dinanzi al rischio spaventoso della pandemia e del collasso ambientale, optare per questi cambiamenti strategici ci permetterebbe non solo di assicurare la dignità di tutti i cittadini ma anche di riunire le forze collettive necessarie per poter preservare la vita sul nostro pianeta. 

DEMOCRATIZZAZIONE - Ogni mattina, donne e uomini si svegliano e vanno a lavorare per chi tra di noi può restare in casa in quarantena. La dignità del loro lavoro non ha bisogno di altra spiegazione se non quella contenuta nel termine di «lavoratore essenziale». Questo termine mette alla luce un fatto importante che il capitalismo ha sempre cercato di rendere invisibile, spingendoci a pensare alle persone come «risorse umane». 
Gli esseri umani non sono una risorsa tra le altre. Senza persone che vogliano investire il proprio lavoro non ci sarebbero produzione né servizi. 
Ogni mattina, si svegliano anche donne e uomini che, confinati in casa, si danno da fare per le imprese e ditte per le quali lavorano a distanza. 
Sono la dimostrazione che si sbaglia chi crede che senza supervisione non ci si possa fidare che i lavoratori si impegnino, che questi richiedano sorveglianza e disciplina esterna continua. Sono la dimostrazione, giorno e notte, che i lavoratori non sono solo una delle tante parti in gioco all’interno delle aziende: al contrario, sono loro la chiave per il successo dei datori di lavoro. Sono il nucleo costituente delle aziende; nonostante ciò, sono esclusi dalla partecipazione nella gestione dei luoghi di lavoro – un diritto, quest´ultimo, monopolizzato dagli investitori di capitale. 
Se ci chiediamo come le aziende e la società intera possono riconoscere il contributo dei lavoratori in tempo di crisi, la risposta è: democrazia. 
Certamente bisogna ridurre le enormi diseguaglianze salariali e assicurare che aumentino i redditi più bassi; ma questo non basta. 
Come, dopo le due Guerre Mondiali, si è riconosciuto il contributo innegabile delle donne alla società dando loro il diritto al voto, così oggi appare ingiustificato negare l’emancipazione di chi investe il suo lavoro e il riconoscimento dei suoi diritti di cittadinanza all’interno delle imprese. 
In Europa, la rappresentanza dei lavoratori sul luogo di lavoro esiste già a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, attraverso i Consigli di Lavoro. Ma questi organi rappresentativi, nel migliore dei casi, hanno scarsa voce in capitolo nella gestione delle imprese, dove sono sempre subordinati alle decisioni dei direttori esecutivi scelti dagli azionisti. 
Questi Consigli non sono stati in grado di frenare o rallentare la spinta verso l’accumulazione del capitale, con effetti disastrosi per l’ambiente. 
Questi organi dovrebbero avere diritti simili ai Consigli di Amministrazione e i dirigenti aziendali dovrebbero avere l´obbligo di ottenere sempre un doppio consenso: sia da parte degli organi che rappresentano i lavoratori che da quelli che rappresentano gli azionisti. 
In Germania, Olanda e nei paesi scandinavi, vari tipi di co-gestione (Mitbestimmung) si sono stabiliti progressivamente dopo la Seconda Guerra Mondiale e hanno rappresentato un passo cruciale ma insufficiente verso la creazione di una vera e propria cittadinanza all’interno dell’impresa. 
Perfino negli Stati Uniti, dove le organizzazioni di lavoratori e sindacali sono state pesantemente indebolite, si alzano voci a favore del riconoscimento del diritto degli investitori di lavoro di eleggere rappresentanti con una maggioranza qualificata all’interno dei consigli di amministrazione. 
Questioni come la scelta di un amministratore delegato, le strategie principali e la distribuzione dei profitti sono troppo importanti per essere lasciate interamente nelle mani degli azionisti. 
Chi investe il proprio lavoro – ovvero, la propria mente e il proprio corpo, la propria salute o anche la propria vita – deve godere del diritto collettivo di appoggiare o respingere queste decisioni. 

DE-MERCIFICAZIONE - Questa crisi ci insegna anche che è sbagliato trattare il lavoro come mera merce e lasciare le scelte che incidono più profondamente sulle nostre comunità in mano interamente ai meccanismi di mercato. 
Da tempo le politiche di lavoro e di approvvigionamento nel campo sanitario sono state guidate dalla semplice analisi costi-benefici; la crisi della pandemia ci rivela come questo criterio ci abbia spinto a fare errori. 
Alcuni bisogni fondamentali e collettivi devono essere sottratti al criterio dell’analisi costi-benefici, come ci ricordano il numero crescente di morti di Covid in tutto il mondo. Chi sostiene il contrario ci mette in pericolo. 
Quando sono in gioco la salute e la nostra vita sul pianeta, ragionare in termini di costi e benefici è indifendibile. 
La de-mercificazione del lavoro significa proteggere alcuni settori dalla legge del cosiddetto «libero mercato»; significa inoltre assicurare che tutti abbiano accesso al lavoro e alla dignità che conferisce.  Una possibile maniera per realizzare questo obiettivo è la creazione di una Garanzia di Impiego. L’articolo 23 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani afferma che ogni persona ha diritto al lavoro. 
Una Garanzia di Impiego non solo offrirebbe a ogni cittadino la possibilità di lavorare e vivere con dignità, ma rinforzerebbe anche la nostra capacità collettiva di far fronte alle tante sfide sociali e ambientali che ci troviamo davanti. 
Una Garanzia di Impiego permetterebbe ai governi, in collaborazione con le comunità locali, di creare lavoro degno e al contempo di contribuire agli sforzi per evitare il collasso ambientale. 
Davanti alla crescita della disoccupazione in tutto il mondo, i programmi per garantire l´impiego posso giocare un ruolo fondamentale per assicurare la stabilità sociale, economica e ambientale delle nostre società democratiche. 
Un tale programma deve essere adottato dall’Unione Europea come parte del suo Green Deal; al fine di assicurarlo, bisogna ridefinire la missione della Banca Centrale Europea, in modo che quest´ultima possa finanziarlo. 
Questo programma offrirebbe una soluzione anti-ciclica alla disoccupazione massiccia che sta per colpirci e sarà d’importanza fondamentale per la prosperità europea. 

RISANAMENTO AMBIENTALE - La nostra reazione alla crisi attuale non deve essere ingenua come lo fu quella alla crisi economica del 2008. Allora si adottò un piano di salvataggio senza condizioni che incrementò il debito pubblico senza pretendere nulla in cambio da parte del settore privato. 
Se i nostri governi si impegnano per salvare le imprese nella crisi attuale, anche queste ultime devono fare la loro parte, accettando alcune condizioni fondamentali della democrazia. 
I nostri governi, in nome delle società democratiche dai quali vengono scelti e alle quali devono rispondere, e in nome dell’obbligo che tutti abbiamo di assicurare l´abitabilità del nostro pianeta, devono appoggiare le imprese a condizione che queste adottino delle nuove pratiche, attendendosi a requisiti ambientali esigenti e introducendo strutture interne di governo democratico. 
Imprese governate democraticamente – all’interno delle quali avrà uguale peso, nelle decisioni strategiche, la voce di chi investe il suo lavoro e di chi investe capitale – saranno capaci di guidare la transizione dalla distruzione al risanamento e rigenerazione ambientali. 
Abbiamo avuto fin troppo tempo per costatare cosa succede, nel sistema corrente, quando il lavoro, il pianeta e i guadagni si scontrano: il lavoro e il pianeta ne escono perdenti. 
Sappiamo, grazie alle ricerche del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Cambridge, che «cambiamenti di progettazione realizzabili» possono ridurre il consumo globale di energia del 73%. Ma questi cambiamenti richiedono l´impiego di molta forza lavoro e per metterli in atto sono necessarie scelte che nell’immediato risultano costose. 
Finché le imprese saranno gestite con l’obiettivo di massimizzare il profitto in un mondo in cui l´energia è a basso costo, perché mai verrebbero adottati questi cambiamenti? 
Nonostante le sfide che questa transizione comporta, imprese sociali e aziende cooperative, guidate da obiettivi che tengono in conto tanto considerazioni finanziarie quanto sociali e ambientali e che danno spazio alla democrazia interna, hanno già dimostrato il loro potenziale come agenti dei cambiamenti desiderati. 
Non illudiamoci: gli investitori di capitale, potendo scegliere, non si cureranno della dignità degli investitori di lavoro e non si faranno carico di combattere la catastrofe ambientale. 
È possibile scegliere un’altra strada. 
Democratizziamo le imprese; de-mercifichiamo il lavoro; smettiamo di trattare le persone come risorse in modo da potere impegnarci insieme per sostenere la vita sul nostro pianeta.

*** ISABELLE FERRERAS, Università di Lovanio, JULIE BATTILANA, Harvard University, DOMINIQUE MÉDA, Science-Po di Parigi (e altri 3mila ricercatori e oltre 650 ricercatori di università di tutto il mondo), Tre proposte per il lavoro, traduzione di Serena Olsaretti, Riccardo Spotorno, Laura Cementeri, 'il manifesto', 16 maggio 2020, qui 
Chi volesse firmare l'appello, può collegarsi qui
L'elenco degli oltre 4mila firmatari, con le relative istituzioni di appartenenza, qui


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