Il cerchiobottista è convinto di essere il più bravo.
Perché indipendente.
Perché sa vedere, insieme, cerchio e botte.
E non fa scelte, partigiane, per il cerchio o per la botte: se gli capita di dare ragione a Tizio, poi subito compensa dando ragione anche a Caio che dice il contrario di quanto ha appena detto Tizio.
Se è un giornalista, vuole essere un esempio dì neutralità, di obiettività, di terzietà.
In realtà è spesso, nel migliore dei casi, un equilibrista.
Ma, nei casi più frequenti, è un opportunista.
Un calcolatore.
Un doppiogiochista.
Se è in buona fede, è una persona e un professionista senza spessore: che non sa, o non vuole, pensare in modo critico ed è ‘alla mercé’ della realtà contingente che gli capita davanti.
Se è in malafede (e spesso lo è), è una persona pericolosa e un professionista senza professionalità: che per carrierismo personale o per inseguire il successo del momento ‘si vende’ alla realtà, senza mai metterla in discussione o prendere posizione, facendosi comprare anche quando non è pagato.
*** Massimo Ferrario, Cerchiobottismo e giornalismo, per Mixtura
In Mixtura ark #Spilli di Massimo Ferrario qui
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