andavo a capo chino ti vedevo lo stesso
ma non riuscivo a sfiorarti la mano
Ti aspettavo su una panchina le ombre degli alberi
cadevano sulla ghiaia fresca
come anche la tua ombra mentre ti avvicinavi
Ti aspettavo una volta di notte sul monte
crepitavano i rami quando li hai scostati
dal tuo viso e mi hai detto che non potevi restare
Ti aspettavo a riva con l’orecchio incollato
a terra sentivo il tonfo dei tuoi passi
sulla sabbia morbida poi si fece silenzio
Ti aspettavo quando arrivavano i treni lontani
e le persone tornavano tutte a casa
mi hai fatto un cenno da un finestrino il treno non si è fermato
*** Ágota KRISTÓF, 1935-2011, scrittrice ungherese naturalizzata svizzera, Ti aspettavo, traduzione di Vera Gheno, da Chiodi, Edizioni Casagrande, 2018. Citata in 'poesia in rete', 20 maggio 2018, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/%C3%81gota_Krist%C3%B3fIn Mixtura i contributi di Ágota Kristóf qui
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