nell’ora in cui messi gli ultimi panni in lavatrice
si scoperchiano i letti per dormire.
Sullo schermo del televisore unica luce nella stanza buia
scorrono visi morti e morti vivi, lampi di armi,
corpi nudi e dentro ai calcinacci un cane.
La storia moltiplica i suoi spettri, li affolla
ai confini degli imperi nell’era di ferro che ci irradia.
Ha inizio un assedio senza nome.
Acque reflue, alluvioni, rocce spaccate
in cerca di petrolio. Resistono gli schiavi
intenti a costruire le nostre piramidi di beni.
*** Antonella ANEDDA, 1955, poetessa, Confini, da Historiae, Einaudi, Torino, 2018. Anche in 'poesiainrete', 11 febbraio 2019, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Antonella_Aneddapoetessa
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