giovedì 19 settembre 2019

#MOSQUITO / La natura non è così crudele (Primo Levi)

[D: «Lei ha scritto due libri, 'Se questo è un uomo' e 'La chiave a stella', nei quali vengono rappresentati i due volti estremi del lavoro: lavoro come schiavitù, espropriazione, dominio, riduzione dell’uomo a “natura”, da una parte, e, dall’altra, lavoro come strumento di realizzazione, liberazione, conoscenza: lavoro come “cultura”. Che cos’è, tra questi due estremi, il lavoro?».]

Io rifiuto la dizione “riduzione dell’uomo a natura”. La natura non è così crudele. Direi piuttosto riduzione a bestia. Non c’è esempio in natura che si possa accostare all’atrocità dei Lager nazisti. Lei che è giovane forse non lo sa, ma le industrie tedesche prevedevano una sopravvivenza media dell’operaio internato di tre-quattro mesi. A un certo punto, potere politico e potere economico giunsero a posizioni divergenti. Gli industriali tedeschi capirono che da esseri umani ridotti in quelle condizioni si sarebbe potuta cavare una ben bassa produttività. 
Io stesso scoprii questa relazione Lager-industrie solo a liberazione avvenuta. Venni a sapere che il campo nel quale ero stato recluso, che faceva parte del grande distretto di Auschwitz, apparteneva alla società chimica Ig Farbenindustrie. Era un lager privato, collocato proprio vicino alla fabbrica per ragioni di razionalità produttiva. L’azienda integrava con un pasto il vitto fornito dalle delle SS. Ma lo stesso eravamo ai limiti della sopravvivenza. Per dieci mesi ho lavorato come manovale, nelle condizioni descritte in Se questo è un uomo. Gli ultimi due mesi venni trasferito al laboratorio chimico. La cosa avvenne non senza resistenze fortissime da parte dei nazisti, i quali trovavano inconcepibile che a un ebreo venissero riconosciute la sua laurea e la sua competenza. 
È stato un precipitare all’età barbarica, non una riduzione alla natura. La natura non ti condanna mai in questo modo.

*** Primo LEVI, 1919-1987, scrittore, testimone dei lager, intervistato da Edoardo Segantini per 'l'Unità', inserto speciale Viaggio al centro del lavoro, 1 maggio 1984, citato da Edoardo Segantini, Primo Levi, un’altra lezione dal Lager: «Fortunato chi gode del suo lavoro», 'corriere,it', 3 febbraio 2018, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Primo_Levi


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