Riccardo Nencini, un signor nessuno che dal 2008 al marzo 2019 è stato segretario e oggi è presidente del Consiglio nazionale del Partito Socialista Italiano, ha mescolato il simbolo del suo 'partito-che-fu', un tempo glorioso, con quello del partitino artificiale di ItaliaViva: un nuovo soggetto politico, che, come dice il suo partoriente Matteo Renzi, oltre a chiamarsi 'casa' (per ragioni markettare) e non 'partito' (suonerebbe orribile Novecento), è rigorosamente schierato (sai la novità) né a sinistra, né a destra, perché semplicemente collocato nel 'futuro'. Un posizionamento che comunica, a tutti e da subito, un programma chiaro e preciso di 'indefinizione opportunistica' e ben tradisce (unica cosa che conta) il wishful thinking del partoriente stesso: possibilmente esserci, in formato di 'Io-Io-Io', anche domani, in qualunque ruolo purché di comando.
PSI.
Una sigla insigne, con una storia prestigiosa.
Onorata da leader veri: che sapevano mettere se stessi e il partito al servizio non di se stessi, ma del Paese.
Statisti.
Basti pensare a un Pietro Nenni o a un Sandro Pertini.
Ma poi venne l’insozzamento banditesco-affaristico prodotto da Bettino Craxi e dal suo craxismo.
E ora, pur di conquistare uno spazio autonomo di gruppo al Senato, è arrivato l’accostamento coatto, miserevole e insultante, a un Renzi qualunque.
Unica consolazione è che ai padri nobili del Novecento è stata risparmiata la visione di questo ultimo svaccamento.
*** Massimo Ferrario, Psi-ItaliaViva, l'ultimo svaccamento, per Mixtura
In Mixtura ark #Spilli di Massimo Ferrario qui
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