sabato 14 settembre 2019

#FAVOLE & RACCONTI / La tabellina del 5 (Massimo Ferrario)

Ultimo giorno di fine anno di una quinta elementare. 
La maestra va alla lavagna e con calma scrive:
"5x1= 5
5x2=52
5x3=15
5x4=20
5x5=25
5x6=30
5x7=35
5x8=40
5x9=45
5x10=50".

Mentre è ancora con le spalle voltate alla classe, si alza un brusio sempre più accentuato.
La maestra, indifferente, prosegue a scrivere la tabellina del 5.
Poi, dopo averla completata, si volta verso i banchi.
I bambini, un po' rumoreggiando, sorridono.
Lei chiede la ragione di questa loro reazione.

"C'è un errore, maestra", dice Emma, al primo banco.
E tutti gli altri confermano con un sì in coro.
La maestra mostra sorpresa.
"Un errore? E dove?"
Tutti si affannano a indicare con il dito la lavagna. 
Ripetono, sovrapponendo le voci:
"5x2 non fa 52, ma 10".
La maestra guarda la lavagna.
"Avete ragione: ho sbagliato".
E si affretta a correggere.

Poi, mentre tutti i bambini si zittiscono, la maestra domanda:
"Cosa avete appreso da quanto è appena accaduto?".
Silenzio generale.
Qualcuno, in fondo alla classe, fa intuire che una riposta potrebbe avercela. Ma non osa.
La maestra se ne accorge: 
"Io so che qualcuno di voi ha una risposta. Avanti, non abbiate timore."

Il bambino si decide a prendere la parola. 
"Forse possiamo aver imparato che anche le maestre possono sbagliare...".
La maestra fa segno di sì con la testa più volte e loda il bambino. 
"Proprio così, caro Leo: tieni sempre a mente questa verità. E' banale, ma come accade spesso per le cose banali, ogni tanto dimentichiamo che non esiste al mondo chi non sbaglia. Anche le maestre, quindi, possono sbagliare. E chiunque, anche un bambino, ha il diritto e il dovere di farglielo notare. E' così che impariamo: gli altri ci correggono e noi, la prossima volta, possiamo stare più attenti."

I bambini si guardano soddisfatti.
Vogliono bene alla loro maestra: non saprebbero spiegare cosa significhi avere una maestra 'autorevole', ma l'esperienza quotidiana di questi cinque anni gliel'ha insegnato sul campo.

"Anche se..." riprende la maestra lasciando in sospeso le sue parole per qualche secondo.
"Anche se vi devo confessare che l'errore non l'ho commesso per distrazione o perché non mi ricordavo la tabellina del 5, ma perché volevo commetterlo: volevo proprio scrivere 52...".

I bambini si guardano in faccia, stupiti.

"Secondo voi, perché l'ho fatto?"
E' sempre Leo che alza subito la mano:
"Per vedere se eravamo attenti?".
"Certo, bravo Leo. Questo era un motivo. Ma non solo: ce n'è un altro. Volevo farvi riflettere su un'altra cosa. Molto importante. E che va al di là dell'esempio delle tabelline."

La classe è attentissima.
La maestra riprende.
"Vi chiedo: la tabellina del 5 che ho riportato in lavagna quante risposte contiene?"
Un attimo di concentrazione di tutti.
Poi, Leo, più rapido degli altri, alza la mano: "10".
La maestra conferma.
"Perfetto: 10. E le mie risposte giuste quante sono state?".
Stavolta è più veloce una bambina al primo banco: "9".
La maestra insiste:
"Brava, Emma. E quante risposte ho sbagliato?"
Risponde tutta la classe in coro: "1".

La maestra ricapitola.
"Ecco: ora abbiamo ben chiari tutti di dati della riflessione che volevo proporvi e che va ben al di là dell'esempio della tabellina del 5 che ho trascritto alla lavagna. Allora: 1 risposta sbagliata su 10 e 9 risposte giuste su 10. E tutti voi avete subito notato la risposta sbagliata. Avete fatto bene, naturalmente, a cogliere l'errore. E giustamente mi avete segnalato che 5x2 non fa 52, ma 10. Però, per tutte le altre 9 volte in cui ho scritto la risposta giusta, non mi avete detto brava, perché evidentemente avete dato per scontato che io non dovessi sbagliare. E' quello che accade sempre: le cose 'giuste' non si notano e si danno per 'normali', mentre le cose 'sbagliate', che sono sempre un numero ben minore di quelle 'giuste', vengono subito registrate e magari perfino usate contro chi ha sbagliato per concludere che è uno che sbaglia sempre. Capitemi bene: non c'è nulla di male nell'evidenziare le cose sbagliate e dire a chi sta sbagliando che sta sbagliando. Anzi. Come dicevo prima, può essere utile per non risbagliare quando ci si ritrova in una situazione simile. Però - e questo non è evidentemente avvenuto nel nostro caso, ma di questo vorrei mettervi in guardia perché capita spesso nella vita di tutti i giorni - l'errore vero sta nel dimenticare di dare agli errori il giusto peso rispetto ai 'non-errori': è così che si finisce per dimenticare le tante cose buone che uno ha fatto e lo si condanna per l'unico sbaglio che ha commesso."

La classe non ha perso una parola.

La maestra, sorridendo, conclude rimarcando ancora una volta ciò che ha voluto insegnare.
"Insomma, la tabelline sono una cosa importante e quindi guai a voi se ve le dimenticate a settembre quando entrerete in prima media... Io avevo scritto una risposta errata e voi siete stati bravi ad accorgervene e a farmelo notare. Ma al di là delle tabelline, ho voluto farvi riflettere sul fatto che spesso, nella vita, vengono notate più le cose sbagliate di quelle giuste. E chi commette un errore, in mezzo a tante cose giuste che pure compie, rischia di passare per quello che sbaglia anche quando non sbaglia. L'unico modo per evitare che questo accada, o che accada meno di quanto accade, è avere sempre in mente il rapporto tra le cose giuste e le cose sbagliate di cui ognuno di noi è attore e responsabile: confrontare cioè il peso del bianco e il peso del nero che compongono il bilancio delle nostre azioni. Per condannare meno e capire di più: noi stessi, oltre che gli altri. Domani terminerete le elementari e l'anno prossimo sarete alle medie: state per diventare ragazzi. Questi pensieri sono il mio augurio per la vostra nuova età".

Quasi si poteva sentire il rimuginio di venti cervelli.

Infine, per chiudere in leggerezza, la maestra si lascia andare a una battuta:
"Allora: avete visto a cosa può portare una tabellina del 5 sbagliata da una maestra?".

*** Massimo Ferrario, La tabellina del 5, per Mixtura. Rielaborazione creativa di un racconto diffuso in rete.


In Mixtura ark #Favole&Racconti di Massimo Ferrario qui

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