mercoledì 29 maggio 2019

#MOSQUITO / Parri, Monicelli e il giovane di sinistra (Andrea Scanzi)

Proprio durante i suoi anni da senatore a vita, verso la metà dei Settanta, il mediatore suo malgrado Parri anticipò suo malgrado Monicelli. Parri amava incontrare giovani deputati e intellettuali, per cercare di capire che cosa li muovesse. Erano quasi sempre politici in erba, di sinistra. A un certo punto ne accolse uno nel suo studio. La vista su Roma era bellissima, il giovane era molto felice e molto emozionato. Parri, con lineamenti d’altri tempi già quando aveva vent’anni, cercò di metterlo a suo agio. «Seguo con piacere i suoi lavori, lei mi piace, le sue battaglie sono meritorie.» Il giovane di sinistra era sempre più felice. 

Poi Parri fece una pausa. Una di quelle pause che parlano. Parlano tanto. Abbassò la voce, quel tanto che basta perché sia chiaro che le parole che verranno non saranno parole qualsiasi. A quel punto, uno dei padri dimenticati della Patria disse: «Mi dia retta, lasci stare. Gli italiani non hanno speranza». Il giovane di sinistra cadde dalle nuvole. Cadde e si fece male. Perché Parri parlava così? Sperò d’aver frainteso, ma niente. Parri andò avanti. «Io lo so che lei è in buona fede, ma creda a me: io gli italiani li conosco. Li conosco bene. Non c’è niente da fare: non cambiano, e se lo fanno è solo in peggio. Lasci stare, è tempo perso: con gli italiani non c’è proprio speranza.» Esattamente come Monicelli trentacinque anni dopo.

*** Andrea SCANZI, 1974, giornalista, saggista, scrittore, La politica è una cosa sera, Rizzoli, 2019


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