Milano, 18 maggio 2019, manifestazione della Lega in piazza del Duomo, discorso di Matteo Salvini.
Tra invocazione di papi (scelti tra quelli ‘giusti’) e madonnine e sante della Storia cui fingere di affidarsi per una benedicente protezione, uno dei termini più ossessivamente ripetuti, mescolato ad una retorica ad effetto per gonzi (“pronto a dare la vita per l’Italia”), è stata la parola ‘sorriso’: “col sorriso vinceremo”, ha ridetto decine di volte, con insistenza maniacale, il Grande Comiziante, alternando modi fintamente suadenti con affermazioni secche e aggressive di xenofobia pura, anche in chiave anti-Islam.
Il sorriso come assicurazione e rassicurazione.
In effetti il sorriso è sempre stato il modo migliore per prendere per il culo chi si lascia prendere per il culo.
Mancavano però i 'bacioni': che in genere invia a chi vuole irridere.
Glieli mando io.
Per fortuna, non essendo credente e disinteressato a madonne, santi, papi, vangeli e rosari, più o meno branditi e baciati in pubblico a fini vergognosamente strumentali, non mi sento insultato.
Mi sento invece insultato, purtroppo, come cittadino italiano che deve essere rappresentato da un simile individuo, ministro (per giunta dell’interno) e vice premier.
*** Massimo Ferrario, Un vice-premier tra sorrisi, madonnine e baci al rosario, facebook, 18 maggio 2019, qui e qui
Salvini e il bacio del rosario:
ministro dell'interno e vicepremier di una Repubblica
che dovrebbe essere laica
In Mixtura ark #Spilli di Massimo Ferrario qui
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