Sono elezioni europee. E dunque i voti dovrebbero valere per l'assetto europeo. Ma dappertutto, e in Italia in particolare, la campagna è stata tutta imperniata sul nostro ombelico italiano.
E' quindi ovvia conseguenza che gli italiani abbiano votato, o si siano astenuti, pensando soprattutto ai problemi di casa nostra: premiando e punendo chi è al governo e chi è all'opposizione da poco più di un anno.
I risultati definitivi, dopo le imprecisioni degli exit poll di domenica notte (scontate: ma perché si buttano soldi per farli e tempo per discuterli nelle varie 'maratone' televisive?), sono questi:
* Lega: 34,3%;
* Pd: 22,7%;
* M5S: 17,1%;
* FI: 8,8%;
* FdI: 6,5%,
* +Europa: 3,1%;
* Europa Verde: 2,3%;
* Sinistra: 1,7%.
Proiettando i dati sull'Italia e immaginando varie combinazioni praticabili, i numeri parlano da soli:
* Governo (ormai decisamente 'nero-giallo' e non più 'giallo-verde'): 51,4%;
* Centro-Destra (Lega+FdI+FI): 49,6%;
* Destra-Destra (Lega+Fdi): 40,8%;
* Centro-Sinistra (Pd++Europa): 25,8%.
* Tutto il resto (sinistra compresa): frattaglie inconsistenti.
Traggo tre brevissime considerazioni, che mi paiono peraltro banali.
1) La destabilizzazione del governo, iniziata mesi fa, è destinata a procedere esponenzialmente fino, probabilmente, ad esplodere: o domani, o tra qualche mese, o comunque entro l'anno. E un'altra possibile campagna elettorale è destinata a trasformare definitivamente la nostra democrazia in una 'democrazia elettorale', fondata sul principio della propaganda infinita e sul dolce e suadente meccanismo del 'vellicamento continuo della pancia del popolo'. Questo, senza contare, che 'dietro l'angolo' (e forse già 'davanti all'angolo') si annuncia una 'democrazia plebiscitaria', interamente affidata all'Uomo della Provvidenza (in questo caso pure della ...madonna), che promette di risolvere ogni problema anche 'scantonando' o 'piegando' a proprio vantaggio leggi, regole, procedure (del resto in linea con il menefrego tanto vantato).
2) Al di là della discussione sul pericolo 'fascismo sì / fascismo-no', il processo di deriva culturale verso i valori della ultradestra, dopo l'esperienza storicamente conclusa dell'altro secolo, non è mai stato tanto rigoglioso (e precipitoso) come oggi: lo stiamo percorrendo a passo di corsa, 'felici e contenti' come nel finale delle favole.
Senza cadere nel catastrofismo, temo che il finale non sarà quello delle favole: anche perché non siamo nelle favole. E la madonna cui qualcuno ci ha affidato, quasi perché interpreti il ruolo, appunto delle favole, della Bella Principessa Salvatrice, ha dimostrato, nei tanti eventi tragici dell'umanità di cui gronda la Storia, che, se esiste, è stata, è e sarà in tutt'altre faccende affaccendata.
3) Scomparsa la sinistra, il voto pare emettere timidi segnali di una possibile ripresa di un Centro-Sinistra che smetta di imitare il Centro-Destra. Ma è ancora prematuro immaginare che nasca un'alternativa di questo tipo in questo campo: anche perché i numeri, se dicono che il renzismo, con la sua autosufficienza orgogliosamente e stupidamente orientata a destra, esce sconfitto, comunque restano ad oggi isolati e ultraminoritari, nel pieno a mani basse accaparrato dalle destre, e perché possano diventare 'usabili' in una logica di governabilità richiedono alleanze, se non con partiti, almeno con gli elettori astenuti o fuggiti altrove, al momento poco ipotizzabili e certamente non percorribili nell'immediato.
Massimo Ferrario, Elezioni Europee 2019, un'Italia sempre più problematica, per Mixtura
In Mixtura ark #Spilli di Massimo Ferrario qui
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