Luigi Di Maio: "Non mi sono mai risparmiato, ce l'ho messa sempre tutta" ('HuffPost', 29 maggio 2019, qui)
E' come la madre con il professore che le comunica gli insuccessi del figlio. Tenta di scusarlo: "Ma si impegna tanto. E' sempre lì a studiare: non fa altro."
Il professore serio dovrebbe risponderle che allora è più grave: almeno si dedicasse a divertirsi. "Signora, l'impegno con risultati pessimi è un aggravante."
Se con questa dedizione tanto vantata il M5S, dopo appena un anno, è crollato, in percentuale di voti espressi, dal 32,7% al 17,1% (-15,6 punti) e in percentuale di aventi diritto al voto, dal 23,8% al 9,3% (-14,5 punti), meglio un impegno minore. O, piuttosto, un impegno 'diverso': meno di quantità e più di qualità.
Contano i risultati, non le buone intenzioni, o il tempo in cui ti applichi. E se ti applichi a far male, meglio non applicarsi.
Contano i risultati, non le buone intenzioni, o il tempo in cui ti applichi. E se ti applichi a far male, meglio non applicarsi.
Banale. Eppure...
Vale per Di Maio, oggi.
E per Renzi, ieri. Che ha preceduto Di Maio nel campionato dei Grandi Perdenti della (pseudo)politica da anni di moda.
In fila di attesa, si spera, c'è un altro Matteo.
*** Massimo Ferrario, Di Maio, l'aggravante, per Mixtura
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