Nata per scherzo in più di un ateneo, l’abitudine di dare voti ai professori si è rivelata utile per perfezionare l’insegnamento, specie se i risultati sono resi pubblici.
Lo ha verificato l’Università Bicocca di Milano, che da tre anni mette on line i giudizi sui docenti inviati dagli studenti, invitando questi ultimi a esprimersi su efficacia della didattica, aspetti organizzativi del corso, soddisfazione complessiva.
«Nel tempo, abbiamo osservato un miglioramento significativo della qualità dell’insegnamento, forse dovuto alla responsabilizzazione, tipica delle organizzazioni fondati sulla trasparenza» dice Paolo Cherubini, prorettore vicario. È cresciuto anche il numero delle schede valutative (da circa 69 mila della prima rilevazione a oltre 138 mila) e il coinvolgimento di chi è sottoposto al voto. «Se all’inizio c’era qualche perplessità da parte dei colleghi, intimoriti dalla possibilità che le valutazioni fossero interpretate come una “gogna”, oggi sono loro stessi a far pressioni perché i dati siano pubblicati il più velocemente possibile».
*** Margherita FRONTE, giornalista, Essere votato (dagli studenti) rende il prof migliore, 'Io Donna', 20 febbraio 2016, qui
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