sabato 17 gennaio 2015

#VIDEO #IMPRESA / Fondamenti-chiave di 'Motivazione': ignorati o rifiutati



Dan PINK, analista e consulente nello sviluppo di carriera, statunitense
La scienza motivazionale - Ted, luglio 2009
(12.5 milioni di visualizzazioni)
video, 18min36

Anche a distanza di anni, l'intervento, che conta un numero di visualizzazioni incredibile (oltre 12milioni), resta illuminante. 
Sono una ventina di minuti assolutamente da non perdere: per manager e non. 
E, naturalmente, per chi si occupa di personale nelle organizzazioni di lavoro. 
Dan Pink esamina il complesso problema della motivazione, cominciando da un fatto che gli esperti di scienze sociali conoscono, ma che la maggior parte dei manager ignora. E cioè: le ricompense di tipo tradizionale non sono così efficienti come si pensa. 
Lo fa ancorando le sue asserzioni a fatti concreti: esempi ed esperimenti, condotti negli anni da studiosi seri di psicosociologia del lavoro.
Le conclusioni potrebbero sembrare ovvietà. Invece il mondo dell'impresa non le conosce o, di fatto almeno, le rifiuta. Quando addirittura non le considera, ancora oggi, delle quasi-bestemmie.
Del resto, anche in Italia, continuano a circolare (troppi) addetti ai lavori che non conoscono né il lavoro né gli studi sul lavoro.
Godetevi la relazione, non solo per il contenuto, ma anche per lo stile di esposizione: concretissimo, brillante, estroverso, pungente. 
Quando un americano è bravo nel public speaking, è bravo davvero. (mf)

«Ho speso gli ultimi due anni a considerare la scienza della motivazione umana. In particolare, la dinamica delle motivazioni esterne e di quelle interne. E vi dichiaro che siamo in alto mare. Se prendete la scienza, c'è un disallineamento tra ciò che la scienza sa e ciò che le imprese fanno. E ciò che è allarmante è che il sistema operativo del nostro mercato -- pensate al complesso di assunti e di protocolli alla base del nostro mercato, a come motiviamo la gente, a come applichiamo le risorse umane -- è costruito integralmente sopra questi motivatori esterni, il bastone e la carota. In realtà la cosa va bene in molti tipi di attività del 20° secolo. Ma per le attività del 21° secolo, questo approccio meccanicistico di ricompensa e punizione non funziona. Spesso non funziona, e tante volte produce danni. Voglio mostrarvi che cosa intendo. (...)

Gli incentivi "se... allora..." funzionano benissimo per questo genere di attività in cui ci sono regole semplici e un chiaro traguardo da raggiungere. Le ricompense, per loro stessa natura, concentrano l'attenzione, restringono il pensiero. Ecco perché funzionano in tanti casi. E così, in attività come questa, l'attenzione concentrata, l'obiettivo là davanti a te, su cui fare zoom diretto, funzionano ottimamente. Ma con il vero problema della candela, sapete che non dovete guardare così. La soluzione non ce l'avete davanti. La soluzione è alla periferia. Volete guardare attorno a voi. La ricompensa in realtà restringe l'attenzione. e riduce le nostre possibilità. (...)

C'è un disallineamento tra quanto la scienza sa e ciò che le imprese praticano. E quello che mi preoccupa, mentre siamo tra le macerie del collasso economico, è che fin troppe organizzazioni continuano a basare le loro decisioni, le loro direttive su persone e talenti, su assunti obsoleti, non provati, e fondati più sulla tradizione popolare che sulla scienza. E se vogliamo davvero saltare fuori da questo caos economico, se davvero vogliamo ottenere risultati di alto livello nelle attività tipiche del 21° secolo, la soluzione non è perseverare nelle cose sbagliate. Allettando le persone con una carota più dolce o minacciandole con un bastone più appuntito. Noi abbiamo bisogno di un approccio totalmente nuovo.
E la buona notizia in tutto ciò è che gli scienziati che studiano la motivazione ce lo hanno trovato. È un approccio molto più basato sulla motivazione interna. Sul desiderio di fare cose perché hanno senso, perché ci piacciono, perché sono interessanti, perché fanno parte di qualcosa di importante. Per come la vedo io, questo nuovo sistema operativo del fare impresa gira attorno a tre elementi: autonomia, padronanza e scopo. (...)

Lasciatemi concludere.
C'è uno scollamento tra quello che la scienza sa e quello che le imprese fanno. Rivediamo ciò che sa la scienza. Uno: i premi tipici del 20° secolo, questi motivatori che pensiamo siano la parte naturale del mercato funzionano, sì, ma solo in casi sorprendentemente limitati. Due: questi incentivi "se... allora..." spesso distruggono la creatività. Tre: il segreto per risultati di alto livello non sta nei premi o nelle punizioni, ma nella pulsione interna che non si vede. La pulsione a fare le cose per il loro valore. La spinta a fare le cose perché hanno senso.
E qui viene il meglio. Qui viene il meglio. Lo sappiamo già. La scienza conferma ciò che conosciamo nel nostro cuore. Perciò, se rimediamo a questo disallineamento tra ciò che la scienza sa e ciò che l'impresa pratica, se portiamo la nostra motivazione, il concetto di motivazione nel 21° secolo, se ci liberiamo di questa ideologia pigra e pericolosa della carota e del bastone, possiamo rafforzare le nostre imprese, possiamo risolvere una quantità di problemi della candela [l'esperimento illustrato all'inizio dell'intervento], e forse, forse, forse possiamo cambiare il mondo.» (Dan Pink, dal video)

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