Carl Gustav JUNG, 1875-1961, medico, fondatore della psicologia analitica
intervistato da John Freeman, Bbc, 1959
in inglese con sottotitoli in italiano
video, 38min28
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L'intervista, rilasciata a John Freeman per il programma televisivo della BBC Face to Face, è stata realizzata a Kusnacht, in Svizzera, nel marzo del 1959.
Nell'incontro Jung affronta molti argomenti, quali ad esempio la sua famiglia, la sua infanzia, la scuola, l'incontro con Sigmund Freud, il rapporto con i suoi genitori, la religione, il futuro del mondo.
L'intervista fu successivamente trasmessa in Gran Bretagna il 22 ottobre 1959 e in seguito all'enorme successo ottenuto, un anno dopo la BBC propose a Carl Gustav Jung un'altra conversazione. Ma, oramai ottantacinquenne, Jung non poté accettare.
Questa, dunque, è tra le ultime, splendide testimonianze dello psicoanalista zurighese.
(presentazione da youtube)
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Non ho bisogno di credere in Dio. Adesso so.
Non ho bisogno di credere in Dio. Adesso so.
Ricordo un insegnante che aveva l'abitudine di discutere i nostri elaborati cominciando dal migliore.
Una volta li passò in rassegna tutti quanti e il mio non arrivava. Io ero preoccupatssimo ma pensavo: insomma, non è possbile che il mio compito sia così brutto.
E poi alla fine il professore disse: "C'è ancora un compito, quello di Jung' Sarebbe di gran lunga il migliore, se non fosse che l'ha copiato. L'ha copiato da qualche parte... l'ha rubato. Lei è un ladro, Jung! E se solo sapessi da dove l'ha preso, la farei espellere immediatamente".
Io non ci vidi più e dissi che quello era l'unico compito al quale mi fossi veramente applicato, perché mi interessava l'argomento, a differenza degli altri, che rano così poco interessanti.
Ma lui disse: '"Lei è un bugiardo, e se potremo provare che l'ha copiato la sbatteremo fori dalla scuola."
Per me fu una cosa molto grave, perché, che altro mi restava?
Come odiai quel tizio, è l'unica persona che avrei potuto uccidere, capisce, se l'avessi incontrato in qualche vicolo buio. Gliel'avrei fatto vedere io di cosa ero capace.
(...) So che sarei stato capace di violenza. E ne avevo un po' paura
Freud aveva una natura complessa. A me piaceva molto, ma scoprii ben presto che quando pensava una cosa, per lui era conclusiva, mentre io ero pieno di dubbi su tutto, e così era impossibile discutere le cose veramente 'a fond'. Lui non aveva alcuna preparazione filosofica, in particolare, mentre io studiavo Kant, ci ero immerso, e quella era una cosa troppo lontana da Freud.
Fin dal principio [del mio rapporto con Freud], avevo una 'reservatio mentalis'. Non condividevo parecchie delle sue idee. Principalmente, il suo approccio era esclusivamente personale, e la sua noncuranza per le condizioni storiche dell'uomo. (...)
Non siamo né di oggi né di ieri: siamo di un'era immensa.
Abbiamo bisogno di più psicologia. Abbiamo bisogno di capire meglio la natura umana, perché l'unico pericolo esistente è l'uomo stesso. E' lui il grande pericolo, e purtroppo non ce ne rendiamo conto.
(...) dovremmo studiare la psiche umana perché siamo l'origine di tutto il male a venire.
Ho avuto in trattamento molte persone anziane ed è molto interessante osservare come reagice l'inconscio di fronte all'apparente minaccia di una fine totale. Ebbene, non la considera. La vita si comporta come se dovesse continuare: perciò io penso che sia meglio per un persona anziana continuare a vivere, guardare con attesa al giorno dopo, come se avesse secoli davanti a sé. Allora quella persona vivrà nel modo giusto. Ma quando ha paura, quando guarda all'indietro anziché avanti, si pietrifica, diventa rigida e muore prima del tempo.
L'uomo non può sopportare una vita priva di senso.
»
(Carl Gustav Jung, durante l'intervista)
David LEVINE, 1926-2009, artista statunitense
disegno di Carl G. Jung, 1976, 'The New York Review'
da 'La Stampa', 29 novembre 2006
In Mixtura ark dei contributi di Carl Gustav Jung qui
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