che non hanno canto
neppure il grido,
per chi solo transita
senza nemmeno raccontare il suo respiro,
per i dispersi nelle tane, nei meandri
dove non c’è segno, né nido,
per gli oscurati dal sole altrui,
per la polvere
di cui non si può dire la storia,
per i non nati mai
perché non furono riconosciuti,
per le parole perdute nell’ansia
per gli inni che nessuno canta
essendo solo desiderio spento,
per le grandi solitudini che si affollano
i sentieri persi
gli occhi chiusi
i reclusi nelle carceri d’ombra
per gli innominati,
i semplici deserti:
fiume senza bandiere senza sponde
eppure eterno fiume dell’esistere.
*** Pietro INGRAO, 1915, politico, giornalista, saggista, poeta, Eppure, da L’alta febbre del fare, Mondadori, Milano, 1994.
Anche in 'losguardopoIetico', 36, 2mar13, http://twl.sh/XgIk2V
Giuseppe PELLIZZA DA VOLPEDO, 1868-1907
Quarto Stato, 1901
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