Barry SCHWARTZ, 1946, psicologo statunitense
La perdita della saggezza, Ted, 2009
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video, 20min45
Un appello appassionato, anche se trasmesso con pacatezza e razionalità, per una 'saggezza pratica': come antidoto ad una società ammalata di burocrazia.
Spesso ci mancano le regole, oppure le regole sono troppe. E gli incentivi, troppo mitizzati, ci si ritorcono contro. Mentre i ruoli lavorativi, se ridotti alla descrizione dei compiti, non solo non sono sufficienti a dirci quali comportamenti tenere, ma rischiano di essere fuorvianti.
C'è dunque bisogno, urgente, di una saggezza pratica quotidiana: che ci aiuti a ricostruire il nostro mondo. Ridandogli vita.
Spesso ci mancano le regole, oppure le regole sono troppe. E gli incentivi, troppo mitizzati, ci si ritorcono contro. Mentre i ruoli lavorativi, se ridotti alla descrizione dei compiti, non solo non sono sufficienti a dirci quali comportamenti tenere, ma rischiano di essere fuorvianti.
C'è dunque bisogno, urgente, di una saggezza pratica quotidiana: che ci aiuti a ricostruire il nostro mondo. Ridandogli vita.
Gli esempi e la logica argomentativa di Barry Schwartz fanno apparire tutto assai semplice: l'osservanza rigida di regole e procedure, magari rinforzate da un sistema premiante-punitivo puntuale e preciso, anche troppo focalizzato sugli incentivi, crea storture e perversioni burocratiche.
Eppure, e non solo negli Usa, la mentalità burocratica imperversa.
Interessante il finale dell'intervento: per 'ri-moralizzare' il mondo del lavoro, dice Schwartz, non serve insegnare l'etica. Anzi è controproducente. Serve 'celebrare' modelli di moralità. Cercare 'eroi positivi': rinonoscerli, onorarli.
Mi pare più che evidente quanto possa interessare anche noi quello che dice Schwartz.
Anzi. Verrebbe da mettere, al posto di 'anche', 'soprattutto': soprattutto noi. (mf)
Mi pare più che evidente quanto possa interessare anche noi quello che dice Schwartz.
Anzi. Verrebbe da mettere, al posto di 'anche', 'soprattutto': soprattutto noi. (mf)
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« "La saggezza pratica", ci ha detto Aristotele, "è la combinazione di volontà morale e capacità morale." Una persona saggia sa quando e come fare un'eccezione ad ogni regola, proprio come i custodi sapevano ignorare i loro doveri professionali in favore di altri obiettivi. Una persona saggia sa come improvvisare (...) I problemi del mondo reale sono spesso ambigui e mal definiti e il contesto cambia in continuazione. Una persona saggia è come un musicista jazz - che usa le note sulla pagina, ma danza intorno ad esse, inventando combinazioni appropriate per la situazione e le persone lì presenti. Una persona saggia sa come usare queste capacità morali al servizio dei giusti scopi. Per servire gli altri, non per manipolarli. E infine, cosa forse più importante, non si nasce persone sagge, ma ci si diventa. La saggezza dipende dall'esperienza, e non da qualsiasi esperienza. Bisogna avere il tempo di conoscere le persone che stai servendo. Bisogna avere il permesso per poter improvvisare, provare cose nuove, a volte fallire ed imparare dai propri errori. E bisogna essere consigliati da insegnanti saggi. (...)
Qui in TED l'eccellenza è dilagante. E' impressionante. La buona notizia è che non avete bisogno di essere eccellenti per essere saggi. La notizia cattiva è che senza saggezza, l'eccellenza non è abbastanza. Anzi metterà voi e le altre persone nei guai più che ogni altra cosa. (...)
... lasciate che vi racconti una storia. E' una storia che parla di una limonata. Un padre e il figlio di 7 anni stavano guardando una partita dei Detroit Tigers allo stadio. Il figlio gli chiese una limonata e il papà andò alla bancarella per comprarla. Avevano solamente limonata Mike's Hard, che contiene il 5% di alcol. Il padre, essendo un accademico, non aveva assolutamente idea che la limonata Mike's Hard contenesse alcol. Così la portò al figlio. Il bambino si mise a berla, un agente della sicurezza lo individuò, e chiamò la polizia, che chiamò l'ambulanza. Questa si precipitò allo stadio e portò subito il bambino all'ospedale. Il pronto soccorso accertò che non c'era traccia di alcol nel sangue del bambino. Ed erano pronti a far andare il bambino.
Ma non così velocemente. L'Agenzia per la Protezione e l'Assistenza Infantile della Contea di Wayne disse di no. E il bambino fu inviato ad un centro di affidamento per 3 giorni. A quel punto, il bambino poté tornare a casa? Ebbene, un giudice disse di sì, ma solo se il padre lasciava la casa e si trasferiva in un motel. Dopo 2 settimane, sono felice di comunicarvi che la famiglia si è riunita. Ma gli assistenti sociali, le persone dell'ambulanza e il giudice dicevano tutti la stessa cosa: "Odiamo farlo ma dobbiamo seguire la procedura." Come possono succedere cose come questa? (...)
La capacità morale viene fatta a pezzi da un troppo grande affidamento alle regole che ci priva dell'opportunità di improvvisare e di imparare dalle nostre improvvisazioni. E la volontà morale è minata da un incessante ricorso agli incentivi che distruggono il nostro desiderio di fare la cosa giusta. E senza nemmeno volerlo, affidandoci a regole ed incentivi, noi ci stiamo impegnando in una guerra alla saggezza. (...)
Circa 15 anni fa in Svizzera stavano cercando di decidere dove localizzare le discariche di scorie nucleari. Ci sarebbe stato un referendum nazionale. Alcuni psicologi andarono in giro a fare dei sondaggi tra cittadini molto ben informati. Ed essi dissero, "Lei acconsentirebbe ad avere una discarica nucleare nella sua comunità?"
Con grande sorpresa, il 50% dei cittadini disse di sì.
Sapevano che era pericoloso. Sapevano che questo avrebbe ridotto il valore delle loro proprietà. Ma i rifiuti dovevano pur andare da qualche parte ed essi avevano una responsabilità in quanto cittadini.
Gli psicologi rivolsero dunque ad altre persone una domanda leggermente diversa. Dissero, "Se vi pagassimo sei settimane di stipendio ogni anno accettereste di avere una discarica di scorie nucleari nella vostra comunità?"
Due ragioni. E' la mia responsabilità e ricevo dei soldi.
Invece del 50% di risposte positive, solo il 25% disse di sì.
Succede che nel momento in cui l'introduzione dell'incentivo ci convince così invece di chiederci, "Qual è la mia responsabilità?" tutto quello che ci chiediamo è, "Che cosa è utile ai miei interessi?"
Quando gli incentivi non funzionano, quando i direttori generali ignorano la salute a lungo termine delle loro aziende alla ricerca di guadagni a breve termine che porterebbero massicci premi la risposta è sempre la stessa. Cerca incentivi più intelligenti.
La verità è che non si possono escogitare incentivi che saranno sempre abbastanza efficaci. Ogni sistema di incentivazione può essere sovvertito da una cattiva volontà. Noi abbiamo bisogno di incentivi. La gente deve avere di che vivere. Ma affidarsi eccessivamente agli incentivi demoralizza l'attività professionale in due sensi della parola. Induce le persone impegnate in quella attività a perdere morale e induce l'attività stessa a perdere la moralità.» (Barry Schwartz, dal video)
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