Mariana MAZZUCATO, "Lo Stato innovatore", Laterza, 2014
pagine 377, € 18.00, in formato ebook, € 10.99.
Un punto di vista che ribalta opinioni consolidate e mai messe in discussione: Silicon Valley ha potuto essere ciò che è diventata perché ha potuto fare impresa su un terreno abbondantemente seminato da investimenti pubblici di alto valore tecnologico.
Senza questo essenziale supporto anche Steve Jobs, la cui abilità imprenditoriale unita a una visione innovativa eccezionale nessuno mette in discussione, non avrebbe potuto costruire il mito Apple.
Mariana Mazzucato, con un racconto circostanziato e argomentato, citando autori e ricerche condotte recentemente in ogni settore avanzato di business (ad esempio, a parte Silicon Valley, anche il farmaceutico e il biotecnologico), rovescia la credenza dominante di stampo liberista che il privato sia e possa essere ‘tutto’. E dimostra come lo Stato, quando svolge un ruolo non solo di facilitazione, ma di vera e propria spinta innovativa, decidendo investimenti anticipatrici in ricerca e sviluppo in campi ‘nascenti’ ricchi di potenziale tecnologico, possa giocare una funzione avanzata imprescindibile per le successive decisioni imprenditoriali private.
I riferimenti prevalenti sono alla realtà Usa. Ma non mancano esempi di Paesi europei. E l’interesse del libro non sta solo nelle ricca analisi dei casi, ma nella parte più propositiva, che tocca da vicino anche il nostro continente.
Con qualche pagina in meno si sarebbe potuto evitare qualche eccesso di ridondanza e di ripetitività.
Ma il risultato complessivo resta notevole: una lettura indispensabile se ci si vuole dotare di ‘pensieri robusti’ che sappiano rompere il conformismo dilagante.
*** Massimo Ferrario, per Mixtura
*** Massimo Ferrario, per Mixtura
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