Roberto VECCHIONI (1943)
cantautore, scrittore, poeta, insegnante
Io non appartengo più, 2013,
video, live, 5min16
Io non appartengo più
alle cose del mio tempo,
non mi riconosco più,
lì nascosto dietro un canto.
Non mi basta nemmeno il cuore
per giustificare, capire, sentire, immaginare,
non mi basta la forza degli occhi
per voltarmi e non guardare.
Io non appartengo più
quando un uomo è clandestino,
in una nave senza rotta
già segnata dal destino.
Io non appartengo più
ai borghesi, agli inciuciai, alle banche, ai cazzinculo
e mi scuso, ma c'ho pure il dubbio che
sia perfino Dio un refuso.
Sono sveglio dentro un sonno
di totale indifferenza,
che persino tra le gambe
mi si è persa la pazienza.
Io non appartengo al tempo
del delirio digitale,
del pensiero orizzontale,
di democrazia totale.
Appartengo a un altro tempo
scritto sopra le mie dita,
con i segni di chitarra
che mi rigano la vita.
Io l'ho vista la bellezza
e ce l'ho stampata in cuore,
imbranata giovinezza
a ogni antico nuovo amore.
Io non appartengo più,
mi fa ridere lo ammetto,
ma vi giuro non lo faccio
per malinconia o dispetto.
Non lo dico per stanchezza,
al calar del sipario
su spettatori immaginari
sono gli uomini la stizza,
sono i loro stupidari.
Così corrono ad Oriente
e non c'è stella cometa
e moltiplicano il niente
per chiamarlo ancora vita,
come chi ha dimenticato,
come chi non ha provato,
come chi si è sorpassato,
non si è visto e ha continuato.
Io non appartengo a un tempo
che non mi ha insegnato niente
tranne che puoi esser uomo
ma non diventare gente.
Io volevo ed erano voli
di uno sparso, antico sogno,
per non rimanere soli,
accecati nell'abbaglio.
Io non appartengo e lascio
lo spiraglio alla mia porta,
solo, quando vieni, fallo
con l'amore di una volta.
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