«Io sono un tecnico, non faccio valutazioni politiche. Partiamo dal piano tecnico: facile dire che aumentano i contratti stabili, ma non dimentichiamoci che sono contratti senza articolo 18. Dopo uno, due o tre anni di esonero contributivo io posso lasciare a casa il lavoratore pagando da 4 a 6 mensilità di indennizzo. Trovo contraddittorio fare la propaganda contro la precarietà e poi festeggiare perché ci sono più contratti stabili, ma di questo tipo».
[D: E quale valutazione economica dà invece?]
«Lo sgravio contributivo costa 15 miliardi di minori entrate. Rinunciare a questa fetta di soldi avrebbe senso se si obbligasse le imprese ad assumere persone in più. E secondo i consulenti mancano almeno 3 miliardi di coperture, io dico 5 miliardi. Per cui questa operazione costerebbe 20 miliardi».
[D: Per produrre cosa?]
«Non certo stabilità senza articolo 18. Bastano seimila euro di indennizzo ed un lavoratore con contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti può essere lasciato a casa. Adesso è più stabile un contratto a tempo determinato di tre anni rispetto ad un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti».
*** Michele TIRABOSCHI, giuslavorista, intervistato da Paolo Baroni, Il giuslavorista: “Senza l’articolo 18 le nuove assunzioni sono a termine”, estratto, 'La Stampa', 12 maggio 2015
LINK, intervista integrale qui
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