Ad un affaccendamento forsennato, che ha perso il senso del limite, pare occorra mettere freno, e un buon sistema di elaborazione ci pare possa essere anzitutto quello interiore, o meglio ‘inferiore’, rivolto all’interiorità e profondità di ciascuno e del mondo stesso, recuperando uno sguardo più umile e devoto verso ciò che c’è, e una posizione di ‘ri-guardo’ verso modalità di esistenza che riescano nuovamente a fare spazio al silenzio, alla cura, all’attesa paziente del compiersi di ogni storia, fino ad ogni fine.
Quello che si raccomanda è la possibilità alternativa di costruire percorsi di ‘sottrazione’, itinerari di vita minori, più astenuti, più raccolti, contenuti, riflessivi, umili, e più in contatto con il mondo affettivo e immaginario, con l’oscurità del sentire che ci origina, rispetto alla dirompente e velleitaria scarica di richiami al crescere, fare, cambiare, illuminare, progredire ‘purché sia’.
*** Paolo MOTTANA, docente di filosofia dell’educazione all’università di Milano Bicocca, Miti d’oggi nell’educazione. E opportune contromisure, Franco Angeli, Milano, 2000.
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