Sostantivo maschile, di origine discussa, con almeno tre ipotesi di derivazione:
(a) - dal francese 'laquais', a sua volta derivante dal turco 'ulak', corriere
(b) - dall'arabo 'lakìa', persona comune di basso impiego, poi 'lakyy' e in spagnolo 'lacayo', valletto, soldato di fanteria leggera, scudiero in guerra.
(c) - dalla radice inglese 'leg', gamba, che si combina con l'italiano 'lacca', nel senso di 'coscia'.
Oggi prevale il significato, spregiativo, che deriva dalla figura del servo, per lo più giovane, che nei secoli XVII e XVIII seguiva a piedi, anche correndo, il padrone, precedendo la sua carrozza.
In questo senso, per lacchè si intende persona d'animo basso e servile, sempre pronta a manifestazioni di esagerato ossequio nei confronti di chi detiene il potere.
Pare che il primo a usare il termine con intento spregiativo sia stato Edmondo De Amicis (1846-1908), il quale scrisse di «lustrastivali, di leccazampe lacchè di prìncipi».
Alcuni sinonimi, anche volgari, di lacchè:
leccaculo, (spreg.) leccapiedi, (pop.) lecchino, (spreg.) lustrascarpe, (spreg.) portaborse, (spreg.) reggicoda, servo, (spreg.) sottopancia, (spreg.) tiracoda, (spreg.) tirapiedi, (lett.) turiferario, yes-man...
*** Massimo Ferrario, per Mixtura
ALTAN
(dal web, senza data)
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