Nel 2014, negli Stati Uniti, 15 stati hanno emanato 26 nuove restrizioni alle leggi sull’interruzione di gravidanza. Si è calcolato che oltre la metà della popolazione femminile statunitense in età riproduttiva viva in stati che sono ostili o estremamente ostili al diritto d’aborto.
In Europa, a dicembre del 2013, il parlamento europeo ha bocciato la risoluzione Estrela, con cui si chiedeva un impegno concreto degli stati per il diritto all’aborto sicuro e legale ovunque nell’Unione. La risoluzione è stata respinta per soli sette voti. È stata decisiva l’astensione di sei deputati italiani del Partito Democratico: Silvia Costa, Franco Frigo, Mario Pirillo, Vittorio Prodi, David Sassoli e Patrizia Toia.
In Italia, a Roma, il 17 novembre 2014, all’ingresso del “repartino” del policlinico Umberto I, in cui si effettuano le interruzioni di gravidanza, è stato affisso un foglio di carta: “Le prenotazioni sono temporaneamente sospese”. Il motivo della comunicazione era tanto semplice quanto emblematico: l’unico medico disposto a praticare gli aborti era andato in pensione, tutti gli altri ginecologi della struttura erano obiettori di coscienza.
Questo è il presente di un diritto: la sua negazione. (...)
*** Valentina GRECO, storica, In Italia abortire è ancora un diritto a metà, 'internazionale.it', 21 maggio 2015
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