Nel mondo che vorrei c’è il lavoro non il mercato.
Un sistema circolare, con una buona integrazione tra servizi di collocamento e misure di sostegno al reddito; un sistema che consenta a ciascuna persona, residente in Italia, di esercitare il diritto ed adempiere al dovere di lavorare per sé, per la propria famiglia, per la comunità; un sistema che consenta di avere, nel caso di temporanea non occupazione, un reddito minimo che garantisca una esistenza libera e, soprattutto, dignitosa; ma anche un sistema che contrasti l’esclusione sociale per chi da tempo è privo di occupazione. (...)
I dati presentati alla Commissione Lavoro al Senato dal network che vuole istituire il reddito minimo incondizionato sono desolanti: 10 milioni di italiani in condizione di povertà relativa, 20 milioni a rischio di esclusione sociale, il tasso di disoccupazione al 13% con punte al 50% tra i giovani, 3 milioni a rischio di inattività.
*** Aurora NOTARIANNI, avvocato giuslavorista, Area Pro Labour, Reddito minimo e reddito di cittadinanza ovvero il diritto/dovere di lavorare e quello di esistere, 'Il Fatto Quotidiano', 20 maggio 2015
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