(dal web, autore e fonte ignoti, via linkedin)
Forse un modellino un po'... ingegneristico, ma parzialmente verosimile.
A un patto e a una condizione, però.
A un patto e a una condizione, però.
Il patto è di intendere con 'incentives' non tanto gli incentivi economici (che contano, ma non sono tutto), quanto ogni spinta, specie quelle 'interne' o 'intrinseche', che 'fanno volere' il cambiamento.
E la condizione, che mi pare mancante nel disegnino sorpa riportato, è che il 'change' diventi 'changing': sia perché cambiare è un processo, e non un evento, e sia perché se i soggetti del cambiamento non 'entrano' nel cambiamento, in qualche modo co-determinandolo, diventano (o restano) solo oggetti. E il cambiamento (se intendiamo quello 'vero' e non quello proclamato) resta sulla carta. Oppure, se realizzato, appena possibile, torna indietro.
A proposito della distinzione tra 'change' e 'changing', sempre in Mixtura, vedi 2 miei contributi qui. (mf)
E la condizione, che mi pare mancante nel disegnino sorpa riportato, è che il 'change' diventi 'changing': sia perché cambiare è un processo, e non un evento, e sia perché se i soggetti del cambiamento non 'entrano' nel cambiamento, in qualche modo co-determinandolo, diventano (o restano) solo oggetti. E il cambiamento (se intendiamo quello 'vero' e non quello proclamato) resta sulla carta. Oppure, se realizzato, appena possibile, torna indietro.
A proposito della distinzione tra 'change' e 'changing', sempre in Mixtura, vedi 2 miei contributi qui. (mf)
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