‘Karoshi’ è una parola giapponese che vuol dire ‘morte improvvisa da sovraffaticamento’. E in Giappone colpisce sempre più spesso le donne, in particolare le ragazze all’inizio della loro carriera. (...) Finora le vittime erano soprattutto insegnanti o infermiere. Ma oggi le categorie colpite sono sempre più numerose. Dal 1988 al 2002 l’associazione delle donne vittime di ‘karoshi’ si è occupata di 32 casi. I più colpiti restano gli uomini. Secondo un esperto, l’avvocato Kawahito Hiroshi, la ragione è che ‘gli uomini preferiscono non assentarsi dal lavoro anche quando stanno male o soffrono di depressione’.
Tuttavia sono sempre di più le donne che lavorano in posti dove non si bada all’orario e il clima in ufficio le costringe a diventare ‘pseudouomini’ per fare carriera. (...)
«Sono esausto, depresso e non riesco a prendere sonno. Vorrei consultare un esperto». A un dipendente che ha avanzato questa richiesta, un dirigente ha risposto: «Sei immaturo e senza spina dorsale. Pensa in positivo, così risolverai tutto!». Questa testimonianza è stata trovata nel testamento di un suicida.
*** Kashima TAKASHI, ricercatore giapponese, In Giappone lavorare uccide, ‘Internazionale’, 20 febbraio 2004, tradotto da ‘Nihon Keizai Shimbun’, Giappone.
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