Quando ha visitato gli stabilimenti Ford a Detroit – che applicano un salario calcolato su un tempo standard e non un cottimo super-individuale, tanti pezzi, tanto salario – Adriano ha avvertito «con-dizioni più inumane di quelle esistenti a Ivrea».
L’introduzione del taylorismo, che fra il 1927 e il 1928 parte dalle presse per raggiungere le altre officine di produzione e approdare ai montaggi, avviene con una interpretazione originale. Adriano introduce la figura tipica dell’allenatore e del cronometrista, ma il suo sistema è basato su una incentivazione che si arresta prima di toccare la curva massima del cottimo, per restare compatibile con la qualità del prodotto e il non esaurimento fisico della manodopera, una curva che la maggioranza degli operai è in grado di raggiungere settimanalmente.
Lo riconoscerà Camillo parlando agli operai, Camillo, che al momento di dare il via alle controverse innovazioni del figlio, gli ha tenuto questo discorso: «Tu puoi fare qualunque cosa tranne licenziare qualcuno per motivo dell’introduzione dei nuovi metodi perché la disoccupazione involontaria è il male più terribile che affligge la classe operaia».
Comunque il cottimo non raggiungerà l’attrezzaggio, la famosa officina Z dove si fanno stampi e punzoni, il cuore della fabbrica meccanica dove sono concentrati gli operai di alta specializzazione, i più legati a un lavoro creativo e personale.
*** Valerio OCHETTO, giornalista e saggista, Adriano Olivetti. La biografia, 1985, Comunità Editrice, 2013
Sempre in Mixtura, di Adriano Olivetti (e su Adriano Olivetti), qui
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