«Il governo di occupazione di Tsolakoglu ha letteralmente azzerato ogni possibilità di sopravvivenza per quanto mi riguarda. Dipendevo da una modesta pensione che mi sono pagato in 35 anni di lavoro (senza alcun sostegno statale).
Vista la mia età avanzata, non ho modo di reagire in modo attivo – ma se un mio concittadino greco afferrasse un Kalashnikov, sarei pronto a stare al suo fianco. Non vedo altra soluzione che una fine onorevole prima di iniziare a rovistare i cassonetti in cerca di cibo.
Sono certo che un giorno la gioventù senza futuro prenderà le armi e impiccherà a testa in giù i traditori della nazione, come gli italiani fecero con Mussolini a Piazzale Loreto a Milano nel 1945. »
Dimitris, farmacista, aveva 77 anni e si è sparato un colpo in testa, nascosto dietro un albero, il 4 aprile 2012, Piazza Syntagma, Atene. (...)
Ma perché c’è qualcosa di profondamente immorale e tragicamente sbagliato, che urta le coscienze e umilia l’intelletto, quando un vecchio farmacista viene spinto fino a desiderare di prendere le armi, prima di rivolgere l’arma contro se stesso, lasciando ai figli l’esortazione alla rivolta. Che si è passato il segno e qualcosa si dovrà pur fare, per rimettere le cose a posto.
E soprattutto perché Dimitris, con quelle poche righe e con il suo gesto estremo, ci ha ricordato l’essenza intima e dolente del potere formidabile di noi 99%, che è quello dell’ape che muore quando punge e non lo fa perché pensa di uccidere o ferire, ma semplicemente per consuetudine quotidiana alla dignità e al coraggio. (...)
*** Luca PADOVANO (@asinomorto), La Pasqua di Dimitris Christoulas, lpado.blog, 7 aprile 2012
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