Penso che si debba partire dalla realtà e non dall’imposizione della propria visione del mondo; fermo restando che la genitorialità può essere buona o cattiva a prescindere dal prefisso omo ed etero che la precede. Esistono già gay e lesbiche che sono genitori o da precedenti relazioni eterosessuali o perché, da omosessuali, hanno intrapreso un percorso di genitorialità. Quindi le persone omosessuali hanno figli e figlie. Chiediamoci se è nell’interesse del bambino il mancato riconoscimento giuridico e simbolico delle loro strutture famigliari, lasciandoli in una condizione di cittadinanza inferiore, di mancanza di tutele. Credo che l’interesse di un bambino o di una bambina sia piuttosto che venga riconosciuta la loro famiglia. Non si può cancellare una identità affettiva e sociale.
*** Vittorio LINGIARDI, 1960, psichiatra e psicoanalista, saggista, intervistato da Alessandra Pigliaru, La famiglia del desiderio, 'il manifesto', 2 febbraio 2016
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