(...) Il fatto è che nessuno sa cosa accadrà alla Grecia e all’Europa se vincerà il Sì o il No, e neppure se Atene uscirà dall’area euro o se vi resterà nelle condizioni date. Chi dice di saperlo è un impostore, perché una sola cosa è certa sulla crisi greca, anzi europea: che nessuno sa nulla con certezza. Ed è molto più onesto riconoscerlo socraticamente: so di non sapere. Quel poco che sappiamo, però, è che il referendum – per quanto controverso possa essere su una materia così incandescente – è una lezione di democrazia. Antidemocratico è chi pretende di impedirlo, o addirittura di usarlo per cambiare da migliaia di chilometri di distanza gli assetti politici della Grecia usciti pochi mesi fa da elezioni democratiche. Ne dovremmo sapere qualcosa noi italiani, che dal 2011 siamo governati da premier che mai si sono candidati a quella carica (Monti, Letta e Renzi) e due anni fa abbiamo votato contro le larghe intese.
Abbiamo punito i partiti che le avevano sostenute (-6,5 milioni di voti al Pdl, -3,5 milioni al Pd, un misero 9% alla Lista Monti, i 5Stelle dallo 0 al 25%) e ce le siamo ritrovate tali e quali, prima col governo Letta poi col Patto del Nazareno, con la benedizione di Napolitano incredibilmente rieletto con la kryptonite di superpoteri extraparlamentari ed extranazionali. Invece ci siamo abituati, se non rassegnati, all’idea che la democrazia sia un lusso che non possiamo più permetterci. E ci lasciamo fare di tutto da un governo di minoranza che nessuno immaginava nel 2013 e sta in piedi solo grazie alla coalizione Pd-Sel subito sciolta,ma servita a fare scattare il premio di maggioranza poi cancellato dalla Consulta perché incostituzionale;e che,ciò malgrado,si permette addirittura di riformare la Costituzione, la legge elettorale,lo Statuto dei lavoratori e la scuola. (...)
*** Marco TRAVAGLIO, giornalista e saggista, Via via la democrazia, 'Il Fattor Quotidiano', 3 luglio 2015
Nessun commento:
Posta un commento