(...) Gestire il dibattito politico in una situazione ad alta complessità, in cui si intrecciano questioni nazionali e internazionali, è difficile. Così, nel nostro paese, tendiamo a semplificare troppo.
[D: I motivi?]
L’età media degli italiani è alta. Siamo il paese più vecchio del mondo dopo il Giappone. Il livello medio di istruzione è basso: abbiamo un 16% di laureati tra i 25 e i 64 anni. Nel Regno Unito è il 41% (OECD 2014). È un paese che legge poco: solo il 41% degli italiani legge almeno un libro all’anno. Abbiamo pochi strumenti per affrontare una situazione complessa: così ci si rifugia nell’ideologia e nel pregiudizio.
[D: Quali sono i luoghi del dibattito e come lo influenzano?]
La rete e i talk show. In rete vince la semplificazione dei contenuti, che crea sorpresa, scandalo e reazioni emotive forti. Il meccanismo dei talk show macina quotidianamente posizioni e opinioni, in una macchina perversa che finisce per commentare se stessa. E produce un circolo vizioso: si viene invitati per creare scandalo e si crea scandalo per essere invitati. Per gli spettatori, i talk show diventano simili alle serie tv: di puntata in puntata gli stessi personaggi rigiocano infinite variazioni sullo stesso schema. Ma manca l’azione: allora si strilla.
*** Annamaria TESTA, pubblicitaria, intervistata da Wanda Marra, "Tasse giù? Solo slogan e show televisivi. La politica ormai parla del nulla”, 'Il Fatto Quotidiano', 26 luglio 2015.
LINK, intervista integrale qui
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