giovedì 23 luglio 2015

#FURTI_PREGIATI / Dove coincidi (Chiara Bottini)

Inauguro una nuova sezione, che ho chiamato #FurtiPregiati: scritti che mi paiono intelligenti, stimolanti, in qualche modo 'gustosi', o per contenuto o per forma o per entrambi, già pubblicati su altri siti e che a mio avviso meritano, per quel poco che questo blog può fare, di essere 'rilanciati'.
Può trattarsi (preferibilmente) di racconti, ma anche di testimonianze, esperienze, riflessioni, che 'pro-vocano' e spingono a pensare. 
Sceglierò autori non mediaticamente famosi, ma blogger che mi pare abbiano qualcosa da dire. E naturalmente il criterio di scelta sarà del tutto soggettivo: ciò che in qualche modo mi piace presumo possa piacere anche ad altri...

Inizio con questo testo di Chiara Bottini, che ho sottratto dal suo blog.
Ringrazio per il furto la derubata. (mf)

° ° °

Un giorno, forse, ti chiederanno se sei come sembri.

Tu risponderai impettito: “..ma anche molto di più!” e strizzerai l’occhio, dando a intendere “se solo tu capissi, misero mortale, cosa vuol dire essere me”.

Poi, sempre molto forse, torneranno a dirti: “…no, non sei per niente come sembri e neanche molto di più: sei proprio un’altra cosa”.

Tu ti incazzerai moltissimo e quella convinzione del “non capisci un cazzo, misero mortale” crescerà dentro di te fino a persuaderti che nessuno, nessuno al mondo riesce a capire davvero come sei e neanche come sembri.

Poi, sempre molto, ma molto forse, inizierai a chiederti come sembri e come sei, senza, ovviamente, venirne a capo.

Da quel momento in poi, la schiera dei miseri-mortali-che-non-capiscono-un-cazzo si arricchirà di un nuovo adepto: tu stesso.

A quel punto, le cose si faranno parecchio dure perché l’identità è un aspetto troppo importante della propria porca vita.

Nel tentativo di tracciare un perimetro di autoconsapevolezza, scoperai molto, mangerai molto, fumerai molto, berrai molto, dirai tante parolacce, leggerai molto, ascolterai molta musica, accumulerai esperienze senza senso, ti infiammerai di roventi passioni, ti iscriverai a zumba o a giurisprudenza, andrai in India a trovare Romina, diventerai buddista, imparerai a suonare lo xilofono.

Terminato questo periodo di ricerca – vana – dell’essenza di te stesso, deciderai che non puoi essere trovato.

Trascorrerai gran parte della tua vita all’interno di questo stato d’animo, covando risentimento e paura, ma anche autocompiacimento perché, diciamocelo: gli sfuggenti acchiappano.

Per quello ti sorprenderà parecchio quando, forse, ma parecchio forse, incontrerai qualcuno che ti sta aspettando lì, dove tu stesso non sai come arrivare, dove tu stesso ti perdi, dove tu stesso hai decretato che è impossibile venirne a capo.

Se questo dovesse succedere, non importa quale sarà l’epilogo del vostro legame, tu non sarai mai più lo stesso e avrai imparato che, aldilà di come sembri e come sei, c’è un nucleo ancora più magmatico e profondo: dove coincidi.

Ecco, ci vediamo lì.

*** Chiara BOTTINI, Dove coincidi, blog 'quello che non vedi', 22 luglio 2015, qui

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