(...) [D: Che pensa del dibattito fascismo-antifascismo: è ancora inspiegabilmente vivo, forse anacronisticamente vivo]
Tutto dipende dall’amnistia Togliatti, terribile perché ha ripulito tutto quello che c’era da ripulire. Si ricorda quel Longarotti che aveva scassato il cranio di un ragazzino? L’ho rivisto dieci anni dopo la Liberazione e sa cosa faceva? Il magistrato ad Aosta. Lo avevano accusato di omicidio: l’ergastolo era stato tramutato in dieci anni e i dieci anni in nulla. Quella volta mi sono dovuto trattenere, lo stavo per picchiare.
[D: La Resistenza è una guerra che hanno fatto in pochi e dopo hanno usato in molti. O no?]
Non eravamo più di 150 mila. Hanno sfilato, da supposti partigiani, in 300 mila. Infatti io non sono andato alla sfilata: avevo saputo che andavano delle persone che non erano partigiani.
[D: Altri Paesi europei hanno fatto molto più i conti con la loro Storia?]
In Germania il dibattito è ancora vivo, ed è un dibattito serio, storico. Aveva ragione Giorgio Bocca quando diceva: “Ho fatto la guerra contro i fascisti perché ero convinto che si potesse eliminare il fascismo. Ma adesso ne sono molto meno convinto”. In fondo l’italiano è molto fascista.
[D: Piace l’uomo forte, l’attitudine al comando?]
Sì e questo spiega il successo di Berlusconi prima e di Renzi ora. Piace il cesarismo, piace quest’uomo che gridava “rottamo tutti”. Piace l’uomo forte, l’uomo che decide, l’uomo che non ha dei tentennamenti.
[D: Era questa l’Italia che v’immaginavate sulle montagne?]
No, assolutamente. Ho scritto un articolo subito dopo la Liberazione per il giornale di Piacenza. L’ho riletto molti anni più tardi e mi sono dato dell’ingenuo. L’Italia che immaginavo io era un’Italia così depurata, così pulita. Ma erano sogni.
[D: Chi sostiene le ragioni dell’amnistia dice che dopo le guerre c’è sempre bisogno di una pacificazione]
Anche in Francia hanno fatto un’amnistia, però è servita per qualche migliaio di persone. Da noi è servita a decine di milioni: tutta la popolazione era fascista. Dopo la guerra c’è stata una stagione di grande fervore, anche intellettuale, si è cominciato a ricostruire il Paese. Con foga, con convinzione e testardaggine. Accanto a questo la Costituente è riuscita, con un grande sforzo di mediazione, a produrre una carta fondamentale, che ha retto fino ad oggi nonostante gli urti e le spallate. Pare che tutti quelli che arrivano al governo vogliano toccare la Costituzione. È pazzesco.
*** Angelo DEL BOCA, 1925, giornalista, storico, saggista, intervistato da Silvia Truzzi, "La mia resistenza tradita: sognavo un'Italia pulita, invece è ancora Nera", 'Il Fatto Quotidiano', 8 luglio 2015
LINK, intervista integrale qui
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