La bottiglia racchiude i pregiudizi e imprigiona gli esseri umani quasi fossero mosche. La bottiglia ti avvolge, con il linguaggio che tu usi, la città in cui sei nato, l’ideologia che hai abbracciato, la mentalità che condividi dalla nascita. Per liberarsi bisogna conoscere la forma della bottiglia, ma per chi ci sta chiuso dentro non è facile. Occorrono critica, autocritica, immaginazione. E’ tanto più difficile in quanto chi è tappato nella bottiglia ci si trova bene. Spesso, anzi benissimo. E fuori, probabilmente, morirebbe.
*** Raffaele LA CAPRIA, 1922, scrittore, intervistato da Nello Ajello, ‘la Repubblica’, 30 settembre 2002.
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