Uno due tre. Otto, nove e dieci. Ho imparato questa sequenza forse intorno ai 5 anni. Probabilmente non ero nemmeno consapevole del suo significato; la ripetevo perché mi piaceva la sonorità di questa cantilena con quel “e 10″ pronunciato in maniera netta, definitiva. Poi il mio orizzonte matematico si è ampliato e nuove cantilene hanno arricchito il mio repertorio: dal rassicurante 2, 6, 8, 10 all’allegro seiperottoquarantotto sino allo scoglio del setteperottocinquantasei.
Mai avrei pensato che proprio quella sequenza sarebbe stata riscoperta come uno dei più importanti strumenti di management di questo primo scorcio di millennio.
Oggi scopro l’importanza del contare sino a dieci prima di prendere una decisione non dico importante, ma anche solo non-routinaria. E non sto parlando di un approccio zen ma proprio della necessità di prendersi il tempo di attivare il pezzo giusto del cervello. (...)
A me piace pensare a quattro tipi di pause:
Pausa De-bias – la pausa de-bias serve a verificare se nel decidere siamo influenzati da bias. I bias sono delle distorsioni sistematiche del nostro processo di raccolta ed elaborazione delle informazioni, come quelli in cui sei forse cascato prima con Napoli/ Trieste.
Pausa degelatinizzante – La pausa degelatinizzante è quella che ci fa uscire dalla viscosità mentale, ovvero da quel bizzarro fenomeno che ci capita quando cerchiamo di ricordare un nome ma ce ne viene in mente sempre un altro, sbagliato, che non sappiamo come cancellare.
Pausa creativa – Una pausa prima di prendere una decisione può essere considerata come un vero e proprio momento creativo, può aiutare a cercare punti di vista alternativi, a considerare nuovi approcci, a cambiare decisione sostanzialmente. Si differenzia dalla pausa degelatinizzante perché, rispetto ad essa, è proattiva e non reattiva; ovvero mentre la pausa degelatinizzante ha lo scopo di uscire da un blocco in cui ci siamo cacciati, la pausa creativa viene cercata prima di prendere una decisione, diventa una delle fasi implicite nel processo decisionale. Fa parte del gioco insomma.
Pausa Postale – L’esempio tipico di questo millennio è l’improvvisa consapevolezza di aver scritto una cavolata subito dopo aver cliccato su “invia”. Ma la mail è partita e un pensiero ci esplode in testa: “E adesso come faccio?”. Il fenomeno è così radicato che Google ha pensato di darci una mano: da qualche giorno è disponibile un nuovo servizio di Gmail che trattiene una mail inviata per ulteriori 30″ prima di inviarla. Non si sa mai, magari fai una pausa Postale e cambi idea.
1, 1, 2, 3, 5, 8, 12, 20, 32 (sì, anche questa sequenza serve a stimolare il tuo sistema Due).
Se poi la decisione da prendere è particolarmente difficile, se c’è qualcuno che ti mette troppa pressione, se sei bloccato in un vicolo cieco e contare sino a 10 non serve a molto, allora allunga la pausa e poi allungala ancora: secondo alcuni, solo i problemi veramente seri restano. Gli altri si stufano e se ne vanno.
*** Nicola GRANDE, consulente, formatore, saggista, Attenti al cervello quando dovete decidere. Le pause che aiutano, 'senzafiltro', 15 luglio 2015
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