Ieri e oggi dei gruppi – gruppuscoli – di persone hanno protestato in provincia di Treviso e a Roma contro la decisione di accogliere alcune decine di profughi nelle strutture messe a disposizione del ministero dell’interno: hanno improvvisato dei roghi di mobili e blocchi stradali, hanno tirato dei sassi contro i migranti, hanno provato a forzare i cordoni di protezione della polizia. Non erano più di un centinaio in entrambi i casi, molti appartenevano a CasaPound.
I mezzi d’informazione hanno parlato di “esasperazione”, di “guerra tra poveri”, di “comitati spontanei di cittadini”, di “rabbia”. I politici hanno commentato con le dichiarazioni prevedibili. (...)
Basta dare un’occhiata ai filmati per vedere i manifestanti che urlano insulti o che alzano il braccio destro per fare il saluto romano e capire una cosa semplice: questi sono stati due episodi di fascismo e squadrismo.
Eppure quasi nessuno lo dice, sembra un anacronismo, una forzatura o addirittura un insulto. E si preferisce, nei migliori dei casi, parlare di destra reazionaria o al massimo di xenofobia. Non si pensa che a contrastare i manifestanti fascisti possa essere usata una chiara motivazione antifascista e la rivendicazione di valori e regole democratiche; al massimo si fa appello al senso di solidarietà, al rispetto, al dovere morale dell’accoglienza.
Perché non si usano le categorie del fascismo e dell’antifascismo? Eppure ogni volta che a scuola si leggono – come per esempio nella Marcia su Roma e dintorni di Emilio Lussu – le cronache dei primi anni venti italiani, gli assalti delle squadracce ai luoghi della democrazia (le sedi dei sindacati, le università, i comizi…) – ci si rende conto facilmente come funziona l’accreditamento e la diffusione del fascismo: lo si sottovaluta, lo si riduce a questione di ordine pubblico, si delegittima il contrasto antifascista. (...)
Stigmatizzare il degrado civile di queste proteste in nome dell’antifascismo servirebbe a ribadire che la politica è di fatto anche educazione, e che spesso solo attraverso quest’opera di contrasto possono avvenire le grandi trasformazioni sociali.
*** Christian RAIMO, giornalista e scrittore, A Roma e Treviso sono stati episodi di fascismo, 'internazionale.it', 17 luglio 2015
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