Il gravissimo peccato della sodomia, contrariamente a quanto potenti e chierici sessuofobi e omofobi hanno voluto raccontare e far credere, non ha nulla a che fare con il sesso, né etero né omo, ma riguarda il comportamento nei confronti dello straniero e del debole. Ricordiamo per sommi capi l’episodio biblico: Lot, nipote di Abramo, risiede nella città di Sodoma e ospita tre stranieri, nella fattispecie i tre arcangeli sotto spoglie di viandanti che hanno annunciato ad Abramo la nascita utopica di suo figlio Isacco. I sodomiti si recano a casa di Lot e gli intimano di consegnar loro gli stranieri per violentarli. Non portano loro un invito per un’orgia, ma vogliono usare contro di loro una delle più atroci e degradanti forme di violenza. Questa è la ragione per la quale i nostri maestri indicano la sodomia come il peccato irredimibile di violenza contro lo straniero e ciò vale a fortiori per il clandestino, perché essendo sprovvisto di tutele giuridiche è doppiamente straniero, in quanto straniero e debole. La città ostile allo straniero fu rasa al suolo perché non vi si trovarono dieci giusti che potessero intercedere per la sua salvezza.
*** Moni OVADIA, autore e attore teatrale, scrittore, Il peccato della sodomia, rubrica ‘voci d’autore’, ‘l’Unità’, 4 luglio 2009.
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